Lui, lei, l'altro e un 'Delitto perfetto'

di FRANCESCO GRECO - ROMA. Lui, lei, l'altro: contrapposti dai sentimenti, le passioni, ma anche l'egoismo e la brama di successo e di denaro. Esemplificato, è il mood di "Delitto perfetto", un giallo che Frederick Knott ha tratto dal capolavoro di Alfred Hitchcok per la regia di Anna Masullo, in programmazione sino al 6 gennaio al Teatro Ciak di Roma (via Cassia, 692, info 06/3324926). Grande successo di pubblico. Alla regista qualche domanda.

DOMANDA: Possiamo considerare questo giallo nel solco della grande tradizione british, che vede Agatha Christie in primo piano?
RISPOSTA: "Quando Fredericton Knott scrisse questa pièce teatrale, forse non immaginava che grazie alla trasposizione cinematografica di Alfred Hitchcock, di cui ha curato anche la sceneggiatura, Delitto Perfetto sarebbe diventato un cult per gli appassionati del genere e non. Forse sono pochissimi quelli che non lo conoscono, quindi credo che si possa tranquillamente inserirlo a tutto diritto nella tradizione british. Agatha Christie non ne sarebbe risentita!".

D. Qual è la password per entrare nel testo?
R. "È grazie a questo minuscolo oggetto che la macchina mortale costruita intorno alla protagonista femminile, Margot, va in frantumi".

D. Qui si ripropone l'eterna lotta fra Bene e Male, realtà e finzione, che tormenta l'uomo dai tempi di Sofocle e nel teatro classico, lei ha introdotto un elemento di modernità? 
R. "Il conflitto con cui l’uomo fa i conti quotidianamente nella scelta di ciò che è giusto e ciò che non lo è, assume di volta in volta forme e vesti diverse a seconda della storia e il momento in cui questa si manifesta. Quindi “l’elemento di modernità” vive di conseguenza".

D. Il protagonista maschile, il grande affabulatore e manipolatore delle vite e coscienze altrui, vuole essere una sintesi dell'uomo d'oggi, del III Millennio? Ma forse la donna si è omologata sulla sua stessa frequenza d'onda...
R. "Spero proprio di no! Per fortuna insieme ad esempi come quelli di Tony Wendice, il nostro protagonista, esistono uomini di grande levatura e coscienza. Purtroppo i casi in cui una donna è vittima di un rapporto malato in cui sempre più spesso si arriva al femminicidio, parlare di omologazione non lo trovo appropriato. La donna ha sempre lottato e lotta contro tutto ciò che non le permette di vivere la propria identità, anche lì dove continua a subire condizionamenti. La sua lotta ora è silenziosa, ora si trasforma in un urlo, ma mai omologazione".
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