BARI - La pubblicazione della relazione della Direzione Investigativa Antimafia per il secondo trimestre 2018, tra l'altro in concomitanza con il ventisettesimo anniversario della strage di via D'Amelio, rappresenta un forte monito per tutti noi: a nessuno è concesso abbassare la guardia sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata, in tutte le forme che questa è capace di assumere. La lotta alla mafia, alla criminalità, al malaffare non è solo una questione di ordine pubblico, ma riguarda il nostro benessere, lo sviluppo del territorio, la possibilità di vivere in un ambiente sano. Per questo la battaglia per la legalità non può e non deve essere delegata esclusivamente al lavoro generoso della magistratura e delle forze dell'ordine, ma tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte (istituzioni, politica, associazioni, singoli cittadini). D’altronde come ci ricordava Paolo Borsellino, la lotta alla mafia non necessita solo di "… una distaccata opera di repressione, ma di un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni e più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". Commemorare il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Li Muli, significa quindi onorare il loro sacrificio e quello di tutte le vittime cadute per mano della criminalità, sostenere il lavoro di chi combatte quotidianamente il crimine, ricordare a tutti noi il dovere di perseguire i valori di legalità e giustizia anche nella pratica quotidiana. Con questo spirito questa sera partecipo alla commemorazione organizzata dai ragazzi di Gioventù Nazionale Lecce.
Così Erio Congedo, consigliere regionale Fratelli d'Italia Puglia.