di VITTORIO POLITO - Nel centro storico di Bari insiste, in Piazza Mercantile, il Palazzo del Seggio o del Sedile, del quale si parla per la prima volta in un atto del notaio Giovanni de Lutiis del 4 settembre 1466.
Nel palazzo era presente la sede della cancelleria comunale ove si sbrigavano le pratiche pubbliche, prendevano possesso della carica i magistrati comunali non eletti, i sindaci e il mastrogiurato, responsabile dell’ordine pubblico.
Nell’anno 1601 un incendio divampò nella piazza estendendosi nel palazzo nel quale erano depositate armi e polvere da sparo, distruggendolo quasi completamente e causando 60 vittime.
All’edificio, fatto subito ricostruire a cura dei sindaci Nicola Donato Incuria e Pietro Ponzo, si aggiunse, nel 1604, la torretta con l’orologio, ad opera di Giovanni Battista Dottula e Angelo Carrassi, altri due sindaci dell’epoca. L’orologio, fu il primo in Puglia a suonare le ore ed i quarti.
Il congegno funzionò fino al 1763 e, in seguito ad un guasto, per ripararlo, seguirono una serie di vicende finalizzate a bandire gare per la sostituzione del non più funzionante aggeggio. La questione si risolse nel 1765, quando un tal Gerolamo Milella, vinse la gara, con la spesa di 79,80 ducati, realizzando così il nuovo orologio. Il 4 gennaio 1766, i sindaci relazionarono al Consiglio in merito all’intera vicenda e finalmente fu autorizzata la spesa e quindi la sostituzione del vecchio orologio. Quanto sopra lo ricorda Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nel periodico “Nicolaus - Studi storici” Anno XV, fascicolo 1, 2004.
Nei primi dell’Ottocento il Municipio si spostò in via Palazzo di Città, mentre il Sedile fu adibito a pubblico teatro fino al 13 luglio 1835, quando una minaccia di crollo interruppe uno spettacolo in corso, per fortuna senza gravi conseguenze e senza vittime.
In seguito alla chiusura, il 16 settembre successivo, il consiglio decurionale nominò una commissione con l’incarico di studiare il piano per la realizzazione di un nuovo teatro. Il piano fu prontamente valutato e approntata la relazione, datata 4 ottobre 1835, fu sottoposta all’esame del Consiglio il successivo 14 ottobre per valutare la possibile scelta della sede, ma non se ne fece nulla.
Il 4 novembre dello stesso anno, la commissione tornò a riunirsi ed espresse parere favorevole alla scelta del suolo di fronte all’Intendenza (l’attuale Prefettura), proprio dove è situato oggi il Teatro Piccinni e si dette il via alla predisposizione del progetto al cav. Antonio Nicolini. Il 3 aprile 1837 furono approvati i progetti e il 15 o il 18 ottobre fu posta la prima pietra e quindi avviati i lavori sotto la direzione degli architetti Luigi Revest e Vincenzo Fallacara, sostituito in seguito da Giuseppe Barbone, sotto la sorveglianza di un’apposita commissione.
Il 30 maggio 1854 fu inaugurato il Teatro, che non aveva ancora un nome, con la rappresentazione del “Poliuto” di Gaetano Donizetti. Solo in data 8 gennaio 1855, fu dato il nome di “Piccinni”.
Alcune notizie di cui sopra sono riprese dal volume di Vito Antonio Melchiorre “Storie di Bari” (Adda editore).