di NICOLA ZUCCARO - Roma, martedì 12 febbraio 1980. Al termine di una lezione presso l'Università La Sapienza, Vittorio Bachelet viene avvicinato da un nucleo armato delle Brigate Rosse sul mezzanino (pianerottolo) della scalinata che porta alle aule dei professori. L'allora vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che divideva il prestigioso incarico con quello di docente universitario presso la Facoltà di Scienze Politiche, fu colpito con 7 sette proiettili sparati da una Winchester calibro 32.
A sparare all'insigne giurista e dirigente nazionale di Azione Cattolica prima e della Democrazia Cristiana poi furono Anna Laura Braghetti e Bruno Seghetti. L'esecuzione avvenne mentre Bachelet conversava con Rosy Bindi, all'epoca sua assistente universitaria. A distanza di un mese dall'omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, e 2 anni dopo l'assassinio di Aldo Moro, le Brigate rosse colpirono un altro servitore dello Stato, di area cattolica.
A sparare all'insigne giurista e dirigente nazionale di Azione Cattolica prima e della Democrazia Cristiana poi furono Anna Laura Braghetti e Bruno Seghetti. L'esecuzione avvenne mentre Bachelet conversava con Rosy Bindi, all'epoca sua assistente universitaria. A distanza di un mese dall'omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, e 2 anni dopo l'assassinio di Aldo Moro, le Brigate rosse colpirono un altro servitore dello Stato, di area cattolica.