MILANO - Avrà un supplemento di indagine la vicenda di Alessandra Appiano, la giornalista e scrittrice morta a Milano nel giugno 2018 dopo essersi lanciata nel vuoto dall'ottavo piano di un hotel vicino alla clinica psichiatrica che la ospitava. A deciderlo il giudice di Milano Patrizia Nobile rigettando la richiesta di archiviazione del pubblico ministero.
Il gip in sostanza ha accolto l'istanza del marito della Appiano che si basa soprattutto sulla mancata 'protezione' del paziente, in questo caso appunto la Appiano, da parte della struttura che la ospitava. Appiano, scrittrice di successo, vincitrice del Bancarella nel 2003, impegnata nel sociale e volto noto in tv, era ricoverata nel reparto psichiatria 1-Disturbi dell'umore, dell'ospedale San Raffaele Villa Turro di Milano.
La donna, con la scusa di un permesso per un caffè, che ottiene, esce indisturbata, e sale all'ottavo piano di un hotel vicino e da lì si getta nel vuoto. E' il 3 giugno 2018. Da allora inizia la battaglia legale del marito, Nanni Delbecchi, contro la struttura milanese.
Il gip in sostanza ha accolto l'istanza del marito della Appiano che si basa soprattutto sulla mancata 'protezione' del paziente, in questo caso appunto la Appiano, da parte della struttura che la ospitava. Appiano, scrittrice di successo, vincitrice del Bancarella nel 2003, impegnata nel sociale e volto noto in tv, era ricoverata nel reparto psichiatria 1-Disturbi dell'umore, dell'ospedale San Raffaele Villa Turro di Milano.
La donna, con la scusa di un permesso per un caffè, che ottiene, esce indisturbata, e sale all'ottavo piano di un hotel vicino e da lì si getta nel vuoto. E' il 3 giugno 2018. Da allora inizia la battaglia legale del marito, Nanni Delbecchi, contro la struttura milanese.
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