ROMA - Fratelli d'Italia ha presentato, a firma del deputato pugliese Marcello Gemmato, un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo per sapere il Governo intenda valutare se sussistono i presupposti per riesaminare la Delibera del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell’11 giugno 2019 con la quale è stata accolta l’opposizione presentata dalla Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, al fine di consentire il mantenimento dei pontili galleggianti per l’intero anno anche oltre il termine del 31 dicembre 2020 già comunque stabilito dall’art. 1, comma 246, della L. n. 145/2018.
Da quanto il coordinatore regionale pugliese Erio Congedo ha potuto apprendere dagli organi di stampa -e da qui il coinvolgimento dell'On. Gemmato- pare che la Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto abbia imposto al comune di Otranto di smontare la struttura portuale di approdo costituita da pontili galleggianti soltanto nel corso dei 6 mesi invernali per garantire la mitigazione dell'impatto paesaggistico ed il ripristino dell'integrità panoramica. Sembrerebbe inoltre – sempre da quanto riportato dagli organi di stampa - che a maggio 2019 il Consiglio di Stato avrebbe ribaltato la sentenza del Tar di Lecce che aveva legittimato a restare ancorati, anche in inverno, i pontili galleggianti del porto di Otranto e che il Comune idrutino è stato condannato al pagamento delle spese in favore del Ministero e dovrà , nella prossima stagione invernale, smontare i pontili, predisporre un nuovo progetto per smontaggio e seguire un nuovo iter di approvazione innescando, da questo momento in poi, un cortocircuito burocratico tra tutti gli Uffici e gli enti di competenza.
Va ricordato che le operazioni di smontaggio e rimontaggio dei pontili galleggianti e la conseguente assenza di un punto di approdo stabile per tutto l’anno comporterebbe una serie di problemi rilevanti per l’economia del turismo della città rappresentato da centinaia di piccole imprese e da numerosa forza lavoro occupata; inoltre è stato stimato che le predette operazioni pare siano in grado di determinare circa 800.000 euro di costi annui ai danni delle casse del comune e che, a livello di tempistiche, smontaggio e rimontaggio avverrebbero quasi senza soluzione di continuità , atteso che lo smontaggio richiederebbe una presenza del cantiere non inferiore a cinque mesi all'anno e che l'area marittima interessata dai lavori sarebbe comunque ingombrata anche nei mesi invernali.
Da quanto il coordinatore regionale pugliese Erio Congedo ha potuto apprendere dagli organi di stampa -e da qui il coinvolgimento dell'On. Gemmato- pare che la Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto abbia imposto al comune di Otranto di smontare la struttura portuale di approdo costituita da pontili galleggianti soltanto nel corso dei 6 mesi invernali per garantire la mitigazione dell'impatto paesaggistico ed il ripristino dell'integrità panoramica. Sembrerebbe inoltre – sempre da quanto riportato dagli organi di stampa - che a maggio 2019 il Consiglio di Stato avrebbe ribaltato la sentenza del Tar di Lecce che aveva legittimato a restare ancorati, anche in inverno, i pontili galleggianti del porto di Otranto e che il Comune idrutino è stato condannato al pagamento delle spese in favore del Ministero e dovrà , nella prossima stagione invernale, smontare i pontili, predisporre un nuovo progetto per smontaggio e seguire un nuovo iter di approvazione innescando, da questo momento in poi, un cortocircuito burocratico tra tutti gli Uffici e gli enti di competenza.
Va ricordato che le operazioni di smontaggio e rimontaggio dei pontili galleggianti e la conseguente assenza di un punto di approdo stabile per tutto l’anno comporterebbe una serie di problemi rilevanti per l’economia del turismo della città rappresentato da centinaia di piccole imprese e da numerosa forza lavoro occupata; inoltre è stato stimato che le predette operazioni pare siano in grado di determinare circa 800.000 euro di costi annui ai danni delle casse del comune e che, a livello di tempistiche, smontaggio e rimontaggio avverrebbero quasi senza soluzione di continuità , atteso che lo smontaggio richiederebbe una presenza del cantiere non inferiore a cinque mesi all'anno e che l'area marittima interessata dai lavori sarebbe comunque ingombrata anche nei mesi invernali.