BARI - Il Comune di Bari è tra le stazioni appaltanti del servizio di mensa scolastica biologica, e come tale è assegnatario delle risorse erogate dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo (Decreto n.11703 del 29/11/2018).
Il Ministero infatti, a marzo del 2019, ha riconosciuto al servizio di refezione scolastica del Comune di Bari il sigillo di “mensa di eccellenza” per la qualità e la tracciabilità dei prodotti biologici utilizzati, assegnando all’ente una premialità economica.
L’amministrazione ha scelto di destinare il riconoscimento di 480mila euro alla riduzione dei costi a carico degli utenti del servizio di mensa scolastica nell’anno in corso (2019/20), come indicato nell’avviso approvato in giunta questa mattina. Ulteriori 100mila euro, come previsto dal bando ministeriale, saranno destinati ad attività di sensibilizzazione e promozione della corretta alimentazione e della filiera biologica nelle scuole cittadine.
Le novità sono state illustrate questa mattina in conferenza stampa, a Palazzo di Città, dal sindaco Antonio Decaro e dall’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano alla presenza di Vito Ladisa, titolare della ditta appaltatrice del servizio, e del presidente del comitato cittadino Genitori Francesco Fiorella.
In base al provvedimento adottato, tutte le fasce di reddito potranno contare su una sensibile riduzione dei costi del servizio, che diventerà del tutto gratuito per gli utenti della seconda fascia di reddito annuo Isee (da € 6.000 a € 12.500): le famiglie appartenenti a questa fascia di reddito, che abbiano già provveduto al pagamento del servizio erogato nei primi mesi dell’anno scolastico, potranno perciò richiedere il rimborso di quanto versato.
Gli appartenenti alle altre fasce di reddito che, in virtù della riduzione delle tariffe, a conclusione del servizio vanteranno un credito nei confronti dell’amministrazione, potranno procedere alla richiesta di rimborso.
Il risparmio annuo stimato su 150 pasti, a seconda delle fasce di reddito Isee, è il seguente: € 240 per la fascia di reddito compresa tra € 6000 e € 12.500; € 255 per la fascia di reddito compresa tra € 12.500 e € 19.000; € 180 per la fascia di reddito compresa tra € 19.000,01 e € 25.000; € 180 per la fascia di reddito compresa tra € 25.000,01 e € 30.000; € 150 per la fascia di reddito superiore a € 30.000,01.
Nel caso di utenti morosi nell’anno scolastico 2018/19, si procederà alla compensazione con il credito maturato per effetto della riduzione dei costi stabilita per l’anno in corso. In tal caso, la richiesta di rimborso potrà essere effettuata esclusivamente per l’importo eccedente la somma compensata.
Resta confermata invece la gratuità del servizio per la fascia di utenti con reddito Isee fino a € 6.000.
In base all’approvazione del provvedimento, già da domani saranno applicate le nuove tariffe e sul sito del Comune di Bari sarà disponibile l’avviso completo di moduli per la richiesta dei rimborsi.
“Il riconoscimento che il Comune di Bari ha ricevuto e che noi oggi abbiamo deciso di condividere con le famiglie ci rende orgogliosi ma non ci sorprende - ha esordito il sindaco Antonio Decaro -. Perché quando qualche anno fa abbiamo fatto una scelta, per certi versi radicale, sapevamo che era quella giusta. Come dico sempre, amministrare significa prendere a volte anche decisioni impopolari, come quando abbiamo introdotto nelle mense scolastiche gli hamburger di lenticchie, o il cous cous con le verdure, e siamo stati inondati di polemiche. Allora sarebbe stato più facile per noi tornare indietro e riproporre hamburger di carne e pasta di grano 00 ogni giorno, con tutto il rispetto per questi alimenti che sono buoni e possono essere tranquillamente inseriti in una dieta che però deve essere variegata e completa. Sicuramente sono cibi a cui i nostri bambini sono più abituati. Ma non è detto che tutto ciò che è abitudine rappresenti la strada giusta. Perché continuare oggi a negare che ci siano problemi di obesità infantile sarebbe assurdo, soprattutto se si hanno gli strumenti per provare a invertire questa tendenza. Noi, nel nostro piccolo, lo abbiamo fatto grazie alla collaborazione dell’azienda Ladisa, che si è subito dimostrata attenta e disponibile. Per questo abbiamo deciso di far conoscere ai nostri bambini un altro modo di stare a tavola, tutti insieme, eliminando pian piano la plastica, accompagnandoli nell’orto per coltivare i cibi che mangiano, portando loro a tavola la frutta con la buccia o le verdure che crescono qui nelle nostre terre.
Siamo particolarmente contenti di aver ricevuto questo premio e di poter condividere i risultati di tanti sforzi con le famiglie, attraverso un ristoro anche per loro. Con questo provvedimento, infatti, quasi il 50% degli utenti del servizio di refezione scolastica quest’anno non pagheranno assolutamente niente. Questo significa, per le famiglie con redditi molto bassi, poter garantire ogni giorno ai propri figli un pasto gratuito e soprattutto di qualità, secondo una dieta bilanciata e sana. Questo ci spinge ad andare avanti, e dopo il lavoro portato avanti per ridurre la plastica sulla tavola con l’utilizzo di materiale esclusivamente compostabile, stiamo lavorando al montaggio, all’interno degli istituti scolastici, di spillatori pubblici, più semplici da tenere costantemente sotto controllo sia per la qualità del rubinetto sia per quella dell’acqua. La prossima sfida sarà quella di introdurre le lavastoviglie nelle scuole in modo da abbandonare definitivamente le stoviglie attuali in favore di quelle di coccio”.
“Quando due anni fa abbiamo iniziato a ripensare il servizio di refezione - ha commentato Paola Romano - avevamo un obiettivo: offrire un servizio di alta qualità per tutti i bambini e le bambine a prescindere dal reddito familiare, perché la mensa è un momento di educazione alimentare e socializzazione. Per questo da un lato ci siamo impegnati ad aumentare la qualità del servizio e dall’altro a renderlo il più possibile inclusivo e accessibile, due aspetti solo apparentemente contrastanti che, grazie al grande lavoro amministrativo degli uffici e alla disponibilità della Ladisa, partner disponibile e sensibile, siamo riusciti a tenere insieme.
In questi anni abbiamo studiato le linee guida nazionali sulla corretta alimentazione, le percentuali di obesità, i rapporti sulle mense d’Italia, ci siamo confrontati con il servizio sanitario e con i genitori per creare un servizio con soli prodotti biologici, con numerosi prodotti a km zero e rispettoso dell’ambiente. E in questo la Ladisa è stata di grande aiuto, rispondendo alla nostra richiesta di un menù composto da almeno il 40% di prodotti biologici con il 100 % di menu biologico.
E così quando il ministero delle Politiche agricole ha bandito un avviso rivolto ai Comuni con mense d’eccellenza, siamo risultati gli unici idonei in Puglia insieme al Comune di Valenzano, ricevendo un fondo di ben 582 mila euro, destinato in gran parte a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di refezione e, per la restante parte, a realizzare iniziative di informazione e di promozione nelle scuole e di accompagnamento al servizio stesso. Abbiamo scelto di destinare la maggior parte delle risorse al sostegno delle persone con un reddito basso e medio, perché sappiamo che i cambiamenti dell’economia hanno eroso il loro potere d’acquisto e che questo risparmio incide sensibilmente sul loro bilancio familiare.
Se fino a ieri la gratuità era prevista solo per le 1.593 famiglie con redditi inferiori ai 6 mila euro, da domani saranno esenti e potranno chiedere il rimborso dei pasti consumati da settembre ad oggi anche le 964 famiglie con un reddito Isee tra i 6.000 e i 12.500 euro, con un risparmio annuo di 240 euro. Passeranno invece da una tariffa giornaliera di 2,50 a 0,80, con uno sconto del 68%, per un risparmio annuale di circa 255 euro, le 561 famiglie con reddito Isee tra i 12.000 e 19.000 euro.
Queste riduzioni saranno valide per l’anno in corso; per l’anno prossimo al momento valgono le vecchie tariffe, tuttavia sappiamo di essere stati ammessi alla nuova edizione del bando ministeriale, ma non siamo a conoscenza della quantità delle risorse assegnate”.
“Nel nostro menu - ha evidenziato Vito Ladisa - prestiamo la massima attenzione alle qualità nutrizionali degli alimenti che provengono tutti da colture biologiche a garanzia della salute dei bambini che utilizzano il servizio mensa. Contiamo di educare a stili di vita corretti proprio a partire dalla tavola perché è dal cibo che assumiamo tutte le sostanze necessarie al buon funzionamento del sistema immunitario. Ringrazio l’amministrazione perché ha voluto sostenere questa iniziativa che ha consentito a Bari, unica città in Puglia assieme a Valenzano, di ricevere questo riconoscimento di qualità. Conoscendo le tariffe delle principali città italiane, Bari è quella che porta un bacino di circa il 50% degli utenti del servizio ad accedervi gratuitamente. Questo significa sostenere concretamente i cittadini nella loro vita quotidiana ed è in questa direzione che continuiamo a lavorare anche con il progetto plastic free che ci consentirà, anticipando la riforma del Governo, di liberare le mense scolastiche dall’uso della plastica. Già oggi utilizziamo materiali completamente biodegradabili sottraendo milioni di posate al ciclo dei rifiuti ma il nostro obiettivo è quello di introdurre nelle mense piatti di coccio e posate che possano essere lavati con prodotti ecolabel, insieme alle fontanine controllate in ciascuna scuola dove i bambini potranno riempire le loro borracce in totale sicurezza. Così saremo una delle poche città in Italia a garantire un servizio totalmente sostenibile”.
“Ringrazio il sindaco e l’assessora per questo invito che confermano la continua ricerca di confronto e condivisione con i cittadini, in questo caso con i genitori - ha concluso Francesco Fiorella -. Noi siamo particolarmente contenti del risultato ottenuto con questo prestigioso premio in quanto rappresenta il risultato di un percorso nel quale siamo stati coinvolti sin dall’inizio, ad esempio con l’assaggio nei refettori. Per un genitori non è affatto semplice affidare ad altri la cura del pasto principale dei propri figli: è necessario il rapporto di fiducia con l’amministrazione comunale e con la ditta appaltatrice, un rapporto che in questo caso si è rafforzato nel tempo fino a consolidarsi con questo appalto. Il servizio di refezione scolastica garantito da questa amministrazione non è solo un progetto di educazione alimentare ma è anche un’azione di welfare per molte famiglie che diversamente non potrebbero assicurare prodotti biologici certificati a causa del costo più alto o della scarsa conoscenza del tema”.
Il Ministero infatti, a marzo del 2019, ha riconosciuto al servizio di refezione scolastica del Comune di Bari il sigillo di “mensa di eccellenza” per la qualità e la tracciabilità dei prodotti biologici utilizzati, assegnando all’ente una premialità economica.
L’amministrazione ha scelto di destinare il riconoscimento di 480mila euro alla riduzione dei costi a carico degli utenti del servizio di mensa scolastica nell’anno in corso (2019/20), come indicato nell’avviso approvato in giunta questa mattina. Ulteriori 100mila euro, come previsto dal bando ministeriale, saranno destinati ad attività di sensibilizzazione e promozione della corretta alimentazione e della filiera biologica nelle scuole cittadine.
Le novità sono state illustrate questa mattina in conferenza stampa, a Palazzo di Città, dal sindaco Antonio Decaro e dall’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano alla presenza di Vito Ladisa, titolare della ditta appaltatrice del servizio, e del presidente del comitato cittadino Genitori Francesco Fiorella.
In base al provvedimento adottato, tutte le fasce di reddito potranno contare su una sensibile riduzione dei costi del servizio, che diventerà del tutto gratuito per gli utenti della seconda fascia di reddito annuo Isee (da € 6.000 a € 12.500): le famiglie appartenenti a questa fascia di reddito, che abbiano già provveduto al pagamento del servizio erogato nei primi mesi dell’anno scolastico, potranno perciò richiedere il rimborso di quanto versato.
Gli appartenenti alle altre fasce di reddito che, in virtù della riduzione delle tariffe, a conclusione del servizio vanteranno un credito nei confronti dell’amministrazione, potranno procedere alla richiesta di rimborso.
Il risparmio annuo stimato su 150 pasti, a seconda delle fasce di reddito Isee, è il seguente: € 240 per la fascia di reddito compresa tra € 6000 e € 12.500; € 255 per la fascia di reddito compresa tra € 12.500 e € 19.000; € 180 per la fascia di reddito compresa tra € 19.000,01 e € 25.000; € 180 per la fascia di reddito compresa tra € 25.000,01 e € 30.000; € 150 per la fascia di reddito superiore a € 30.000,01.
Nel caso di utenti morosi nell’anno scolastico 2018/19, si procederà alla compensazione con il credito maturato per effetto della riduzione dei costi stabilita per l’anno in corso. In tal caso, la richiesta di rimborso potrà essere effettuata esclusivamente per l’importo eccedente la somma compensata.
Resta confermata invece la gratuità del servizio per la fascia di utenti con reddito Isee fino a € 6.000.
In base all’approvazione del provvedimento, già da domani saranno applicate le nuove tariffe e sul sito del Comune di Bari sarà disponibile l’avviso completo di moduli per la richiesta dei rimborsi.
“Il riconoscimento che il Comune di Bari ha ricevuto e che noi oggi abbiamo deciso di condividere con le famiglie ci rende orgogliosi ma non ci sorprende - ha esordito il sindaco Antonio Decaro -. Perché quando qualche anno fa abbiamo fatto una scelta, per certi versi radicale, sapevamo che era quella giusta. Come dico sempre, amministrare significa prendere a volte anche decisioni impopolari, come quando abbiamo introdotto nelle mense scolastiche gli hamburger di lenticchie, o il cous cous con le verdure, e siamo stati inondati di polemiche. Allora sarebbe stato più facile per noi tornare indietro e riproporre hamburger di carne e pasta di grano 00 ogni giorno, con tutto il rispetto per questi alimenti che sono buoni e possono essere tranquillamente inseriti in una dieta che però deve essere variegata e completa. Sicuramente sono cibi a cui i nostri bambini sono più abituati. Ma non è detto che tutto ciò che è abitudine rappresenti la strada giusta. Perché continuare oggi a negare che ci siano problemi di obesità infantile sarebbe assurdo, soprattutto se si hanno gli strumenti per provare a invertire questa tendenza. Noi, nel nostro piccolo, lo abbiamo fatto grazie alla collaborazione dell’azienda Ladisa, che si è subito dimostrata attenta e disponibile. Per questo abbiamo deciso di far conoscere ai nostri bambini un altro modo di stare a tavola, tutti insieme, eliminando pian piano la plastica, accompagnandoli nell’orto per coltivare i cibi che mangiano, portando loro a tavola la frutta con la buccia o le verdure che crescono qui nelle nostre terre.
Siamo particolarmente contenti di aver ricevuto questo premio e di poter condividere i risultati di tanti sforzi con le famiglie, attraverso un ristoro anche per loro. Con questo provvedimento, infatti, quasi il 50% degli utenti del servizio di refezione scolastica quest’anno non pagheranno assolutamente niente. Questo significa, per le famiglie con redditi molto bassi, poter garantire ogni giorno ai propri figli un pasto gratuito e soprattutto di qualità, secondo una dieta bilanciata e sana. Questo ci spinge ad andare avanti, e dopo il lavoro portato avanti per ridurre la plastica sulla tavola con l’utilizzo di materiale esclusivamente compostabile, stiamo lavorando al montaggio, all’interno degli istituti scolastici, di spillatori pubblici, più semplici da tenere costantemente sotto controllo sia per la qualità del rubinetto sia per quella dell’acqua. La prossima sfida sarà quella di introdurre le lavastoviglie nelle scuole in modo da abbandonare definitivamente le stoviglie attuali in favore di quelle di coccio”.
“Quando due anni fa abbiamo iniziato a ripensare il servizio di refezione - ha commentato Paola Romano - avevamo un obiettivo: offrire un servizio di alta qualità per tutti i bambini e le bambine a prescindere dal reddito familiare, perché la mensa è un momento di educazione alimentare e socializzazione. Per questo da un lato ci siamo impegnati ad aumentare la qualità del servizio e dall’altro a renderlo il più possibile inclusivo e accessibile, due aspetti solo apparentemente contrastanti che, grazie al grande lavoro amministrativo degli uffici e alla disponibilità della Ladisa, partner disponibile e sensibile, siamo riusciti a tenere insieme.
In questi anni abbiamo studiato le linee guida nazionali sulla corretta alimentazione, le percentuali di obesità, i rapporti sulle mense d’Italia, ci siamo confrontati con il servizio sanitario e con i genitori per creare un servizio con soli prodotti biologici, con numerosi prodotti a km zero e rispettoso dell’ambiente. E in questo la Ladisa è stata di grande aiuto, rispondendo alla nostra richiesta di un menù composto da almeno il 40% di prodotti biologici con il 100 % di menu biologico.
E così quando il ministero delle Politiche agricole ha bandito un avviso rivolto ai Comuni con mense d’eccellenza, siamo risultati gli unici idonei in Puglia insieme al Comune di Valenzano, ricevendo un fondo di ben 582 mila euro, destinato in gran parte a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di refezione e, per la restante parte, a realizzare iniziative di informazione e di promozione nelle scuole e di accompagnamento al servizio stesso. Abbiamo scelto di destinare la maggior parte delle risorse al sostegno delle persone con un reddito basso e medio, perché sappiamo che i cambiamenti dell’economia hanno eroso il loro potere d’acquisto e che questo risparmio incide sensibilmente sul loro bilancio familiare.
Se fino a ieri la gratuità era prevista solo per le 1.593 famiglie con redditi inferiori ai 6 mila euro, da domani saranno esenti e potranno chiedere il rimborso dei pasti consumati da settembre ad oggi anche le 964 famiglie con un reddito Isee tra i 6.000 e i 12.500 euro, con un risparmio annuo di 240 euro. Passeranno invece da una tariffa giornaliera di 2,50 a 0,80, con uno sconto del 68%, per un risparmio annuale di circa 255 euro, le 561 famiglie con reddito Isee tra i 12.000 e 19.000 euro.
Queste riduzioni saranno valide per l’anno in corso; per l’anno prossimo al momento valgono le vecchie tariffe, tuttavia sappiamo di essere stati ammessi alla nuova edizione del bando ministeriale, ma non siamo a conoscenza della quantità delle risorse assegnate”.
“Nel nostro menu - ha evidenziato Vito Ladisa - prestiamo la massima attenzione alle qualità nutrizionali degli alimenti che provengono tutti da colture biologiche a garanzia della salute dei bambini che utilizzano il servizio mensa. Contiamo di educare a stili di vita corretti proprio a partire dalla tavola perché è dal cibo che assumiamo tutte le sostanze necessarie al buon funzionamento del sistema immunitario. Ringrazio l’amministrazione perché ha voluto sostenere questa iniziativa che ha consentito a Bari, unica città in Puglia assieme a Valenzano, di ricevere questo riconoscimento di qualità. Conoscendo le tariffe delle principali città italiane, Bari è quella che porta un bacino di circa il 50% degli utenti del servizio ad accedervi gratuitamente. Questo significa sostenere concretamente i cittadini nella loro vita quotidiana ed è in questa direzione che continuiamo a lavorare anche con il progetto plastic free che ci consentirà, anticipando la riforma del Governo, di liberare le mense scolastiche dall’uso della plastica. Già oggi utilizziamo materiali completamente biodegradabili sottraendo milioni di posate al ciclo dei rifiuti ma il nostro obiettivo è quello di introdurre nelle mense piatti di coccio e posate che possano essere lavati con prodotti ecolabel, insieme alle fontanine controllate in ciascuna scuola dove i bambini potranno riempire le loro borracce in totale sicurezza. Così saremo una delle poche città in Italia a garantire un servizio totalmente sostenibile”.
“Ringrazio il sindaco e l’assessora per questo invito che confermano la continua ricerca di confronto e condivisione con i cittadini, in questo caso con i genitori - ha concluso Francesco Fiorella -. Noi siamo particolarmente contenti del risultato ottenuto con questo prestigioso premio in quanto rappresenta il risultato di un percorso nel quale siamo stati coinvolti sin dall’inizio, ad esempio con l’assaggio nei refettori. Per un genitori non è affatto semplice affidare ad altri la cura del pasto principale dei propri figli: è necessario il rapporto di fiducia con l’amministrazione comunale e con la ditta appaltatrice, un rapporto che in questo caso si è rafforzato nel tempo fino a consolidarsi con questo appalto. Il servizio di refezione scolastica garantito da questa amministrazione non è solo un progetto di educazione alimentare ma è anche un’azione di welfare per molte famiglie che diversamente non potrebbero assicurare prodotti biologici certificati a causa del costo più alto o della scarsa conoscenza del tema”.