ROMA - “Ai tanti errori tecnici e politici già accumulati, la Provincia di Trento non aggiunga un crimine: quello di approfittare delle circostanze create – un animale selvatico braccato, circondato e spaventato – per abbattere M49, dopo averlo messo all’angolo, con la scusa che potrebbe aggredire le persone. M49 non è un ergastolano in fuga, il Governatore Fugatti non è lo sceriffo e le valli del Trentino non sono il set di un western”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e del Movimento animalista, commenta la “caccia al plantigrado” nei boschi sopra Pergine.
“Se qualche grilletto facile – aggiunge l’ex ministro - pensa di aver trovato copertura nella sentenza resa nota ieri dalla Corte costituzionale, si sbaglia di grosso. La sentenza riguarda solo il riparto delle competenze tra Stato e Province autonome, non i casi concreti, per i quali, anzi, è ribadita la necessità di seguire scrupolosamente le procedure, applicando in via preventiva metodi non cruenti e raccogliendo il parere dell’ISPRA. L’uccisione di M49 sarebbe illegale. Poi c’è l’aspetto politico: abbattere M49 vuol dire sfidare l’opinione pubblica italiana, assolutamente contraria alla “guerra” contro gli animali selvatici (orsi e lupi in primis) e alle campagne d’odio e di paura orchestrate da portatori di legittimi interessi economici che possono trovare soddisfazione anche senza la pelle dell’orso”.
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