di NICOLA RICCHITELLI - “Che vita meravigliosa” è il nuovo album di Diodato, in uscita il 14 febbraio per Carosello Records. Questo terzo lavoro discografico si configura come un vero e proprio racconto, dell’artista stesso e della realtà che lo circonda.
Diodato ha partecipato trionfando al 70° Festival della Canzone Italiana, in gara nella categoria Big, con “Fai rumore”, un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità, a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità.
Nella serata dei duetti di giovedì 6 febbraio, per celebrare i 70 anni del Festival, Diodato ha scelto Adriano Celentano e una rivisitazione di “24mila baci”, che ha portato sul palco con Nina Zilli.
Sulle pagine del nostro giornale un figlio della nostra terra, diamo il benvenuto quest’oggi ad Antonio Diodato.
Antonio, ricordiamo che quella di quest’anno è la quarta presenza sul palco dell’Ariston – la terza come cantante in gara più una quarta lo scorso anno al fianco di Ghemon come ospite – . Che sapore ha l’attesa dell’avvicinarsi a questo evento, seppur trattasi non di una prima volta?
R:«L’attesa ha ogni volta un sapore diverso, quello dell’Ariston è comunque un palco molto particolare, un palco che ti mette addosso una tensione emotiva molto forte, la cosa importante è proprio questa, trasformare quella tensione emotiva in energia, e farla arrivare oltre che alle persone sedute in platea, anche alle persone che seguono il festival da casa. Quello dell’Ariston ad ogni modo resta sempre un palco molto imprevedibile, e ogni edizione ha un sapore diverso, porta con sé un ondata mediatica che ti travolge, quindi ogni qual volta sei lì rimani sempre un po’ sorpreso, anche se ci sei stato altre volte».
A Sanremo porterai il pezzo “Fai rumore”, dove affronti temi quali incomunicabilità, i silenzi, il farsi sentire in qualche modo, temi che stridono un po’ con la realtà che ci circonda, una realtà fatta di gente che ha sempre qualcosa da dire, dove tutti sentono il bisogno di farsi sentire e dove è difficile quasi sentire dei silenzi. Da dove nasce l’esigenza di affrontare questi temi e quindi la scrittura di questo pezzo?
R:«In realtà noi viviamo in un mondo dove ci sono due grosse ondate in contrapposizione tra loro, una molto urlata, una realtà che è altresì sorda ma che allo stesso tempo urla, che non vuole in nessun modo ascoltare, e che cerca di prevalere sul resto. Dall’altra parte invece c’è un silenzio, c’è una parte che sta in silenzio, e che molto probabilmente non si riconosce con quel tipo di atteggiamento accennato prima, con quel tipo di approccio, e che quindi resta in silenzio, non partecipa. “Fai rumore” è appunto un invito a farsi sentire, a manifestare la propria umanità, anche il proprio dissenso, ma sempre cercando il confronto. Confrontarsi significa prima di tutto ascoltare, fare arrivare la tua presenza alla persona che hai davanti a te».
Un brano che ha già ricevuto il plauso da parte degli organi di stampa presenti nell’ascolto a porte chiuse di qualche settimana fa. Che reazione ti aspetti ora dai tuoi fans?
R:«Questo è un brano in cui sono completamente me stesso, è un brano in cui i miei fans mi riconosceranno, un brano a cui si affezioneranno sin da subito così come già lo sono io, spero che arrivino tutte le mie emozioni».
Il brano, ricordiamolo, farà parte del tuo terzo album di inediti “Che Vita meravigliosa”. Quali altre emozioni dai forma in questa tua ultima fatica musicale?
R:«In questo ultimo album c’è il mio vissuto di questi ultimi due anni, le mie relazioni intime ma anche sociali, lo sguardo sulla mia persona, su questa nostra società e su tutto ciò che ci circonda. È un viaggio che parte da un manifesto che è appunto “Che vita meravigliosa”, un manifesto che ha una visione molto ampia sulla vita, ma che va altresì in profondità cercando di toccare tempi molti importanti della nostra esistenza come l’amore, ma anche il cinismo e la solitudine, la voglia di riscossa e di rialzarsi da alcune cadute, diciamo che in questo album c’è tutto quello che ci può essere all’interno di una vita, è un album in cui sicuramente in tanti potranno riconoscersi».
Ritorniamo in qualche modo sul palco dell’Ariston e al Festival di Sanremo. Nella serata dedicata alle cover porterai i “24 mila baci” di Adriano Celentano. Quali i motivi di questa scelta?
R:«Innanzitutto perché io sono un grande amante di Adriano Celentano, un grande amante della sua musica, uno dei primi a proporre il rock’n roll in Italia, quindi non potevo non rendere omaggio ad un grande artista come lui. Nella mia carriera ho reso molte volte omaggio a Domenico Modugno, questa volta volevo venisse fuori attraverso Adriano Celentano quella parte di me che sa anche divertisti. Il palco dell’Ariston poi ti dà la possibilità di suonare con una grande orchestra, quindi suonare questo brano accompagnato dall’orchestra di Sanremo è un modo per tirare fuori la parte di me che sa anche divertirsi».
Chiudo l’intervista parlando un po’ dei vari live in programma nel post Festival…
R:«Si, ci saranno due date fondamentali, una è quella del 22 aprile all’Alcatraz di Milano, l’altra a Roma il 29 aprile, due date evento quindi. Poi stiamo lavorando per fare qualcosa per il 1 maggio di Taranto, e poi inizieremo a lavorare per l’estate…».
CONTACTS:
https://www.facebook.com/DiodatoOfficial/
https://www.instagram.com/diodatomusic/
(Intervista del 28-1-2019)
Diodato ha partecipato trionfando al 70° Festival della Canzone Italiana, in gara nella categoria Big, con “Fai rumore”, un invito ad abbattere i muri dell’incomunicabilità, a farsi sentire, a non soffocare nel silenzio delle incomprensioni, del non detto, dove muore ogni umanità.
Nella serata dei duetti di giovedì 6 febbraio, per celebrare i 70 anni del Festival, Diodato ha scelto Adriano Celentano e una rivisitazione di “24mila baci”, che ha portato sul palco con Nina Zilli.
Sulle pagine del nostro giornale un figlio della nostra terra, diamo il benvenuto quest’oggi ad Antonio Diodato.
Antonio, ricordiamo che quella di quest’anno è la quarta presenza sul palco dell’Ariston – la terza come cantante in gara più una quarta lo scorso anno al fianco di Ghemon come ospite – . Che sapore ha l’attesa dell’avvicinarsi a questo evento, seppur trattasi non di una prima volta?
R:«L’attesa ha ogni volta un sapore diverso, quello dell’Ariston è comunque un palco molto particolare, un palco che ti mette addosso una tensione emotiva molto forte, la cosa importante è proprio questa, trasformare quella tensione emotiva in energia, e farla arrivare oltre che alle persone sedute in platea, anche alle persone che seguono il festival da casa. Quello dell’Ariston ad ogni modo resta sempre un palco molto imprevedibile, e ogni edizione ha un sapore diverso, porta con sé un ondata mediatica che ti travolge, quindi ogni qual volta sei lì rimani sempre un po’ sorpreso, anche se ci sei stato altre volte».
A Sanremo porterai il pezzo “Fai rumore”, dove affronti temi quali incomunicabilità, i silenzi, il farsi sentire in qualche modo, temi che stridono un po’ con la realtà che ci circonda, una realtà fatta di gente che ha sempre qualcosa da dire, dove tutti sentono il bisogno di farsi sentire e dove è difficile quasi sentire dei silenzi. Da dove nasce l’esigenza di affrontare questi temi e quindi la scrittura di questo pezzo?
R:«In realtà noi viviamo in un mondo dove ci sono due grosse ondate in contrapposizione tra loro, una molto urlata, una realtà che è altresì sorda ma che allo stesso tempo urla, che non vuole in nessun modo ascoltare, e che cerca di prevalere sul resto. Dall’altra parte invece c’è un silenzio, c’è una parte che sta in silenzio, e che molto probabilmente non si riconosce con quel tipo di atteggiamento accennato prima, con quel tipo di approccio, e che quindi resta in silenzio, non partecipa. “Fai rumore” è appunto un invito a farsi sentire, a manifestare la propria umanità, anche il proprio dissenso, ma sempre cercando il confronto. Confrontarsi significa prima di tutto ascoltare, fare arrivare la tua presenza alla persona che hai davanti a te».
Un brano che ha già ricevuto il plauso da parte degli organi di stampa presenti nell’ascolto a porte chiuse di qualche settimana fa. Che reazione ti aspetti ora dai tuoi fans?
R:«Questo è un brano in cui sono completamente me stesso, è un brano in cui i miei fans mi riconosceranno, un brano a cui si affezioneranno sin da subito così come già lo sono io, spero che arrivino tutte le mie emozioni».
Il brano, ricordiamolo, farà parte del tuo terzo album di inediti “Che Vita meravigliosa”. Quali altre emozioni dai forma in questa tua ultima fatica musicale?
R:«In questo ultimo album c’è il mio vissuto di questi ultimi due anni, le mie relazioni intime ma anche sociali, lo sguardo sulla mia persona, su questa nostra società e su tutto ciò che ci circonda. È un viaggio che parte da un manifesto che è appunto “Che vita meravigliosa”, un manifesto che ha una visione molto ampia sulla vita, ma che va altresì in profondità cercando di toccare tempi molti importanti della nostra esistenza come l’amore, ma anche il cinismo e la solitudine, la voglia di riscossa e di rialzarsi da alcune cadute, diciamo che in questo album c’è tutto quello che ci può essere all’interno di una vita, è un album in cui sicuramente in tanti potranno riconoscersi».
Ritorniamo in qualche modo sul palco dell’Ariston e al Festival di Sanremo. Nella serata dedicata alle cover porterai i “24 mila baci” di Adriano Celentano. Quali i motivi di questa scelta?
R:«Innanzitutto perché io sono un grande amante di Adriano Celentano, un grande amante della sua musica, uno dei primi a proporre il rock’n roll in Italia, quindi non potevo non rendere omaggio ad un grande artista come lui. Nella mia carriera ho reso molte volte omaggio a Domenico Modugno, questa volta volevo venisse fuori attraverso Adriano Celentano quella parte di me che sa anche divertisti. Il palco dell’Ariston poi ti dà la possibilità di suonare con una grande orchestra, quindi suonare questo brano accompagnato dall’orchestra di Sanremo è un modo per tirare fuori la parte di me che sa anche divertirsi».
Chiudo l’intervista parlando un po’ dei vari live in programma nel post Festival…
R:«Si, ci saranno due date fondamentali, una è quella del 22 aprile all’Alcatraz di Milano, l’altra a Roma il 29 aprile, due date evento quindi. Poi stiamo lavorando per fare qualcosa per il 1 maggio di Taranto, e poi inizieremo a lavorare per l’estate…».
CONTACTS:
https://www.facebook.com/DiodatoOfficial/
https://www.instagram.com/diodatomusic/
(Intervista del 28-1-2019)