Le americane non dimenticheranno mai Rudy, mito dei film muti anni Venti

di BENNY MANOCCHIA - Ogni mattina presto, una signora con il volto coperto da un lungo velo nero si muove nella rugiada californiana e con movimenti lenti entra nel cimitero di Hollywood. Nella sua mano ha un unico fiore. Pochi passi e si ferma dinnanzi a una lastra di marmo # 1205 con la scritta Rodolfo Guglielmi Valentino. Posa il fiore nella coppetta laterale, poggia la mano lievemente sul nome, carezzandolo da sinistra a destra. Un minuto e la signora in nero va via a passi svelti. Una delle milioni di americane che hanno adulato e oggi ricordano il piu' amato attore dei film muti anni Venti.

In America, quando parlano di "un personaggio indimenticabile", potete giurare che si riferiscono a Roberto Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi di Valentana d'Antonguella, di Castellaneta. Rudy, per gli statunitensi. Visse 31 anni, morì per una peritonite, secondo il referto medico. Per tanti altri, ucciso da chi vide in lui la "fine" di una Hollywood tutta irlandese, inglese, ebrea.

Rodolfo Valentino era bellissimo, le donne se lo mangiavano con gli occhi (come si dice) ma lui era rimasto italiano nel cuore, pugliese nei sentimenti affettivi. Una moglie, Jean Acker, che lo lascio' perche' si era lanciata nel mondo della cocaina. Poi Natacha Rambova, nome d'arte di una bella ragazza europea, che lo amo', lo guido', lo aiuto' a mettere assieme una fortuna fino alla fine.

Oggi Hollywood, ancora una volta, rimette in luce questo bravo attore, ballerino e fine dicitore di battute pugliesi che i suoi amici americani copiavano in uno strano, simpatico accento yankee. Celebrano Rudy, ancora una volta, tanto per ricordare al mondo che i "personaggi indimenticabili" non sono mai dimenticati. Così come dovrebbe essere sempre.
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