BARI - Questa mattina, durante la prima udienza del processo relativo all’aggressione subìta da una giornalista della Rai, il Comune di Bari, attraverso l’Avvocatura civica, si è costituito parte civile. La scelta è stata dettata dalla volontà dell’amministrazione comunale di utilizzare tutte le forme e i luoghi per esprimere la sua ferma condanna contro ogni forma di violenza, a maggior ragione se riconducibile a metodi e logiche tipiche di quella criminalità organizzata che il Comune sta cercando di contrastare con fermezza e determinazione, promuovendo la cultura della legalità.
“La costituzione di parte civile nei processi relativi a episodi di violenza e sopraffazione fisica, perpetrati con la logica della supremazia e del controllo del territorio da parte dei clan criminali, o di persone in qualche modo ad essi riconducibili, è per il Comune un dovere - spiega Antonio Decaro -. È un modo per schierarsi, per condannare qualsiasi forma di violenza e per difendere la nostra città da tutte quelle azioni o attività che ne danneggiano il nome e l’immagine. Nel caso specifico, l’aggressione subita da Mariagrazia Mazzola è ancor più intollerabile perché condotta ai danni di una professionista impegnata a svolgere il proprio lavoro di informazione e approfondimenti. Come detto più volte, noi non voltiamo la testa dall’altra parte e non permetteremo che il nome della nostra città possa essere affiancato ad episodi di questo tipo. Quel quartiere si chiama Libertà e deve essere liberato dalla criminalità organizzata e su questo non intendiamo fare passi indietro”.
“La costituzione di parte civile nei processi relativi a episodi di violenza e sopraffazione fisica, perpetrati con la logica della supremazia e del controllo del territorio da parte dei clan criminali, o di persone in qualche modo ad essi riconducibili, è per il Comune un dovere - spiega Antonio Decaro -. È un modo per schierarsi, per condannare qualsiasi forma di violenza e per difendere la nostra città da tutte quelle azioni o attività che ne danneggiano il nome e l’immagine. Nel caso specifico, l’aggressione subita da Mariagrazia Mazzola è ancor più intollerabile perché condotta ai danni di una professionista impegnata a svolgere il proprio lavoro di informazione e approfondimenti. Come detto più volte, noi non voltiamo la testa dall’altra parte e non permetteremo che il nome della nostra città possa essere affiancato ad episodi di questo tipo. Quel quartiere si chiama Libertà e deve essere liberato dalla criminalità organizzata e su questo non intendiamo fare passi indietro”.