SAN SEVERO (FG) – “Per la prima volta dopo tanti anni abbiamo sentito un ministro esprimere vicinanza reale agli agricoltori colpiti dalla criminalità organizzata. A San Severo, il Ministro Bellanova ha posto le basi per affrontare in modo diverso e più efficace il fenomeno dei furti e degli atti intimidatori nelle campagne e contro le aziende agricole. Anche sul caporalato, finalmente, il Governo dà segno di capire che ridurre tutto alla criminalizzazione di un intero comparto non è affatto la strada giusta”. E’ Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a commentare le prese di posizione espresse dal ministro Teresa Bellanova nell’incontro che si è svolto domenica 24 novembre a San Severo.
PUGLIA SOTTO ATTACCO. Proprio a San Severo, ignoti hanno volutamente causato lo sversamento di migliaia di ettolitri di mostro, causando un danno di circa 2 milioni di euro ai soci dell’Antica Cantina. E’ l’episodio più clamoroso degli ultimi mesi, ma in questo periodo si sono susseguiti in tutta la puglia furti e tentativi di furto durante la raccolta delle olive in tutte le province, soprattutto nel Barese e nel Foggiano. Ancora prima, però, il problema aveva riguardato la raccolta dei melograni, con diversi “colpi” messi a segno e intere produzioni andate perdute. Furti a ripetizione, in questi e negli scorsi mesi, si sono verificati non solo in Capitanata ma anche nel Barese e in tutte le altre province pugliesi. La criminalità ha messo le mani su intere produzioni, attrezzature e mezzi agricoli. “Garantire sicurezza nelle campagne significa consentire lo sviluppo di un settore trainante dell’economia del nostro territorio”, ha dichiarato Carrabba. Quotidianamente gli agricoltori e gli addetti ai lavori nei campi sono vittime di ripetuti furti di prodotti agricoli, mezzi e attrezzature agricole, cavi di rame, quadri elettrici, pannelli fotovoltaici, capi di bestiame, con danneggiamenti agli impianti irrigui. Frequentemente, gli agricoltori rinunciano a denunciare per paura di ritorsioni. Spesso, soprattutto nel periodo della raccolta delle produzioni, sono costretti a organizzarsi in vere e proprie ronde per controllare le produzioni o comunque a sostenere ulteriori costi facendo ricorso alla vigilanza privata.
AGRICOLTORI CRIMINALIZZATI. “Sul caporalato deve essere chiara una cosa: criminalizzare l’agricoltura è una follia, oltre che una cosa assolutamente ingiusta: in Puglia, il comparto primario dà lavoro a 90mila addetti, vale a dire l’ex Ilva moltiplicata 7 volte e mezzo. Se, tutti insieme, facciamo funzionare il sistema pubblico, allora possiamo sconfiggere il caporalato. Lo ribadiamo: servono risposte ed efficienza sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro; occorre intervenire sui servizi per il trasporto; è necessario, infine, garantire redditività agli agricoltori, riequilibrando i rapporti di forza con la parte industriale e la Grande Distribuzione Organizzata. Lo abbiamo detto al Ministro Bellanova, che concorda con noi: bisogna contrastare la piaga del sottocosto, dello svilimento assoluto del lavoro degli agricoltori che viene messo sotto i piedi da chi propone sulle sue bottiglie la dicitura ‘olio extravergine di oliva’ vendendolo a 2, 3 o 4 euro. La stessa cosa vale per l’uva da tavola, gli agrumi, gli ortaggi e i legumi. Così distruggeranno l’agricoltura”.
Spogliare i caporali della posizione di potere che è data loro dalla gestione e distribuzione della manodopera: questo, secondo la CIA Agricoltori Italiani della Puglia, è il punto nodale della questione. Per CIA Puglia, inoltre, sottacere la questione del giusto reddito per i produttori è un’ipocrisia, oltre che un boomerang. Tutta la filiera deve trovare un punto di equilibrio che assicuri un compenso equo al lavoratore e il riconoscimento di un prezzo remunerativo per il prodotto raccolto. Bisogna trovare il modo affinché questo problema sia affrontato strutturalmente, impedendo alla GDO di determinare prezzi al ribasso.
PUGLIA SOTTO ATTACCO. Proprio a San Severo, ignoti hanno volutamente causato lo sversamento di migliaia di ettolitri di mostro, causando un danno di circa 2 milioni di euro ai soci dell’Antica Cantina. E’ l’episodio più clamoroso degli ultimi mesi, ma in questo periodo si sono susseguiti in tutta la puglia furti e tentativi di furto durante la raccolta delle olive in tutte le province, soprattutto nel Barese e nel Foggiano. Ancora prima, però, il problema aveva riguardato la raccolta dei melograni, con diversi “colpi” messi a segno e intere produzioni andate perdute. Furti a ripetizione, in questi e negli scorsi mesi, si sono verificati non solo in Capitanata ma anche nel Barese e in tutte le altre province pugliesi. La criminalità ha messo le mani su intere produzioni, attrezzature e mezzi agricoli. “Garantire sicurezza nelle campagne significa consentire lo sviluppo di un settore trainante dell’economia del nostro territorio”, ha dichiarato Carrabba. Quotidianamente gli agricoltori e gli addetti ai lavori nei campi sono vittime di ripetuti furti di prodotti agricoli, mezzi e attrezzature agricole, cavi di rame, quadri elettrici, pannelli fotovoltaici, capi di bestiame, con danneggiamenti agli impianti irrigui. Frequentemente, gli agricoltori rinunciano a denunciare per paura di ritorsioni. Spesso, soprattutto nel periodo della raccolta delle produzioni, sono costretti a organizzarsi in vere e proprie ronde per controllare le produzioni o comunque a sostenere ulteriori costi facendo ricorso alla vigilanza privata.
AGRICOLTORI CRIMINALIZZATI. “Sul caporalato deve essere chiara una cosa: criminalizzare l’agricoltura è una follia, oltre che una cosa assolutamente ingiusta: in Puglia, il comparto primario dà lavoro a 90mila addetti, vale a dire l’ex Ilva moltiplicata 7 volte e mezzo. Se, tutti insieme, facciamo funzionare il sistema pubblico, allora possiamo sconfiggere il caporalato. Lo ribadiamo: servono risposte ed efficienza sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro; occorre intervenire sui servizi per il trasporto; è necessario, infine, garantire redditività agli agricoltori, riequilibrando i rapporti di forza con la parte industriale e la Grande Distribuzione Organizzata. Lo abbiamo detto al Ministro Bellanova, che concorda con noi: bisogna contrastare la piaga del sottocosto, dello svilimento assoluto del lavoro degli agricoltori che viene messo sotto i piedi da chi propone sulle sue bottiglie la dicitura ‘olio extravergine di oliva’ vendendolo a 2, 3 o 4 euro. La stessa cosa vale per l’uva da tavola, gli agrumi, gli ortaggi e i legumi. Così distruggeranno l’agricoltura”.
Spogliare i caporali della posizione di potere che è data loro dalla gestione e distribuzione della manodopera: questo, secondo la CIA Agricoltori Italiani della Puglia, è il punto nodale della questione. Per CIA Puglia, inoltre, sottacere la questione del giusto reddito per i produttori è un’ipocrisia, oltre che un boomerang. Tutta la filiera deve trovare un punto di equilibrio che assicuri un compenso equo al lavoratore e il riconoscimento di un prezzo remunerativo per il prodotto raccolto. Bisogna trovare il modo affinché questo problema sia affrontato strutturalmente, impedendo alla GDO di determinare prezzi al ribasso.