di NICOLA ZUCCARO - Barletta, 12 settembre 1943. Dieci vigili urbani e due netturbini furono improvvisamente fucilati presso un muro perimetrale del Palazzo della Poste da soldati della Wermacht, perchè ritenuti gli autori dell'eccidio di alcuni dei commilitoni della stessa Divisione germanica di un esercito divenuto nemico dal 3 settembre, con la firma dell'Armistizio presso Cassibile e proclamato l'8 settembre alla radio a firma del Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio.
A 76 anni di distanza, resta ancora poco chiara la dinamica di uno dei più efferati crimini di guerra (per la concitazione che precedette la fucilazione) commessi dai tedeschi in Puglia e in Italia alla fine di quella tragica estate del 1943. Ma su un dato di fatto la posizione della storiografia pugliese conserva la propria fermezza e convinzione. L'eccidio di Barletta fu motivato, con molta probabilità , dalla vendetta dei tedeschi nei confronti degli italiani che, 3 giorni prima, il 9 settembre 1943, difesero il Porto e la città di Bari dagli attacchi dei paracadutisti componenti l'esercito germanico.