La leggenda di San Nicola e San Cassiano

di VITTORIO POLITO - Per leggenda si intende una breve narrazione relativa alla vita di un santo, dove l’elemento storico è deformato dalla fantasia popolare o arricchito da elementi immaginari.

San Nicola, vescovo e confessore, è considerato uno dei Santi più popolari della cristianità, celebrato in tutte le nazioni, soprattutto dalla Chiesta russa, ove sono innumerevoli chiese e cappelle a Lui dedicate.

Tra le leggende relative al nostro Santo protettore vi è quella relativa a San Nicola e San Cassiano che lo storico della Basilica di Bari, padre Gerardo Cioffari o.p., riporta nel suo libro “San Nicola – La vita, i miracoli, le leggende” (Basilica di San Nicola Editore). Il nome Cassiano deriva dal latino Cassianus, tratto dal sanscrito sasadànah, che significa “armato d’elmo”.

«Una volta, d’autunno, un contadino, mentre procedeva per una strada di campagna, affondò con il suo carro nel fango. Tutti sanno come sono in Russia le strade. Se pensiamo poi che ciò avveniva d’autunno, allora non si possono neppure descrivere.

Si trovò a passar di là San Cassiano. Il contadino, che non sapeva chi fosse, cominciò a supplicarlo: “Signore, aiutami a tirar fuori il carro. Al che il beato Cassiano risposte: Ma sei matto! Ci mancherebbe che mi imbratti i vestiti per te!” E se ne andò per la sua strada. Non passò molto tempo ed ecco passare di là il beato Nicola. Quasi piangendo il contadino lo supplicò: “Bàtjuṧka, bàtjuṧka, aiutami a tirar fuori il carro che è rimasto bloccato nel fango.” E san Nicola lo aiutò.

Arrivò il momento che il beato Cassiano e il beato Nicola dovettero far ritorno in Paradiso. Dio chiese: “Dove sei stato, san Cassiano?”  Rispose: “Sono stato sulla terra. Mi è capitato di passare vicino ad un contadino, il carro del quale era sprofondato nel fango. Mi ha chiesto di aiutarlo a tirar fuori il carro, ma io sono stato attento a non sporcarmi questo vestito paradisiaco.” Rivolto poi a san Nicola, Dio chiese: “E tu, … dove sei stato per sporcarti a quel modo? Nicola rispose: Sono stato sulla terra. Stavo facendo quella stessa strada ed ho aiutato il contadino a tirare fuori il carro”. Allora Dio disse: “Ascolta Cassiano. Tu non hai aiutato il contadino, allora non avrai che una festa ogni tre anni. Tu, beato Nicola, poiché hai aiutato il contadino a tirar fuori il carro dal fango, sarai onorato con la celebrazione di due feste ogni anno.” E da quel momento così avvenne. In onore di Cassiano la festività liturgica viene solo nell’anno bisestile, mentre in onore di S. Nicola ci sono due feste, una a maggio e l’altra a dicembre.»

Di San Nicola, conosciamo quasi tutto, ma chi era San Giovanni Cassiano? Una figura di notevole rilievo del V secolo, con vasta cultura e numerosi viaggi alle spalle che gli permisero di esercitare un’influenza considerevole sul suo tempo. Nacque verso il 360 (o 365), nell’attuale Romania, in una agiata famiglia cristiana.

Nel IV secolo, la sua regione era un luogo di incontro tra il mondo latino e quello greco. Cassiano ereditò dunque una doppia cultura. Questo è importante per comprendere l’influenza che eserciterà sulla tradizione monastica, sia d’Oriente che d’Occidente. Egli potrà fare passare nella Gallia tutta l’eredità monastica ricevuta in Oriente – legata fino ad allora alla cultura greca – trovando l’adeguato vocabolario latino per dirlo, pur mancando al latino parlato nel suo paese la purezza della lingua.

Morì a Marsiglia verso il 435. Egli trasmetterà in occidente, grazie alla sua doppia cultura greca e latina, adattandola, la dottrina spirituale lungamente assimilata in Egitto, acquisendo notevole esperienza. Ha vissuto in un monastero ed ha condiviso la vita degli anacoreti in una cella in pieno deserto. Ha potuto intrattenersi con i più prestigiosi Padri del deserto. Senza contare la sua esperienza diplomatica che lo ha messo al corrente delle grandi questioni della Chiesa del suo tempo.
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