Mercati rionali alimentari: l’igiene e la pulizia? Un optional


di VITTORIO POLITO - Il recente blitz effettuato a “N’dèrr’ a la lanze”, il mercatino del pesce cotto e crudo del Molo San Nicola, frequentato da sempre da baresi e “Zia Zì” per degustare i prodotti del mare, ha portato alla ribalta il problema ignorato da molti e che solo uno sparuto numero di consumatori facevano caso alla insalubrità dell’acqua con la quale si lavavano pesci e frutti di mare, o si battevano polpi. In sostanza si prelevava acqua inquinata al massimo, quasi una cloaca, in quel tratto di mare tra il Teatro Margherita ed il mercatino, e molto raramente si registrava l’intervento della Polizia locale per salvaguardare la salute dei cittadini. Chissà quante persone hanno contratto epatite e patologie gastrointestinali consumando i frutti di mare che si vendevano su quelle bancarelle.

Alla fine “tanto tuonò che piovve” e finalmente si sono accorti dei pericoli che correva la popolazione e si è provveduto a sequestrare pesce e frutti di mare senza alcuna tracciabilità e mal conservati.

Ma non si tratta della sola mancanza di igiene ma delle più elementari norme di pulizia che è bene richiamare alla mente prima di ogni cosa. L’igiene è un ramo della medicina che mira alla salvaguardia dello stato di salute ed al miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche e il suggerimento delle misure di protezione sanitaria della popolazione. Ma prima dell’igiene viene la pulizia, cioè la mancanza di ogni sorta di sudiciume e di sporcizia. Questi i principi informativi dai quali scaturisce, tra l’altro, il controllo e la pulizia delle strade e dei mercati. 

Ma nella fattispecie così non è. Chi frequenta i mercati o certi esercizi commerciali, ad esempio, sa bene che le condizioni igieniche non esistono. Infatti da decenni è scomparso il vigile che assicurava, qualche controllo igienico o di polizia nei mercati. I commercianti alimentari, nella maggior parte dei casi, non usano guanti ma maneggiano indifferentemente soldi, merci e tutto quello che gli capita tra le mani. I mercati sono lasciati al loro destino senza controllo alcuno.

Bari, con l’Amministrazione Decaro e l’assessore Palone, da qualche tempo ha iniziato a seguire il problema, partendo dai venditori ambulanti insediati sui nostri lungomari per vendere fritture, arrosti e bevande, specie in occasione di feste, tralasciando le più elementari norme igieniche e di pulizia.

Si auspica che questo blitz non sia solo fumo negli occhi, ma l’inizio di una campagna igienica da seguire tutto l’anno per assicurare ai cittadini prodotti igienicamente sicuri. Solo così potrà tornare a vivere il nostro bel mercatino del pesce che i baresi hanno sempre frequentato per degustare certi prodotti del mare che solo a Bari sono consumati crudi, in barba a tutte le leggi e le disposizioni che ne sconsigliano l’uso.
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