di PIERO CHIMENTI - Claudia Conte, giovanissima e poliedrica artista romana, attivissima in questo periodo tra teatro, cinema, senza dimenticare il sociale, che la porterà il prossimo 24 settembre in Puglia, a Torre Santa Susanna (Br), ad essere testimonial di una campagna di prevenzione al diabete. La Conte, dopo il successo de 'Il Vino e le rose', che l'ha portata in giro per l'Italia oltre due anni, è pronta a tornare con un nuovo libro. Di tutto questo ed altro ancora ne parlerà in questa intervista:
D: Stai portando in scena con Mimosa Campironi lo spettacolo teatrale "La verità, vi prego sull'amore". Com'è nata l'idea di questo spettacolo? Come vedi l'amore alla tua giovane età?
R: Lo spettacolo è nato l'anno scorso, con la collaborazione di Francesco Apolloni, regista, scrittore e sceneggiatore. Due giovani donne, due giovani artiste si chiedono com'è cambito l'amore oggi. Un tempo c'erano i grandi epistolari d'amore, gli uomini corteggiavano anche spiritualmente le donne, pensiamo a Dante Alighieri e alla donna angelo, oggi invece spesso è ridotto ai social, a Whatsapp, al virtuale, quindi è un viaggio sull'amore da ieri a oggi. Lo facciamo attraverso brani della letteratura classica e contemporanea, attraverso monologhi comici e altri toccanti. È stato un modo per mettermi alla prova con dei monologhi brillanti mai fatti fino ad ora. Far ridere le persone è molto difficile, ma quando ci si riesce è una gioia, perché regalare sorrisi è la cosa più bella che possa esistere, perché la vita è questo.
Nella vita bisogna cercare di essere positivi, di essere uniti tra di noi, è una forma d'amore regalare un po' di gioia e felicità attraverso l'amore che hai dentro.
Tutto questo lo facciamo con Mimosa Campironi, che è una cantautrice. nello spettacolo ci sono le sue canzoni, scritte e cantate da lei.
Su cos'è per me l'amore, è una bella domanda. Per me la vita è amore: cerco di vivere ogni giorno della mia vita dando amore al prossimo, amando la natura. Dobbiate tutti sentirci parte di una dimensione sacra, più grande. Le famose dita della stessa mano, gocce dello stesso mare e granelli della stessa sabbia. E' un modo di vivere, se vivi con amore ti cambia la vita. L'amore non è solo quello per il partner, perché quello può anche finire, quello più grande, quello più ampio non finisce mai perché è dentro di te, se vivi così, vivrai per sempre così. E' una scelta di vita. Si può vedere l'amore in varie forme: in ottica cristiana l'amarci l'un l'altro è fondamentale, è uno dei precetti di Gesù Cristo, sentirci tutti fratelli, amare il prossimo come te stesso, però anche in chiave non cristiana si può vivere nello stesso modo. Se si vivesse con amore, non ci sarebbero le guerre, non ci sarebbe la prevaricazione sull'altro, la corruzione, perché anche il rispetto è una forma d'amore. il rispetto del prossimo, dell'ambiente, è una forma d'amore. se vivessimo con amore non faremmo tante cose brutte che inquinano la società di oggi. Se si mette davanti a tutto l'economia, l'accumulo delle ricchezze, il successo, cambia tutto, cambia l'ottica nel vedere le cose, vengono meno i valori che rendono l'uomo un essere umano, perché ha tanto amore dentro di sè. Anche la vita stessa, è nata dall'amore, i nostri genitori che si sono amati.
Per te che sei un'artista poliedrica, è più difficile far ridere, far commuovere o far riflettere la gente?
E' tutto difficile, perché tutto deve partire da dentro. Un attore deve vivere davvero quello che interpreta, le emozioni deve sentirle e per sentirle le deve vivere. La cosa più importante è crederci: se credo io in quello che faccio, possono crederci anche gli altri. Se mi diverto io nel monologo che faccio, lo sento mio, allora anche gli altri ci credono. se invece lo si fa in maniera non vissuta si vede la differenza, così come nel dramma. Ho studiato con Michael Margotta, dell’Actor Studio, mi ha insegnato questo, a sentire le cose come se accadessero, addirittura a pronunciare ogni parola solo dopo averla visualizzata.
Nel 2013 hai fondato "Nova Era", e sei molto impegnata nel sociale...
Si riconduce ancora una volta tutto all’amore: quando vivi con amore puoi aiutare il prossimo. Quando vedi situazioni tristi, persone che soffrono, stanno male, la prima cosa che vorresti fare e aiutarle. Anche l'articolo 3 della nostra Costituzione dice questo: "Siamo tutti uguali, ed è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che impediscano l'uguaglianza.", quindi aiutare sempre i deboli. Sono testimonial di varie campagne, come No violence, contro le violenze sulla donna, ed ora ho fatto un short movie con Loretta Goggi sull'Alzheimer che è una malattia che purtroppo mi vede strettamente coinvolta, in quanto la nonna che mi ha cresciuto, che mi ha insegnato questo modo di vivere con amore, che non smetterò mai di ringraziare per questo, purtroppo da diversi anni è stata colpita da questo morbo e non è più lei, anche se è ancora lei. Non è più lei perché a livello razionale ha perso la cognizione con la realtà, però ha un tipo di comunicazione che non è verbale ma emotiva, a volte arriva anche di più perché emoziona quando senza capire, capisce, avverte come sto. infatti, a volte mi abbraccia e quell'abbraccio me lo da quando io ne ho bisogno (non sa perché ma lo fa). Ti arricchisce, a livello di emozioni. La storia parla di una malata di Alzheimer, interpretata da Loretta Goggi e di sua figlia (io) costretta a portarla in una struttura medica, perché non più in grado di gestirla da sola a casa. La figlia va a trovarla in ospedale, lei si perde ed inizia questa rincorsa per cercare la mamma persa nel suo mondo. Nel cast c'è anche Francesco Montanari, Daniela Goggi (sorella di Loretta) sono tornate a lavorare insieme per questo lavoro, Leonardo Bocci degli Actual. Questo film è socialmente utile e parla del dramma con dolcezza.
Cos'è stato per te lavorare con la Goggi? Com'è stato impersonare il dramma che stai vivendo con tua nonna?
Ritornando al discorso che l'attore deve 'vivere' per interpretare bene, in questo caso è stato facile e difficile allo stesso tempo. Difficile perché mi ha fatto soffrire rivivere la mia storia personale, e “facile” perché non mi è servito pensare a chissà cosa, quel dramma lo vivo tutti i giorni, ho dovuto solo proiettare mia nonna in Loretta Goggi, l'emozione era la stessa. Ovviamente ci sono delle tecniche di recitazione attoriale. La recitazione è un mondo se si fa in maniera seria. perché si è sempre attore, non solo quando sei sul palco, si è artista sempre in tutti i giorni della tua vita. Loretta Goggi, mi ha insegnato tanto, proprio dal punto di vista umano, perché c'è stata un'immediata simpatia e addirittura si è creato subito un rapporto mamma-figlia, di complicità che poi ci ha fatto lavorare bene sul set.
Parliamo della 'tua' Puglia...
Io amo la Puglia ormai da anni, mi piace tutta. E' l'uliveto d'Italia, amo molto gli ulivi. Per me l’Ulivo è sacro. Ogni volta che vado in Valle d’Itria mi emoziono, perché gli alberi secolari, millenari, con quei tronchi giganteschi che a volte prendono anche delle sembianze umane. Quindi, vado lì, abbraccio l'albero, ed è bello sentirti parte del tutto, è un modo per sentirsi in sintonia e simbiosi con l’universo. L'albero è grande ed eterno, ti fa uscire dal contingente e ti fa entrare in una dimensione più alta e più sacra. Mi piacciono molto le simbologie, infatti il mio libro si chiama il Vino e le Rose. Il prossimo libro sarà l'olio e la Puglia (ride). Sono stata impegnata il 2 e 3 agosto nel Salento, e ora mi sto godendo il mare, approfitto per salutare un po' di amici e mi tratterrò per organizzare il nuovo Evento che farò il 24 settembre nella bellissima masseria Altemura, della famiglia Zonin, a Torre Santa Susanna, nel Salento. E' un evento organizzato dal Lions Club International, in cui sarò testimonial per la loro campagna per la prevenzione del diabete. Ogni volta che vengo in Puglia, faccio dei sogni particolarissimi, perché mi apre i canali. Sai, per fare l'attore bisogna 'abbassare' la parte razionale, per sentirci più connessi col personaggio e questo avviene anche nella scrittura, è come se entrassi in una nuova dimensione, esci fuori dalla quotidianità ed entri in un'altra dimensione, che è quella della creazione, dell'immaginazione. La Puglia mi ispira, mi vengono sempre delle idee nuove, che mi appunto e appena torno a casa vado a trascriverle. E' molto forte, è come se appartenessi a questa terra, in maniera misteriosa. Poi col mio cognome, Conte, tutti mi chiedono se sono parente del Premier, anche lui pugliese, poi ripeto ho fatto tanti eventi in Puglia, quindi la conosco bene.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Sto girando due film. Una commedia “Dovete essere cattivi” con Donatella Finocchiaro per la regia di Andrea Muzzi, e un drammatico, Sorelle di sangue, con Sebastiano Somma, di cui non si sanno le uscite perché li stiamo ancora girando. Ho accettato questi due progetti, perché sono ruoli diversi. Secondo me un attore, deve passare dalla commedia al drammatico, in quanto è la stessa arte. L'idea futura è quella di fare un progetto mio, che sia mio, totalmente mio, dato che recito e scrivo.
un mio proposito è anche quello di portare la cultura italiana in Argentina. Penso che ad ottobre inizierò a fare il primo evento, in cui porterò un mio spettacolo o di altri artisti. In Argentina c'è una fortissima comunità di italiani, tra cui i miei parenti. Ti racconto questa storia: mia nonna che è di Amatrice, ha tre fratelli, che si sono trasferiti in Argentina, dopo la seconda guerra mondiale, come tanti italiani sono emigrati, solo che hanno sbagliato nave: dovevano andare in Australia, e vanno a finire in Argentina. Non conoscevano nessuno, erano poveri, non avevano niente, dormivano sotto i camion per proteggersi dal sole cocente, lavoravano per strada facendo lavori molto umili, e poi con dedizione, con passione ed intelligenza, e con il sacrificio (che ci appartiene), col il talento, noi italiani si sa abbiamo una marcia in più, sono riusciti a realizzarsi professionalmente. Adesso sono una famiglia benestante, e mio cugino è presidente della Comunità italiani in Argentina, motivo per il quale sta nascendo questo trait d'union. Oltre che in Sud America, mi piacerebbe portare la cultura italiana anche in Montenegro.
Hai condotto la trasmissione 'Un tè con te', ripercorrendo la Dolce Vita, intervistando varie figure dello spettacolo. Con chi vorresti prendere un tè?
Bella domanda. Questa è la domanda che facevo io ai miei ospiti. E' una cosa molto privata, ma lo prenderei con i miei nonni che non ci sono più, che mi hanno cresciuta. Se potessi tornare indietro sarebbe bello poter fare un'ultima chiacchierata davanti ad un Tè con i miei nonni. Era la generazione del dopoguerra, anni '30, erano persone carismatiche, gente che è partita da zero, che si è fatta da sola, che ha ricostruito l'Italia. All'epoca c'erano i gentiluomini, uomini che ti fanno sentire al sicuro, che con quel poco che hanno ti fanno sentire una regina. E' quel modo di trattare la donna che non c'è più. Quando si dice uomini di altri tempi, erano loro. Parliamo di gente con le palle, quelle che oggi sembrano mancare.
Ma credo che ci sia un cambio di rotta, delle generazioni giovanissime. Come Greta che sta facendo questa campagna per l'ambiente, ma il fatto che le generazioni dei giovani si attivino per recuperare i valori, perché l'ambiente è un valore è rincuorante. Pensare che tra 20 anni non andremo in giro con le mascherine perché ci manca l'ossigeno, perché è tutto inquinato come in Cina, ma speriamo di essere ancora in tempo per fare qualcosa, secondo me c'è un cambio di tendenza. Nel nuovo libro, di cui ancora non posso dire niente, solo che uscirà a dicembre, parlerò anche di questi temi. Sarà un libro di denuncia sociale, attraverso un storia, sarà romanzo molto avvincente, appassionante.