Il Conservatorio di Musica ‘N. Piccinni’ dedica un concerto a Nicola Sbisà
di LIVALCA - Con l’arguzia tipica di chi il mondo lo aveva conosciuto prima da abitante e poi da comandante un non meglio identificato rappresentante del popolo soleva dire: ‘…colui che non pesta mai i piedi a nessuno è l’individuo che non si muove mai’, ‘ …il mondo progredisce per le cose impossibili che si è riusciti a compiere’ e ‘…il fuoco è di competenza dei pompieri, ma nell’attesa i presenti possono portare acqua’.
Bene quando mi sono ‘imbattuto’ nel programma messo a punto dal Conservatorio di Musica «NICCOLO’ PICCINNI-Bari», in collaborazione con l’«Associazione Crocerossine d’Italia-Onlus Sez. Bari» e l’« European Music Therapy Day 2019», istantaneamente ho pensato che doveva esserci il coordinamento artistico della professoressa Adriana De Serio e ho arguito che la valente pianista raggruppa nella sua persona tutti gli elementi positivi che si possono attingere dalle tre pillole di saggezza sopra richiamate : coraggio e determinazione, pregio e ostinazione, capacità di chiedere ‘ rinforzi’ e, nell’attesa, operare per il bene comune senza temere di mettersi al lavoro in un campo non prettamente di sua specifica competenza.
Con il Conservatorio di Bari il sottoscritto è legato da un sincero affetto, fin da quando presidente l’avvocato Paolo Ragone, abbiamo realizzato quel volume ‘capolavoro’ (definizione di uno studioso tedesco) « La musica a Bari», Levante editori, Bari, 1993, a cura di Marco Renzi e Dinko Fabris e con un intervento di Riccardo Muti. La De Serio fu uno degli autori del volume insieme a Bozzi, Camicia, Dellegrazie, Formicola, Giangrande, Giovine, Lamanna, Marrone, Melchiorre, Melucci, Moliterni, Morgese, Musajo Somma, Pani, Rubini, Scardicchio, Susca e Nicola e Ugo Sbisà. Non a caso ho lasciato per ultima la famiglia Sbisà perché il Concerto che avrà luogo venerdi 8 ottobre presso l’Auditorio Nino Rota, alle ore 20, è dedicato alla memoria di Nicola Sbisà, recentemente scomparso.
Nel 1988 Giorgio Saponaro partorì l’idea della pubblicazione ‘Bari impossibile’ chiamando a raccolta tutti gli amici disponibili e per il tema della ‘ Città musicale’ eravamo convinti che si riferisse al dr. Nicola Sbisà, quello che a sentir Giorgio: ‘ javetà a dù passe da case’, mentre con meraviglia ci ritrovammo l’articolo del figlio Ugo. Rileggere il bellissimo, oggi più di ieri, intervento di un giovane figlio d’arte significa dare ulteriori benemerenze a Saponaro. Ai miei occhi lo scritto del giovane Sbisà aveva un pregio enorme : dava spazio anche a Paolo Lepore, all’epoca frequentatore abituale di casa Levante.
Saponaro, nelle ‘chicche’ che regalava all’inizio degli scritti ad ogni ‘eletto’, glorificò con queste parole l’uomo fondatore della «Big Band» : ‘ Paolo Lepore, allievo di Nino Rota, è « il musicista di Bari»’ (…scatenando non poche amichevoli polemiche, non ho detto invidie !)). Questo scrisse Saponaro di Sbisà figlio : « Giovanissimo e talentuoso critico musicale. Figlio d’arte ha, dalla nascita, la musica nel sangue e nelle orecchie (naturalmente). Figlio di quell’infaticabile, finissimo e puntuale aedo della musica barese che è da sempre, senza ombra di dubbio, Nicola Sbisà».
Saponaro rendeva omaggio al talento di un ventottenne Ugo, celebrando la grandezza del genitore e dando ragione a quel detto, oggi inflazionato dalla ‘polvere’ e da un disinvolto uso della paternità, che recita :’Un padre vale più di cento maestri’.
Il Concerto di venerdì vedrà impegnati con la De Serio, i docenti, Giove, Pezzolla, Sarcina, Tinelli, De Marco, Dilallo, Carbonara e le musiche spazieranno da Verdi a Wagner, da Chopin a Ponchielli, da Rota a Morricone, da Piazzolla a Offenbach e vi sarà spazio per l’esecuzione di intramontabili canzoni come ‘Reginella’ ‘Torna a Surriento’ e ‘ O paese d’ ‘o sole’, quest’ ultima che porta la firma di Libero Bovio, oltre che di D’Annibale, è conosciuta in tutto il mondo grazie alle interpretazioni di Abbate, Del Monaco, Di Stefano, Venturini, Villa, Pavarotti e, fra poco, di…Giove Antonia (…sulla terra si può anche non ricevere quello che si è ampiamente meritato, ma a riconoscerlo sono solo coloro cui il successo sia stato ‘attestato’…).
Il programma prevede, dopo gli onori di casa del direttore del Conservatorio il medico M° Corrado Roselli (un dottore con la passione del violino che ha avuto l’immenso merito di pubblicare un volume su Gioconda Anna Clelia De Vito - Papageno editore,Bari, 2007-, la famosissima musicista nativa di Martina Franca, ritiratasi appena cinquantenne, che avendo sposato un famoso direttore inglese, divenne cittadina britannica e che oggi pochi ricordano pur essendo stata una delle più grandi violiniste del mondo), un intervento della vice-presidente nazionale delle Crocerossine d’Italia Santa Fizzarotti Selvaggi - scrittrice, poetessa ma anche, per restare in argomento, buona pianista e diligente cantante - e un saluto di Grazia Andidero e Donato Forenza.
Mi piace pensare che il medico chirurgo-direttore-conservatorio Corrado Roselli sia originario della provincia di Foggia, magari anche di San Severo, e sia imparentato con quel Ciro Roselli cultore delle nove sinfonie di L. Van Beethoven. Visto che ci siamo avventurati in voli pindarici oso ritenere che il rigore musicale e comportamentale di Adriana De Serio possa essere accostato alla signora Gioconda De Vito che si rese protagonista di un’azione sublime quando rifiutò uno Stradivari, dono del Governo italiano, con la motivazione che si trattava di oggetto che doveva rimanere per sempre nella disponibilità dell’intero creato e non di una sola persona. Ritengo che la De Serio - da non trascurare che con enorme dedizione continua a pubblicare quel periodico «Pentagrammi», da considerarsi aria pura in un panorama che vede i mezzi di informazione in gravi difficoltà al cospetto delle televisioni - possieda nelle sue ‘corde’ i giusti… ‘accordi’ per ripetere tale esemplare azione in un caso analogo.
Per il buon funzionamento dell’apparato della macchina organizzativa del Conservatorio la ‘provvidenza’ porta il nome del santo dei baresi e il cognome di Luisi, da sempre geniale tessitore di lavoro oscuro ma indispensabile per portare a compimento il mosaico che ogni operazione richiede, la cui naturale simpatia va di pari passo con lo scrupolo con cui difende gli interessi del suo datore di lavoro, assecondato in questo dalla grazia e capacità professionale della dott.ssa Anna Maria Sforza, che sovrintende con oculatezza affinché i conti sia tenuti in ordine.
Positivo e prestigioso che una professionista del valore dell’avvocato Marida Dentamaro sia stata riconfermata alla presidenza del « Piccinni» fino al 2022: le scelte vanno fatte non certo perchè esponenti del ‘gentil sesso’, ma solo per capacità professionali e speriamo di non sentire più dalle giovani generazioni quella frase che suona più o meno così: ‘come è difficile essere donna’.
I quasi duemila ragazzi che frequentano il Conservatorio di Bari sanno che con il loro impegno quotidiano alimenteranno i loro sogni, daranno corpo alle speranze dei loro genitori e che giornalmente scriveranno, pagina dopo pagina, il libro della loro vita : i personaggi sono senz’altro loro, ma l’Autore a volte ci riserva delle sorprese che possono essere piacevoli o poco gradite, ma che comunque vanno accettate perché la vita è una meravigliosa ‘battaglia’ che va affrontata con ‘armonia’.
« Dove mancano le parole, parla la musica» è una frase attribuita a Andersen che ritengo di poter far mia prima di consegnare la ‘scena’ al Concerto dedicato a Nicola Sbisà.
Bene quando mi sono ‘imbattuto’ nel programma messo a punto dal Conservatorio di Musica «NICCOLO’ PICCINNI-Bari», in collaborazione con l’«Associazione Crocerossine d’Italia-Onlus Sez. Bari» e l’« European Music Therapy Day 2019», istantaneamente ho pensato che doveva esserci il coordinamento artistico della professoressa Adriana De Serio e ho arguito che la valente pianista raggruppa nella sua persona tutti gli elementi positivi che si possono attingere dalle tre pillole di saggezza sopra richiamate : coraggio e determinazione, pregio e ostinazione, capacità di chiedere ‘ rinforzi’ e, nell’attesa, operare per il bene comune senza temere di mettersi al lavoro in un campo non prettamente di sua specifica competenza.
Con il Conservatorio di Bari il sottoscritto è legato da un sincero affetto, fin da quando presidente l’avvocato Paolo Ragone, abbiamo realizzato quel volume ‘capolavoro’ (definizione di uno studioso tedesco) « La musica a Bari», Levante editori, Bari, 1993, a cura di Marco Renzi e Dinko Fabris e con un intervento di Riccardo Muti. La De Serio fu uno degli autori del volume insieme a Bozzi, Camicia, Dellegrazie, Formicola, Giangrande, Giovine, Lamanna, Marrone, Melchiorre, Melucci, Moliterni, Morgese, Musajo Somma, Pani, Rubini, Scardicchio, Susca e Nicola e Ugo Sbisà. Non a caso ho lasciato per ultima la famiglia Sbisà perché il Concerto che avrà luogo venerdi 8 ottobre presso l’Auditorio Nino Rota, alle ore 20, è dedicato alla memoria di Nicola Sbisà, recentemente scomparso.
Nel 1988 Giorgio Saponaro partorì l’idea della pubblicazione ‘Bari impossibile’ chiamando a raccolta tutti gli amici disponibili e per il tema della ‘ Città musicale’ eravamo convinti che si riferisse al dr. Nicola Sbisà, quello che a sentir Giorgio: ‘ javetà a dù passe da case’, mentre con meraviglia ci ritrovammo l’articolo del figlio Ugo. Rileggere il bellissimo, oggi più di ieri, intervento di un giovane figlio d’arte significa dare ulteriori benemerenze a Saponaro. Ai miei occhi lo scritto del giovane Sbisà aveva un pregio enorme : dava spazio anche a Paolo Lepore, all’epoca frequentatore abituale di casa Levante.
Saponaro, nelle ‘chicche’ che regalava all’inizio degli scritti ad ogni ‘eletto’, glorificò con queste parole l’uomo fondatore della «Big Band» : ‘ Paolo Lepore, allievo di Nino Rota, è « il musicista di Bari»’ (…scatenando non poche amichevoli polemiche, non ho detto invidie !)). Questo scrisse Saponaro di Sbisà figlio : « Giovanissimo e talentuoso critico musicale. Figlio d’arte ha, dalla nascita, la musica nel sangue e nelle orecchie (naturalmente). Figlio di quell’infaticabile, finissimo e puntuale aedo della musica barese che è da sempre, senza ombra di dubbio, Nicola Sbisà».
Saponaro rendeva omaggio al talento di un ventottenne Ugo, celebrando la grandezza del genitore e dando ragione a quel detto, oggi inflazionato dalla ‘polvere’ e da un disinvolto uso della paternità, che recita :’Un padre vale più di cento maestri’.
Il Concerto di venerdì vedrà impegnati con la De Serio, i docenti, Giove, Pezzolla, Sarcina, Tinelli, De Marco, Dilallo, Carbonara e le musiche spazieranno da Verdi a Wagner, da Chopin a Ponchielli, da Rota a Morricone, da Piazzolla a Offenbach e vi sarà spazio per l’esecuzione di intramontabili canzoni come ‘Reginella’ ‘Torna a Surriento’ e ‘ O paese d’ ‘o sole’, quest’ ultima che porta la firma di Libero Bovio, oltre che di D’Annibale, è conosciuta in tutto il mondo grazie alle interpretazioni di Abbate, Del Monaco, Di Stefano, Venturini, Villa, Pavarotti e, fra poco, di…Giove Antonia (…sulla terra si può anche non ricevere quello che si è ampiamente meritato, ma a riconoscerlo sono solo coloro cui il successo sia stato ‘attestato’…).
Il programma prevede, dopo gli onori di casa del direttore del Conservatorio il medico M° Corrado Roselli (un dottore con la passione del violino che ha avuto l’immenso merito di pubblicare un volume su Gioconda Anna Clelia De Vito - Papageno editore,Bari, 2007-, la famosissima musicista nativa di Martina Franca, ritiratasi appena cinquantenne, che avendo sposato un famoso direttore inglese, divenne cittadina britannica e che oggi pochi ricordano pur essendo stata una delle più grandi violiniste del mondo), un intervento della vice-presidente nazionale delle Crocerossine d’Italia Santa Fizzarotti Selvaggi - scrittrice, poetessa ma anche, per restare in argomento, buona pianista e diligente cantante - e un saluto di Grazia Andidero e Donato Forenza.
Mi piace pensare che il medico chirurgo-direttore-conservatorio Corrado Roselli sia originario della provincia di Foggia, magari anche di San Severo, e sia imparentato con quel Ciro Roselli cultore delle nove sinfonie di L. Van Beethoven. Visto che ci siamo avventurati in voli pindarici oso ritenere che il rigore musicale e comportamentale di Adriana De Serio possa essere accostato alla signora Gioconda De Vito che si rese protagonista di un’azione sublime quando rifiutò uno Stradivari, dono del Governo italiano, con la motivazione che si trattava di oggetto che doveva rimanere per sempre nella disponibilità dell’intero creato e non di una sola persona. Ritengo che la De Serio - da non trascurare che con enorme dedizione continua a pubblicare quel periodico «Pentagrammi», da considerarsi aria pura in un panorama che vede i mezzi di informazione in gravi difficoltà al cospetto delle televisioni - possieda nelle sue ‘corde’ i giusti… ‘accordi’ per ripetere tale esemplare azione in un caso analogo.
Per il buon funzionamento dell’apparato della macchina organizzativa del Conservatorio la ‘provvidenza’ porta il nome del santo dei baresi e il cognome di Luisi, da sempre geniale tessitore di lavoro oscuro ma indispensabile per portare a compimento il mosaico che ogni operazione richiede, la cui naturale simpatia va di pari passo con lo scrupolo con cui difende gli interessi del suo datore di lavoro, assecondato in questo dalla grazia e capacità professionale della dott.ssa Anna Maria Sforza, che sovrintende con oculatezza affinché i conti sia tenuti in ordine.
Positivo e prestigioso che una professionista del valore dell’avvocato Marida Dentamaro sia stata riconfermata alla presidenza del « Piccinni» fino al 2022: le scelte vanno fatte non certo perchè esponenti del ‘gentil sesso’, ma solo per capacità professionali e speriamo di non sentire più dalle giovani generazioni quella frase che suona più o meno così: ‘come è difficile essere donna’.
I quasi duemila ragazzi che frequentano il Conservatorio di Bari sanno che con il loro impegno quotidiano alimenteranno i loro sogni, daranno corpo alle speranze dei loro genitori e che giornalmente scriveranno, pagina dopo pagina, il libro della loro vita : i personaggi sono senz’altro loro, ma l’Autore a volte ci riserva delle sorprese che possono essere piacevoli o poco gradite, ma che comunque vanno accettate perché la vita è una meravigliosa ‘battaglia’ che va affrontata con ‘armonia’.
« Dove mancano le parole, parla la musica» è una frase attribuita a Andersen che ritengo di poter far mia prima di consegnare la ‘scena’ al Concerto dedicato a Nicola Sbisà.