L’indice di sostenibilità alimentare (Food Sustainability Index), redatto dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), ci permette, grazie ad una ricerca svolta in più di 60 Paesi sulla base di indicatori ambientali, sociali ed economici, di esplorare l’argomento. In cima a questa particolare (e negativa) classifica si trovano gli Emirati Arabi Uniti, seguiti da Bulgaria e Russia. D’altra parte, tra i Paesi più virtuosi si posizionano Francia, Olanda e Canada. Ma in che modo si può arginare questo fenomeno? La Francia è diventata negli ultimi anni un modello da seguire per quanto riguarda la riduzione dello spreco alimentare, infatti, è attiva sia a livello pubblico che privato contro questa tendenza. Innanzitutto, è stato il primo Paese a proibire ai supermercati di gettare il cibo invenduto che è vicino alla scadenza, il quale dovrà invece essere devoluto ad enti benefici. Il Paese punta inoltre a cambiare le abitudini dei consumatori: a Parigi è stata lanciata un’iniziativa per riciclare i rifiuti organici.
Distribuendo dei kit di riciclaggio, accompagnati da una guida, l'obiettivo è quello di raccogliere i rifiuti organici e trasformarli per poterli riutilizzare come fertilizzanti o biocombustibili. Oltre a ciò, la Francia è tra i Paesi con una quota di obesità tra le più basse al mondo, ed è in prima linea nell’adattamento di strategie agricole rispettose e attente al cambiamento climatico. A livello internazionale, le Nazioni Unite si sono prefissate nel programma «Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile» degli obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio, tra cui il garantire modelli di consumo e produzione sostenibili. Uno degli scopi prefissati è quello di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura.
In determinati Paesi, vi sono inoltre diverse App che mirano a ridurre lo spreco alimentare ritirando il cibo invenduto da negozi e ristoranti. Nelle case degli italiani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, 27,5 kg di cibo finiscono, ogni anno, nella spazzatura. Tra gli alimenti più sprecati verdura e latticini. Le previsioni per il futuro non sono delle migliori, perché si stima che nel 2030 lo spreco aumenterà del 25%. E tutto questo quando più di 815 milioni di persone nel mondo sono denutrite. Se fosse possibile recuperare tutto il cibo che sprechiamo, si potrebbero sfamare quasi 2 miliardi di persone.
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