BARI - “Ma è mai possibile che l’attuazione del Piano ambientale a Taranto e la politica industriale italiana si possano fondare sui veti di Barbara Lezzi? Sarebbe il caso che Conte ascoltasse tutti i parlamentari e i consiglieri regionali pugliesi, e non un gruppetto di persone arrivate in Parlamento a loro insaputa. È ora che si esca dai silenzi imbarazzati, perché si ha l’impressione che in molti temano più la caduta del governo che la distruzione di Taranto”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.
“Conte ha detto che il governo sarà giudicato per aver affossato Taranto e non per aver introdotto la protezione legale per attuare il Piano ambientale. Parole equilibrate e logiche che però non riescono a entrare nella mente di alcuni parlamentari pugliesi dei Cinquestelle. E mentre ciò accade, si nota una sequenza di silenzi imbarazzati, forse perché in tanti temono più la caduta del governo che la distruzione di Taranto – prosegue Amati –. Ma come si fa a non capire che pure la prova di forza con Mittal, per salvare Taranto e i crediti dell’indotto, passano dall’eliminazione del presupposto su cui si fonda tutta l’azione legale di risoluzione del contratto? L’atto di citazione di Mittal ruota attorno alla protezione legale e perciò l’ascolto dell’opinione di un gruppetto di politicanti inesperti, Lezzi & company, servirebbe solo per darla vinta all’azienda”.
“Il tutto condito dal fatto, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che la protezione legale non è una scriminante, né un’immunità, né un salvacondotto e nemmeno un’affermazione d’impunità. Si tratta solo di una norma finanche ridondante, perché afferma solo ciò che è già scritto nell’articolo 27 della Costituzione a proposito di colpevolezza. Cioè che nessuno può essere condannato per eventi non prevedibili, non evitabili e non calcolabili. È mai possibile – conclude – che dobbiamo perdere in salute e lavoro per la sciatteria di un gruppetto di volubili parlamentari pugliesi Cinquestelle?”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, Presidente della Commissione regionale bilancio.
“Conte ha detto che il governo sarà giudicato per aver affossato Taranto e non per aver introdotto la protezione legale per attuare il Piano ambientale. Parole equilibrate e logiche che però non riescono a entrare nella mente di alcuni parlamentari pugliesi dei Cinquestelle. E mentre ciò accade, si nota una sequenza di silenzi imbarazzati, forse perché in tanti temono più la caduta del governo che la distruzione di Taranto – prosegue Amati –. Ma come si fa a non capire che pure la prova di forza con Mittal, per salvare Taranto e i crediti dell’indotto, passano dall’eliminazione del presupposto su cui si fonda tutta l’azione legale di risoluzione del contratto? L’atto di citazione di Mittal ruota attorno alla protezione legale e perciò l’ascolto dell’opinione di un gruppetto di politicanti inesperti, Lezzi & company, servirebbe solo per darla vinta all’azienda”.
“Il tutto condito dal fatto, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che la protezione legale non è una scriminante, né un’immunità, né un salvacondotto e nemmeno un’affermazione d’impunità. Si tratta solo di una norma finanche ridondante, perché afferma solo ciò che è già scritto nell’articolo 27 della Costituzione a proposito di colpevolezza. Cioè che nessuno può essere condannato per eventi non prevedibili, non evitabili e non calcolabili. È mai possibile – conclude – che dobbiamo perdere in salute e lavoro per la sciatteria di un gruppetto di volubili parlamentari pugliesi Cinquestelle?”.