DI NICOLA RICCHITELLI - Quest’oggi accogliamo la preziosa testimonianza del cantautore barlettano Gino Pastore, e del suo personale ricordo della festa di San Cataldo, che tornerà a svolgersi proprio sabato 31 agosto dopo un assenza di circa vent’anni.
Era la festa della marineria la festa dell’orgoglio marinaro anche se: «Purtroppo oggi la marineria vera di Barletta sta pian piano scomparendo…oggi ci sono solo bar, B&B e ristoranti; un tempo la marineria era ricca di attività che vivevano sulla pesca, oggi il tutto è ridotto a poche unità quindi potrebbe essere difficile per i marinari provvedere alla festa. Io auspicherei la costituzione di un comitato ad hoc proprio per questa festa».
Ma aldilà di tutto, “Divi Cataldi in honorem Barulensium nautarum soliditatis…” e rendiamo onore al Protettore della nostra gente di mare, facciamolo tutti e nel frattempo ricordiamo con le parole del grande Gino Pastore i fasti della festa che fu…
Gino, come hai accolto la notizia del ritorno della festa di San Cataldo dopo circa vent’anni?
R:«Sicuramente c’è grande soddisfazione, erano quasi vent’anni che questa festa non si svolgeva più e rivedere alla luce una delle nostre più grandi tradizione di questa città non può far che piacere».
Come era vissuta ai tuoi tempi questa festa dal quartiere di Santa Maria?
R:«E’ inutile dire che negli anni 50/60 quella di San Cataldo era la festa del quartiere di Santa Maria, una festa che si iniziava a preparare molte settimane prima, i pescatori lasciavano sempre delle piccole offerte e in questo modo contribuivano alla festa, ricordo che si faceva anche una questua. Il quartiere di Santa Maria si illuminava a feste con lampadine, poi vi era la gara tra i pescatori per portare San Cataldo sulla propria barca, infatti vi era una legenda che diceva che chi portava San Cataldo sulla barca il giorno della festa, poi il giorno dopo pescava lo storione – un pesce prelibato, un pesce che raramente si pescava - cosa che poi succedeva, è capitato parecchie volte di pescatori che hanno raccontato questa cosa qui».
Ma aldilà di tutto, “Divi Cataldi in honorem Barulensium nautarum soliditatis…” e rendiamo onore al Protettore della nostra gente di mare, facciamolo tutti e nel frattempo ricordiamo con le parole del grande Gino Pastore i fasti della festa che fu…
Gino, come hai accolto la notizia del ritorno della festa di San Cataldo dopo circa vent’anni?
R:«Sicuramente c’è grande soddisfazione, erano quasi vent’anni che questa festa non si svolgeva più e rivedere alla luce una delle nostre più grandi tradizione di questa città non può far che piacere».
Come era vissuta ai tuoi tempi questa festa dal quartiere di Santa Maria?
R:«E’ inutile dire che negli anni 50/60 quella di San Cataldo era la festa del quartiere di Santa Maria, una festa che si iniziava a preparare molte settimane prima, i pescatori lasciavano sempre delle piccole offerte e in questo modo contribuivano alla festa, ricordo che si faceva anche una questua. Il quartiere di Santa Maria si illuminava a feste con lampadine, poi vi era la gara tra i pescatori per portare San Cataldo sulla propria barca, infatti vi era una legenda che diceva che chi portava San Cataldo sulla barca il giorno della festa, poi il giorno dopo pescava lo storione – un pesce prelibato, un pesce che raramente si pescava - cosa che poi succedeva, è capitato parecchie volte di pescatori che hanno raccontato questa cosa qui».
Come avveniva la scelta del peschereccio a cui sarebbe poi toccato l’onore di portare la statua di San Cataldo in processione?
R:«La scelta del peschereccio che doveva portare San Cataldo avveniva per sorteggio proprio nella chiesta di San Cataldo, al peschereccio sorteggiato toccava di portare in processione la statua di San Cataldo e il quadro della Stella Maris. Anche a mio padre pescatore, proprietario ai tempi di un peschereccio è capitato questo privilegio di portare la statua di San Cataldo in processione in mare, quindi posso dire di aver vissuto in prima persona questo momento così emozionante».
Qual era il momento più emozionante di questa festa?
R:«Sicuramente vedere le tante persone che si riversavano sulla banchina del porto nel momento che il peschereccio lasciava la banchina. Non se questa volta sarà possibile, ma ai tempi era una cosa molto bella».
E diciamolo, questa festa è anche un modo per ricordare i tanti marinai devoti che tanto hanno amato questa festa e che ora non ci sono più…
R:«Certamente… la festa di San Cataldo era la festa dei marinai e della marineria di Barletta, infatti appeso al Suo Pastorale ci sono due pesci, “un luzzo e una triglia”. Purtroppo oggi la marineria vera di Barletta sta pian piano scomparendo, basta vedere oggi i pescherecci attraccati al molo, un tempo le imbarcazioni si perdevano a vista d’occhio tra pescherecci e barchette, un tempo la marineria era ricca di attività che vivevano sulla pesca, oggi il tutto è ridotto a poche unità quindi potrebbe essere difficile per i marinari provvedere alla festa. Io auspicherei la costituzione di un comitato ad hoc proprio per questa festa».
R:«La scelta del peschereccio che doveva portare San Cataldo avveniva per sorteggio proprio nella chiesta di San Cataldo, al peschereccio sorteggiato toccava di portare in processione la statua di San Cataldo e il quadro della Stella Maris. Anche a mio padre pescatore, proprietario ai tempi di un peschereccio è capitato questo privilegio di portare la statua di San Cataldo in processione in mare, quindi posso dire di aver vissuto in prima persona questo momento così emozionante».
Qual era il momento più emozionante di questa festa?
R:«Sicuramente vedere le tante persone che si riversavano sulla banchina del porto nel momento che il peschereccio lasciava la banchina. Non se questa volta sarà possibile, ma ai tempi era una cosa molto bella».
Ph. theonivas |
R:«Certamente… la festa di San Cataldo era la festa dei marinai e della marineria di Barletta, infatti appeso al Suo Pastorale ci sono due pesci, “un luzzo e una triglia”. Purtroppo oggi la marineria vera di Barletta sta pian piano scomparendo, basta vedere oggi i pescherecci attraccati al molo, un tempo le imbarcazioni si perdevano a vista d’occhio tra pescherecci e barchette, un tempo la marineria era ricca di attività che vivevano sulla pesca, oggi il tutto è ridotto a poche unità quindi potrebbe essere difficile per i marinari provvedere alla festa. Io auspicherei la costituzione di un comitato ad hoc proprio per questa festa».
Gino come popolo cosa possiamo fare affinché quello di quest’anno non rimanga un momento da ricordare poi tra vent’anni?
R:«Per preservare questa tradizione iniziamo a non far mancare la nostra presenza sabato in piazza Marina, quindi il mio invito a tutto il popolo barlettano è quello di esserci. Poi speriamo che tutto vada per il meglio, però posso dirti che sto vedendo molto entusiasmo e gioia per il ritorno di San Cataldo tra le vie del quartiere Santa Maria».
Gino chiudiamo con un po’ di ringraziamenti, doverosi e sentiti li facciamo al nostro Arcivescovo, mons.Leonardo D’Ascenzo, al rettore della chiesa di San Cataldo, don Francesco Fruscio, ma possiamo dire anche che un grazie va al sindaco, dott.Mino Cannito, per aver mantenuto la parola data in sede di campagna elettorale?
R:«Certamente, lui è stato l’artefice e a lui vai il grande merito del ritorno di questo momento così importante della tradizione marinara, sin da subito il dott. Cannito si rese disponibile affinché questa festa tornava a svolgersi».
R:«Per preservare questa tradizione iniziamo a non far mancare la nostra presenza sabato in piazza Marina, quindi il mio invito a tutto il popolo barlettano è quello di esserci. Poi speriamo che tutto vada per il meglio, però posso dirti che sto vedendo molto entusiasmo e gioia per il ritorno di San Cataldo tra le vie del quartiere Santa Maria».
Gino chiudiamo con un po’ di ringraziamenti, doverosi e sentiti li facciamo al nostro Arcivescovo, mons.Leonardo D’Ascenzo, al rettore della chiesa di San Cataldo, don Francesco Fruscio, ma possiamo dire anche che un grazie va al sindaco, dott.Mino Cannito, per aver mantenuto la parola data in sede di campagna elettorale?
R:«Certamente, lui è stato l’artefice e a lui vai il grande merito del ritorno di questo momento così importante della tradizione marinara, sin da subito il dott. Cannito si rese disponibile affinché questa festa tornava a svolgersi».