di REDAZIONE - “Ormai l’intento con cui è nata la Notte della Taranta è stato del tutto snaturato. Oggi assistiamo a una deriva sempre più commerciale che nulla ha a che vedere con la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro territorio. Per questo, continuo a chiedere in che termini, anche economici, la Regione Puglia abbia contribuito alla realizzazione della manifestazione e quale ruolo ricoprano oggi il Consiglio di Amministrazione ed il Comitato Scientifico nell’organizzazione della manifestazione”. Così il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi, che già nel 2016 aveva depositato un’interrogazione rivolta all’assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese e all’allora assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone e che oggi, a distanza di anni continua a non avere risposte e per questo presenterà nei prossimi giorni una nuova interrogazione e una richiesta di accesso agli atti.
La Regione è socio della Fondazione “Notte della Taranta” ma dopo le dimissioni del consigliere regionale Sergio Blasi nel 2015 non ha designato il suo rappresentante in seno al consiglio di amministrazione della Fondazione.
“È singolare che la Regione ancora oggi non abbia una rappresentanza nella Fondazione. Una Fondazione che contribuisce all’immagine del nostro territorio e che oggi sta snaturando la parte culturale e identitaria della manifestazione a vantaggio unicamente di un settore commerciale. Come risulta inoltre emarginato - rileva il consigliere - il consiglio scientifico, nominato nel 2012, da cui nel 2016 si sono dimessi Eugenio Imbriani e Sandro Cappelletto, accusando i vertici della Fondazione di disinteresse nei confronti della realizzazione di iniziative culturali proposte dal Consiglio ed affermando che ‘il gigantismo del festival divora la quasi totalità delle risorse della Fondazione’. Si riscontra inoltre una composizione anomala del CdA della Fondazione Notte della Taranta, oggi costituito solo da tre membri, tutti sindaci di comuni afferenti ad un unico e solo socio della fondazione (l'Unione dei Comuni della Grecia Salentina). Tre sindaci per altro che, secondo la legge Madia, non potrebbero sedere e deliberare in quel Consiglio d'amministrazione”.
È necessario fare chiarezza anche alla luce delle recenti dichiarazioni della senatrice Borgonzoni che nella conferenza stampa dello scorso 9 luglio al Mibac ha annunciato la volontà del Ministero di candidare la pizzica all’iscrizione nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
“Un approfondimento da parte della Regione mi sembra dovuto - conclude Trevisi - non possiamo permettere che questa manifestazione perda i valori per cui è nata”