di VITTORIO POLITO - Nel centro storico di Bari è presente un breve tratto di strada denominata corte del Catapano (da strada di Palazzo di Città a largo Urbano II), ma logica vuole che il nome spetterebbe al comprensorio costituito dal largo Urbano II, dalla piazza San Nicola e dal largo Abate Elia, i quali rappresentano l’antica corte del catapano in cui sorse la Basilica di San Nicola.
Intorno al 969 fu costituito il catapanato d’Italia con a capo un catapano, alto ufficiale bizantino che governava le provincie. Dal 10° secolo in poi il governatore bizantino risiedeva a Bari, mentre all’epoca della denominazione normanna e spagnola risiedeva in Sicilia ed era preposto alla sorveglianza dei commerci e dei mercati. La stessa Capitanata ha preso il nome dai funzionari (catapani) che l’amministravano in epoca bizantina.
Ma chi era il catapano? Secondo Guglielmo Apulo, in un suo famoso poema sulle gesta dei normanni, scrive che era uno che stava a capo di tutti, che comanda, ossia un governatore. Bari fu sede di tale magistrato, a capo del catapano, chiamata appunto corte catapanale.
L’area della corte, oggi occupata dalla Basilica, comprendeva la reggia, gli uffici, l’alloggiamento della guarnigione, chiese, cappelle, piccoli terreni e una minuscola darsena per le navi in arrivo e in partenza.
Vito Antonio Melchiorre (1922-2010) ci fa sapere che intorno al 1011, questa cittadella fu fortificata dal catapano Basilio Mesardonite, come risulta dalla scritta su una lastra conservata nel lapidario della Basilica barese.
Va detto che la corte del catapano era vigilata attentamente dalla guarnigione come risulta dalla seguente citazione: “Tota curte de predicta ecclesia S.ti Georgii. Prima ab oriente est illud unde preteribant et ambulabant homines de catapanibus huius civitatis quando custodiebant curtem domnicam”.
Nel 1087, le spoglie di San Nicola, furono affidate alla cure dell’Abate Elia, rettore del Convento di San Benedetto e, dopo tre giorni, per tenerle al sicuro, le fece trasferire e custodire nella chiesa di Sant’Eustrazio, nella corte del catapano, in attesa dell’autorizzazione del duca Ruggiero, per la costruzione della Basilica.
Ma chi erano i catapani di Bari? Quelli conosciuti li ricorda Melchiorre nel suo libro “Bari Vecchia” (Adda Editore).
Gregorio Trachaniota o Tracamoto (999), Xifea (1006), Curcuas, patrizio (1008), Basilio Mesardonite (1010), Andronico Turnichio (1017), Basilio Bugiano (1018), Cristofaro (1028), Potone (1029), Michail, protospata con Ykiacon (1031), Costantino, protospata, detto Opo (1033), Michail, patrizio e duca, detto Sfrondilo (1038), Niceforo, detto Dulchiano (1039), Michele Dulchiano, il giovane, protospatario (1040), Exaugusto Bugiano, figlio di Basilio, surrogato da Sidoniano – Maniace, maestro e duca (1041), Argiro (1042), Teodoro Cano (1043), Eustachio Paladino e Costantino Chagea (1045), Giovanni Rafayl (1046), Bayulo (1049), Sicone da Matera (1052), Scinuro (1054), Miriarca (1060), Marulo (1061), Siriano e Pulchairo (1062), Apochara (1064), Cyriaco (1066), Mabrica (1067), Stefano Paterano (1069).