'Il Codice del volo', a Brindisi in scena Leonardo


BRINDISI - Giovedì 18 luglio si apre una finestra sul teatro nel giardino dell’ex Convento Santa Chiara a Brindisi, un week-end che la rassegna «La Bella Stagione» dedica a ricorrenze fondamentali per la storia dell’umanità: si comincia con il cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci e «Il Codice del Volo», spettacolo con Flavio Albanese incentrato sulle ossessioni del genio per il volo (ore 21, ingresso gratuito).

Lo spettacolo prende le mosse dal codice del volo, conservato nella Biblioteca Reale di Torino e scritto da Leonardo nel 1505, in cui il geniale artista-scienziato studia e analizza, con testi e disegni, il volo degli uccelli, interrogandosi sulla possibilità, per l’uomo, di alzarsi da terra grazie all’ausilio di macchine volanti. Flavio Albanese fa vivere in scena la sete di sapere e la curiosità infinita del più grande genio del Rinascimento, vestendo i panni dell’allievo Tommaso Masini detto Zoroastro, che racconta il proprio apprendistato e l’ultimo volo con “il grande nibbio”, la macchina per volare, una delle invenzioni leonardesche più visionarie e anticipatrici.

L’esperimento non funzionò perfettamente e Tommaso cadde rovinosamente al suolo. Malgrado gli insuccessi, la fede di Leonardo nel volo umano restò sempre immutata, a testimonianza di una altrettanto profonda fede: quella nella capacità dell’uomo di superarsi e di imparare dall’esperienza che, al di là dei risultati, è sempre maestra di vita. Tra esperimenti scientifici, azzardi culinari e la realizzazione dell’Ultima Cena, attraverso gli occhi del giovane Tommaso, traspaiono i sogni, il pensiero, la vita, le peripezie, i segreti, ma soprattutto l’umanità di un genio poliedrico e originalissimo. Gli spettatori conosceranno la storia, l'umanità e soprattutto il modo di pensare di un genio poliedrico e originalissimo che è il simbolo del nostro Rinascimento. Protagonista assoluta è la curiosità, l’inquieta tensione dell’uomo verso la scoperta, l’incredibile capacità umana di arrivare oltre i limiti che la natura sembra imporci.

Flavio Albanese non ha bisogno di trucchi per attirare l’attenzione degli spettatori: un uccello di carta, due candide alucce simili ad ali d’angelo, luci stroboscopiche, un telo azzurro gonfiato dalle macchine del vento per fare il mare, le stelle che brillano improvvisamente nel cielo, la terra sferica anche se bisognerà aspettare Galileo per dimostrarlo davvero, le tecniche di pittura di Leonardo e i suoi materiali destinati ben presto a sfaldarsi (succede al celeberrimo Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano). L’attore e regista indaga anche i lati più complessi della personalità dello scienziato e artista toscano, archetipo dell’uomo del Rinascimento di cui incarna l’aspirazione di conoscenza del reale attraverso la ragione e l’esperienza; ma non solo, il genio creativo e la insaziabile curiosità di Leonardo rappresentano qualcosa di universale: l’innato desiderio dell’uomo di superare se stesso e i confini della propria natura.

«Tutto è sempre sotto i nostri occhi - ha detto Flavio Albanese - perché l’esperienza non fallisce mai, falliscono semmai i nostri giudizi e poiché nulla accade senza una ragione, bisogna cercare di comprenderla ogni volta appieno per valutare bene quello che stiamo sperimentando. Leonardo mi ha insegnato a non aver paura di volare. Tutto è sempre sotto i nostri occhi, domande e risposte. È il pensiero che genera la materia, non la materia che genera il pensiero».

«Quando avrete imparato a volare camminerete sulla terra guardando il cielo perché è lì che siete stati ed è lì che vorrete tornare». Leonardo da Vinci

Età consigliata: a partire dai 9 anni
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