BARI - E' polemica per il caso di un ristoratore barese che ha dovuto cestinare le tipiche orecchiette fatte in casa perché prive di etichetta, dopo i controlli della Finanza. Ora le donne residenti nel centro storico del capoluogo pugliese che producono e vendono orecchiette fatte in casa annunciano battaglia.
Commenta la vicenda il consigliere regionale Turco: “In queste ore assistiamo al caso barese dei controlli sulla tracciabilità delle orecchiette, prodotto tipico apprezzato in Italia e nel resto del mondo. Un prodotto che coniuga tradizione e folclore. Ma oltre l’orecchietta, la Puglia è ricchissima di altre produzioni casalinghe come confetture, sottoli, liquori e passate di pomodoro che spesso sfuggono alle regole delle tracciabilità. Non per negligenza o imperizia dei suoi produttori, soprattutto donne, ma solo perché qui nella nostra regione mancano le opportunità per regolarizzare un settore che trascina la piccola economia domestica e caratterizza il turismo enogastronomico. Bene quindi - prosegue Turco - i controlli soprattutto se questi prodotti finiscono sulle tavole dei ristoranti e non restano entro i confini delle mura domestiche, ma come legislatori dobbiamo dare delle risposte. Ecco perché rilancio, ancora una volta (siamo alla terza) la necessità di istituire in Puglia le imprese alimentari domestiche. In assenza di una chiara normativa nazionale, le Regioni possono disciplinare un settore che crea posti di lavoro soprattutto per l’avvio di imprese giovanili e al femminile. Lo hanno già fatto ad esempio in Veneto e in Abruzzo specificando una serie di aspetti: gli elementi che definiscono le micro attività domestiche alimentari; i requisiti fiscali, di esercizio e quelli dell’immobile destinato ad ospitare le stesse; le caratteristiche delle materie prime e dei prodotti destinati alla somministrazione. Vengono anche istituiti degli appositi albi regionali. E credo che simili discipline tutelino non solo i consumatori ma soprattutto i produttori.
Allora non gettiamo nello sgomento e nella confusione la laboriosità di queste signore, custodi di antiche ricette culinarie. Ma creiamo le opportunità per coniugare tradizione e rispetto delle regole. E mi auguro che l’assessorato alle Politiche Agricole e Alimentari recepisca questa mia richiesta portando il caso all’attenzione della conferenza Stato-Regioni”, conclude Turco.
Commenta la vicenda il consigliere regionale Turco: “In queste ore assistiamo al caso barese dei controlli sulla tracciabilità delle orecchiette, prodotto tipico apprezzato in Italia e nel resto del mondo. Un prodotto che coniuga tradizione e folclore. Ma oltre l’orecchietta, la Puglia è ricchissima di altre produzioni casalinghe come confetture, sottoli, liquori e passate di pomodoro che spesso sfuggono alle regole delle tracciabilità. Non per negligenza o imperizia dei suoi produttori, soprattutto donne, ma solo perché qui nella nostra regione mancano le opportunità per regolarizzare un settore che trascina la piccola economia domestica e caratterizza il turismo enogastronomico. Bene quindi - prosegue Turco - i controlli soprattutto se questi prodotti finiscono sulle tavole dei ristoranti e non restano entro i confini delle mura domestiche, ma come legislatori dobbiamo dare delle risposte. Ecco perché rilancio, ancora una volta (siamo alla terza) la necessità di istituire in Puglia le imprese alimentari domestiche. In assenza di una chiara normativa nazionale, le Regioni possono disciplinare un settore che crea posti di lavoro soprattutto per l’avvio di imprese giovanili e al femminile. Lo hanno già fatto ad esempio in Veneto e in Abruzzo specificando una serie di aspetti: gli elementi che definiscono le micro attività domestiche alimentari; i requisiti fiscali, di esercizio e quelli dell’immobile destinato ad ospitare le stesse; le caratteristiche delle materie prime e dei prodotti destinati alla somministrazione. Vengono anche istituiti degli appositi albi regionali. E credo che simili discipline tutelino non solo i consumatori ma soprattutto i produttori.
Allora non gettiamo nello sgomento e nella confusione la laboriosità di queste signore, custodi di antiche ricette culinarie. Ma creiamo le opportunità per coniugare tradizione e rispetto delle regole. E mi auguro che l’assessorato alle Politiche Agricole e Alimentari recepisca questa mia richiesta portando il caso all’attenzione della conferenza Stato-Regioni”, conclude Turco.