ALBEROBELLO - Un convegno di presentazione, una conferenza e quattro workshop in tutta la Puglia, con il coinvolgimento complessivo di circa 200 imprenditori e di 11 città in tutta la regione: sono questi i numeri di “SI Zootecnia”, progetto di CIA Agricoltori Italiani della Puglia che oggi, giovedì 14 novembre, proseguirà con un workshop incentrato su “Le nuove tecniche di allevamento: innovazione nella dieta dei ruminanti”. L’incontro si terrà in via Don Francesco Gigante 25, nello Studio Spinosa, a partire dalle ore 9.
Interverranno Felice Ardito, presidente provinciale di Cia Levante; Mariangela Caroprese, docente associato dell’Università di Foggia; e Marzia Albenzio, professore ordinario Università di Foggia. Il progetto ha preso il via lo scorso 24 settembre, con la conferenza di presentazione tenutasi a Putignano. Il ciclo di incontri, al quale collabora la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia, è sostenuto dal Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambiente della Regione Puglia nell’ambito del PSR 2014-2020, Misura 1 “Trasferimento di conoscenze e azioni di formazione”, Sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione”. “SI Zootecnia” è l’acronimo che indica Sostenibilità e Innovazione come cardini dello sviluppo di tutto il settore zootecnico pugliese.
LA ZOOTECNIA IN PUGLIA - In Puglia, il settore zootecnico presenta punte d’eccellenza con grandi allevamenti, aziende che producono e danno lavoro in tutte le province. Nel Barese e nella BAT è localizzata la maggior parte delle unità allevatrici di bovini, equini e imprese d’allevamento avicole. La provincia di Foggia è attiva nel settore con un’alta concentrazione di allevamenti bufalini, suini, ovini e caprini. Il settore zootecnico presenta numeri rilevanti anche nel Brindisino, in provincia di Taranto e nel Leccese. La zootecnia, nella sua interezza, presenta dinamiche comuni in tutta la Puglia per quanto attiene sia ai punti di forza che di debolezza. La ridotta dimensione economica media delle imprese denota una ancora insufficiente propensione ad aggregarsi, unire le forze, acquisire il potere contrattuale e le risorse necessarie a imporsi con più forza sul mercato. Si tratta di problematiche che incidono negativamente sulla redditività dei prodotti primari, primo anello della filiera. Di qui, la necessità di favorire le aggregazioni attraverso un progetto che mostra il percorso, le modalità e i vantaggi di sviluppare sinergie, consorzi, strumenti utili a potenziare e differenziare competenze e risorse strumentali e professionali per essere vincenti sul mercato nazionale e internazionale.
Interverranno Felice Ardito, presidente provinciale di Cia Levante; Mariangela Caroprese, docente associato dell’Università di Foggia; e Marzia Albenzio, professore ordinario Università di Foggia. Il progetto ha preso il via lo scorso 24 settembre, con la conferenza di presentazione tenutasi a Putignano. Il ciclo di incontri, al quale collabora la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia, è sostenuto dal Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambiente della Regione Puglia nell’ambito del PSR 2014-2020, Misura 1 “Trasferimento di conoscenze e azioni di formazione”, Sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione”. “SI Zootecnia” è l’acronimo che indica Sostenibilità e Innovazione come cardini dello sviluppo di tutto il settore zootecnico pugliese.
LA ZOOTECNIA IN PUGLIA - In Puglia, il settore zootecnico presenta punte d’eccellenza con grandi allevamenti, aziende che producono e danno lavoro in tutte le province. Nel Barese e nella BAT è localizzata la maggior parte delle unità allevatrici di bovini, equini e imprese d’allevamento avicole. La provincia di Foggia è attiva nel settore con un’alta concentrazione di allevamenti bufalini, suini, ovini e caprini. Il settore zootecnico presenta numeri rilevanti anche nel Brindisino, in provincia di Taranto e nel Leccese. La zootecnia, nella sua interezza, presenta dinamiche comuni in tutta la Puglia per quanto attiene sia ai punti di forza che di debolezza. La ridotta dimensione economica media delle imprese denota una ancora insufficiente propensione ad aggregarsi, unire le forze, acquisire il potere contrattuale e le risorse necessarie a imporsi con più forza sul mercato. Si tratta di problematiche che incidono negativamente sulla redditività dei prodotti primari, primo anello della filiera. Di qui, la necessità di favorire le aggregazioni attraverso un progetto che mostra il percorso, le modalità e i vantaggi di sviluppare sinergie, consorzi, strumenti utili a potenziare e differenziare competenze e risorse strumentali e professionali per essere vincenti sul mercato nazionale e internazionale.
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