Ilva: Afo 2 rimane acceso. Landini: "Primo risultato importante"


ROMA - Svolta nel caso Ilva. Sotto il pressing dei giudici l'azienda comunica ai sindacati lo stop della procedura di sospensione dello spegnimento degli altiforni dall'acciaieria di Taranto. Nelle stesse ore in cui il capo dello Stato 'entra in campo' ricevendo le parti sociali sottolineando la centralità della vicenda.

La sospensione della procedura di spegnimento degli impianti "è un primo risultato importante ma adesso non c'è tempo da perdere", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, all'uscita dal Quirinale. "Noi abbiamo chiesto al presidente del consiglio di convocare la proprietà e i sindacati perché ArcelorMittal deve revocare il provvedimento e il governo deve ripristinare tutte le condizioni legislative presenti all'atto dell'accordo. E' il momento della responsabilità", ha detto.

I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - si apprende da fonti sindacali -, per affrontare la questione dell'ex Ilva e in generale delle crisi industriali.

E' fissata intanto per il prossimo 27 novembre l'udienza che riguarda il ricorso d'urgenza presentato dai commissari da Claudio Marangoni, il presidente della sezione specializzata in materia d'impresa del tribunale di Milano, il quale ha invitato ArcelorMittal "a non porre in essere ulteriori iniziative - si legge in una nota del presidente del Tribunale Roberto Bichi - e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti" dello stabilimento siderurgico.

Nel ricorso dei commissari si legge che l'iniziativa di ArcelorMittal di sciogliere il contratto di affitto dell'ex Ilva "nulla c'entra con le giustificazioni avanzate che non pervengono neppure ad un livello di dignitosa sostenibilità: essa è invece semplicemente strumentale alla dolosa intenzione di forzare con violenza e minacce un riassetto" dell'obbligo contrattuale "precedentemente negoziato (...) che il gruppo (...) evidentemente non ritiene più rispondente ai propri interessi".

I comportamenti di ArcelorMittal per perseguire l'"illegittimo intento" di sciogliere il contratto d'affitto dell'ex Ilva "sono stati programmati" per "recare il maggior possibile livello di devastante offensività". E' scritto nel ricorso cautelare depositato, tramite i legali, dagli ex commissari contro l'iniziativa del Gruppo avvenuta senza alcun "preavviso" e la disponibilità "ad un esame congiunto della situazione per l'adozione di un piano condiviso" per garantire la "continuità dell'attività".

Intanto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha raggiunto alle 7 di questa mattina Taranto per partecipare al presidio delle imprese e dei lavoratori dell’indotto ex Ilva: “È importante - ha dichiarato Emiliano - che l’azienda paghi le fatture che sono scoperte perché sono decine e decine di milioni di euro che servono a pagare gli stipendi di questi lavoratori. E servono soprattutto a consentire alla fabbrica di continuare la sua attività. E siccome si sono impegnati a pagare, devono farlo presto, perché ogni azienda ha i suoi termini. Se non lo fanno, noi stiamo studiando un sistema col Presidente del Consiglio affinché la Regione Puglia paghi le fatture al posto di Mittal e poi subentreremo come creditori dell'Ilva. E glielo sconsiglio a Mittal di trasformare la Regione Puglia anche in un creditore della loro azienda perché a quel punto veramente li perseguiteremo legalmente, ovunque al mondo, perché questo modo di fare non corrisponde all'etica di una grande multinazionale come ArcelorMittal dice di essere”.

“Quello in atto da parte dell’indotto - ha detto Emiliano - sarà un blocco intelligente che consentirà alle merci che devono entrare per alimentare la fabbrica di continuare ad arrivare. Ma è chiaro che non è possibile pensare che queste imprese dell'indotto alle quali sono stati già portati via 150 milioni di euro nella prima fase dell'emergenza Ilva, non ricevano il pagamento delle fatture, perché in questo modo si rischia veramente di far fallire decine e decine di aziende. Quindi noi pretenderemo questo pagamento, che peraltro ci è stato assicurato dall’ad Morselli che ho incontrato per questa ragione. Stamattina abbiamo avuto qualche notizia su un inizio di discussione sulla vertenza e mi auguro che questa domenica abbia fatto riflettere Mittal sulla follia che sta mettendo in essere, perché hanno adottato una strategia di sfida diretta che evidentemente noi non possiamo accettare. Sedendosi a ragionare si può trovare una soluzione".

"Abbiamo già detto - ha spiegato - che nessuno è insensibile alla crisi dell'acciaio di questo momento: però un conto è discutere e un conto è scatenare il panico e far fallire le aziende che non hanno nessuna colpa. Sono due cose completamente diverse. In questo momento bisogna evidentemente mantenere la calma. Questo presidio io lo considero importante perché fa capire che noi non stiamo a guardare. Come gli operai dell'Ilva che si sono rifiutati di spegnere le centrali elettriche, e li ho apprezzati moltissimo, quelli che comandano devono sapere che questa fabbrica è gestita dagli operai, quelli interni e quelli dell'indotto. E devono sapere che questa fabbrica non è un videogioco, è una fabbrica vera dove se gli operai non intendono obbedire ad ordini, che peraltro violano la legge dal mio punto di vista perché la distruzione della fabbrica è un reato, noi saremo dalla parte degli operai e dalla parte di chi impedisce la distruzione della fabbrica”.

“La soluzione l’abbiamo indicata da tempo - ha aggiunto Emiliano - questa fabbrica deve essere innovata dal punto di vista tecnologico, deve diventare non pericolosa per la salute e va evidentemente decarbonizzata: questo processo che noi sosteniamo da anni finalmente ha convinto tutti, non so se convincerà ArcerlorMittal ma quel che è certo è che questa fabbrica così com'è rischia di non essere economica dal punto di vista della gestione e di essere pericolosa per la salute. Bisogna immediatamente intervenire, per questo sono a disposizione finanziamenti europei molto importanti che Mittal potrebbe utilizzare ove volesse proseguire la gestione. Ma se ha deciso di fare del male a se stessa e di fare del male a noi, a questo punto noi reagiremo, questo è poco ma è sicuro”.
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