“Il bambino: tutto ciò che non si sa”: simposio a Bari

di LIVALCA - «Con il tempo i genitori diventano bambini, e i figli sono costretti a crescere» (Licia Troisi) e  « Ogni padre dovrebbe ricordare che un giorno suo figlio seguirà il suo esempio, invece che il suo consiglio» (Kettering) sono due frasi che mi sono tornate in mente in questi giorni in cui ho dovuto rivedere le mie aspettative - comunque sempre da combattente in prima linea - per il prossimo futuro e, come per incanto, mi sono rivisto in un aula del Tribunale di Bari a fare compagnia a  Mario Cavalli, mio padre.

«All’avvocato Pietro Leonida Laforgia mi lega un curioso episodio. In un processo che ci vedeva ‘parte lesa’ era il legale di mio padre. Nel giorno fissato accompagnai il genitore in Tribunale verso le dieci, ma alle dodici la causa non era stata ancora chiamata. Il grande penalista mi chiamò in disparte e mi disse: “Mario è talmente agitato e innervosito dall’attesa che potrebbe avere un tracollo fisico” ed aggiunse “ nessuna causa vinta vale un tale sacrificio”. Conoscendo l’ostinazione e il senso del dovere di mio padre mi accordai con il professionista per dire una piccola bugia, ossia che vi era stato un rinvio del dibattimento. Anni dopo mi telefonò da sindaco di Bari dicendomi che doveva fare un presente ad una personalità ed era interessato alla nostra ristampa anastatica dei tre volumi  della ‘Terra di Bari’ (Laforgia era stato fra coloro che avevano ricevuto i volumi in omaggio da mio padre!).  Mi raccomando, aggiunse, vanno fatturati a me personalmente. Ancora oggi ricordo il tono della telefonata e il suo vocione. Rammentai  al sindaco l’episodio cui ho fatto cenno prima e la mia infinita gratitudine per la sensibilità e grande umanità dimostrata.  Esibendo una potente memoria disse: “ Comunque abbiamo vinto lo stesso la causa”. Chiaramente sindaco, aggiunsi, in virtù di questo singolare ricordo le farò avere i libri in omaggio. La sua risposta fu: “Dalla famiglia Cavalli accetto l’offerta”» ( da ‘ Come eravamo’ di Vito Maurogiovanni, Levante editori Bari, 2005). 

Ho voluto riportare questo episodio per ricordare che le persone perbene e le azioni corrette ci sono sempre state nella vita e che fin che ci saranno, il testo unico denominato ‘mondo’ scritto a più mani, continuerà ad essere rappresentato.  Quando la professoressa Fizzarotti  mi ha segnalato, per porre sollievo alle mie sofferenze, il dr. Filippo Piarulli, osteopata-kinesiologo-fisioterapista,  ho messo in atto un codice frutto di esperienze sul campo. Premesso che mi rifiuto categoricamente di andare su internet ( pur sapendolo fare) perché la conoscenza diretta, il parere delle persone e il libro di carta - non certo per deformazione professionale - sono il mio ‘diario di bordo’, ho chiesto a due vecchi amici ‘notizie’. Subito ho scoperto che Piarulli collabora con il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Bari, diretto dal professore Nicola Laforgia, non a caso  figlio dell’avvocato-senatore-sindaco di Bari cui ho fatto riferimento prima. Ho sempre dato molta importanza al rapporto positivo che si instaura con persone che hanno le stesse basi di sensibilità, direi individui che hanno un DNA ( per mia interpretazione ‘Danno - nel senso di rovina - Nessuno A persone’ ) che si richiama ad Aristotele, per cui ciascun essere umano sente vicino come amico, ogni essere più o meno simile.  Amici filosofi, tranquilli, non mi avventuro a parlarvi dell’Etica Nicomachea  del genio nato a Stagira (dieci libri, anche se onestamente si tratta di capitoli), ma era solo per attestare che  «L’amicizia è un’anima sola abitante in due corpi» è una frase attribuita all’inventore del sillogismo.

Ho visto solo due volte il dottore Piarulli : la prima mi ha affascinato per tranquillità, sicurezza e disponibilità e mi ha dato l’impressione di essere un uomo felice - non è questo il momento di avventurarci in un prologo di cui nessuno sente il bisogno, ma vi comunico che il sottoscritto affida molta importanza al fatto che la gente ‘sembri’ felice e non ho detto appagata - già di suo, la seconda mi è parso quasi un vecchio amico che, intuito  del mio carattere impaziente, mi ha toccato nei ‘punti deboli’ vincendo, con sorrisi genuini, mie eventuali, probabili remore. Con onestà  devo ammettere che la mia conoscenza relativa al termine osteopata si limita alla radice greca ostéon (osso) e  páthos (sofferenza) e a due definizioni trovate su vocabolari (‘ termine generico che indica ogni affezione morbosa delle ossa’ e ‘medicina complementare fondata su basi scientifiche’), per cui mi riprometto, appena la pensione farà capolino, di studiare il tutto.

Il mio amico che mi ha fornito indicazioni su il dr. Piarulli è ‘amante’ della Kinesiologia e, essendo  stato un atleta professionista di buon livello, mi ha detto di non confonderla con la chinesiologia che è altra cosa.

Amico caro forse non sai che io mi sono imbattuto nella ‘neurologia funzionale’  e il dr. Goodheart   anni fa, ma le storie vanno raccontate una per volta ( questo cognome è un programma di ottimismo, ma il ‘caso’  davvero singolare consiste nel fatto che  il dottore in questione,  scomparso da due lustri, Goodheart George  Joseph Jr  era figlio di un altro medico, ossia torna il discorso dell’esempio  di padre in figlio cui ho fatto riferimento in precedenza) e al momento giusto. Nel 2002 un ‘Herpes  zoster’ mi ha lasciato il lato superiore destro completamente ‘morto’, con la fisioterapia sono tornato a vivere.

Sabato 19 ottobre 2019 presso il Seminario Vescovile ( Corso A. De Gasperi, 274/A - Bari) dalle 16,00 alle 18,30 vi sarà un Simposio dal titolo ‘Il bambino : tutto ciò che non si sa’ in cui ben sette  valenti, ‘agguerrite’ signore  cercheranno di  svelarci il mondo dell’infanzia e del percorso di sviluppo del bambino. L’evento è organizzato dall’Associazione Crocerossine d’Italia, rappresentata dalla vice presidente nazionale  Santa Fizzarotti Selvaggi e da Grazia Andidero, responsabile della sezione di Bari, e dalla Mater Dei Hospital, nella persona  di Raffaella Ricci coordinatrice U.O. Ostetricia e Ginecologia, affiancata dalle  prestigiose  figure di Serena Lieggi e Paola Cramarossa, entrambe medico chirurgo spec. In Neonatologia e Ostetricia e Ginecologia e  con la partecipazione di Maria Concetta Rossiello, esperta in scienze delle relazioni umane; il tutto sarà gestito da Domenica Girasoli, la cui esperienza di psicologa e psicoterapeuta servirà a ‘guidare’ e ‘limitare’ la partecipazione di Filippo Piarulli, unico esponente maschile presente, che  ha il non facile compito di far valere anche la figura del padre, passato da pater  familias  a padre  di scorta e, in casi estremi, di ‘scarto’.

La frase di Gabriel Garcia Márquez «A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo» mi rimembra la riflessione che faceva negli anni trenta del secolo scorso Margaret  Mead che, a distanza di un secolo, pur con tutte le modifiche che il tempo e il modo di vivere ha apportato in maniera notevole, può essere ancora materia di pensiero-valutazione.  L’antropologa di Filadelfia aveva notato come i bambini americani  potevano da adulti  diventare aggressivi e prepotenti per le loro precoci esperienze sessuali e per il contatto con la  delinquenza  criminale, mentre i bambini  dell’Arcipelago dell’Oceania meridionale (Polinesia) Samoa, al cospetto degli stessi  eventi, in un diverso contesto  socio-ambientale, potevano  diventare adulti  responsabili.  Per  l’allieva di Franz Boas  le caratteristiche maschili e femminili  non sono solo determinate  dalle differenze biologiche  dei  sessi,  ma risentono di fattori socio-culturali che mutano  in relazione al tipo di collettività, di popolo e di nazione.

Spero, anche se in maniera tortuosa e complessa, di aver dimostrato l’importanza per un soggetto giovane di esempi in cui l’umanità  non sia solo una vuota parola, ma un meccanismo  che lasci spazio, nei fatti, ad azioni concrete improntate all’amore per il prossimo.  La scuola, fin dall’asilo, per sviluppare questo semplice programma  è fondamentale.

Pensate un secolo prima di Cristo un signore nato in Frigia, condotto come schiavo a Roma e poi liberato, di nome Epitteto, autore di un ‘Manuale’ tradotto da Giacomo Leopardi, ci ha lasciato questa perla di saggezza: «Stai attento a lasciare i tuoi figli ben istruiti piuttosto che ricchi, perché le speranze dell’istruito sono migliori della ricchezza dell’ignorante».  Non a caso ho citato questo studioso che dovette abbandonare Roma  in seguito all’editto di Domiziano che allontanava i filosofi dalla città e riparò  in Epiro, dandosi all’insegnamento : da schiavo a filosofo grazie all’istruzione. 
Coloro che ragionano con le statistiche ci portano fuori strada; noi ci siamo convinti che l’essere agiato possa  servire per l’istruzione ( certo spesso aiuta, ma non è una colpa essere ricco!), confondendo il ‘pezzo di carta’ con l’istruzione.   Per capire quello che voglio dire basta  una sera vedere le trasmissioni  culturali a quiz  che ci propinano i palinsesti televisivi.   Arbore, pugliese doc con la lungimiranza dell’artista di razza, ammoniva  ‘ Sì, la vita è tutta un quiz, tu comandi fino a quando hai stretto in mano il telecomando…’. Ritengo sia ora di spegnere.