Campioni nella vita
Il professor Valerio, dal canto suo, è in rotta con la vita: è separato dalla moglie dopo la perdita per meningite fulminante del loro piccolo figlio, e non vuole neanche sentirla al telefono. Vive una vita spartana, immerso nei suoi libri e nei suoi interessi culturali. Questa realtà si scontra inizialmente con quella della superstar Christian, che si mostra recalcitrante ad apprendere qualsiasi insegnamento, culturale ed umano, dal professore. Che intuisce però che il ragazzo ha una grande intelligenza visiva e lo aiuta con schemi didattici come se fossero tattiche di gioco da imparare alla lavagna. Tra i due, pian piano, si instaura un feeling positivo.
Christian va a studiare a casa di Valerio, lascia la fidanzata che pensa solo ai suoi personalissimi followers e si inamora di Alessia, una ragazza del quartiere Trullo come lui, che fa l'addetta alle pulizie a Trigoria per pagarsi gli studi di Medicina. Inoltre, allontana da casa i suoi amici superficiali ed opportunisti. I risultati sul campo si vedono. Christian non si lascia più prendere dalla rabbia agonistica e mette tutte le sue energie nel talento calcistico che non gli manca. Ad interrompere questo clima positivo c'è una brutta storia riguardante il padre di Christian, che l'ha abbandonato da bambino e che si è rifatto vivo solo adesso che il figlio è diventato una star: fingendo di finanziare una fondazione per la ricerca sul cancro (di cui è morta la mamma di Christian, Cecilia) in realtà il padre intasca tutto quel denaro del figlio per sperperarlo a proprio piacimento.
Quando il professor Valerio affronta il padre di Christian rinfacciandogli la sua pochezza umana, quest'ultimo ha una reazione violenta contro il professore, che accusa di essere un fallito. I rapporti tra i due si interrompono, Christian torna a frequentare le cattive amicizie e a farsi espellere in campo per quei gesti rabbiosi che sembrava aver incanalato in una dimensione positiva. Il presidente della Roma, ambiguamente, decide di cederlo alla squadra inglese del Chelsea, dove Christian guadagnerà il doppio che nella Roma, dove il ragazzo avrebbe voluto giocare per sempre. Costretto obtorto collo a subire il trasferimento, Christian non si presenta alla presentazione ufficiale con la squadra inglese, rendendosi irreperibile a tutti: il sesto senso del professor Valerio, da educatore vero, lo conduce a scovarlo al liceo scientifico Morgagni, dove si stanno svolgendo gli esami di maturità, che Christian, con orgoglio suo e di Valerio, sosterrà per soddisfazione personale. Tornerà alla Roma? Questo non è dato saperlo, ma è certo che il professor Valerio andrà finalmente a cena con la moglie, riannodando un rapporto mai sopito.
I due, l'allievo e il maestro, hanno tratto dal loro legame un'esperienza che ha fatto crescere e cambiare entrambi, riaffermando l'idea che la sfida più grande è quella con se stessi. Film bellissimo e coinvolgente, prodotto da Matteo Rovere e Sidney Sibilia, che ribadisce quei valori etici e morali tante volte assenti nel dorato e drogato mondo del football professionistico, dominato esclusivamente dal colore dei soldi e sordo ai richiami umani ed esistenziali. La pellicola è anche un convincente dietro le quinte del rutilante panorama dello sport professionistico attuale, dove giovanotti a volte privi della necessaria avvedutezza, vengono coperti da vagonate di denaro con effetti a volte disastrosi.
Stefano Accorsi è un convincente professor Valerio, che giunge a chiedersi perchè mai non abbia fatto il calciatore, mentre Andrea Carpenzano impersona alla perfezione il ruolo del teen-ager dorato e viziato. Insomma, una lezione da non perdere per quanti credono ancora nei valori morali dello sport e nelle sue valenze umane e pedagogiche. In programmazione su Sky Cinema.
Regia: Leonardo D'Agostini, sceneggiatura Giulia Steigerwalt, fotografia Michele Paradisi, musica Ratchev e Carratello, interpreti: Stefano Accorsi, Andrea Carpenzano, Anita Caprioli, Massimo Popolizio.
Produzione: Italia 2019.