BARI - Giustizia, diritto e intelligenza artificiale. Si discuterà lunedì 10 febbraio, ore 15.30, presso l’aula “Aldo Moro” dell’Università degli Studi di Bari della presunta possibile imparzialità di una Giustizia “predittiva”. Interverranno magistrati, avvocati, accademici e giornalisti. L’evento è promosso dall’Ordine degli Avvocati di Bari; dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari e dall’Associazione GP4AI - Global Professionals for Artificial Intelligence. L’intelligenza artificiale, potrà mai trovare applicazione anche in ambito giudiziario? Potrà realmente affiancare il giudice nella fase decisoria? Sarà un confronto vivace, in cui, appunto, si confronteranno esperti sul possibile utilizzo dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari e negli ambiti nazionali, europei ed internazionali ad essi connessi. Crediti formativi per gli avvocati.
“Il “decisum robotico”: un tema avvincente - spiega Giacinta Serlenga, Consigliere del T.A.R. Puglia e Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi - se riguardato dal punto di vista dell’evoluzione scientifica, diventa inquietante se affrontato con un taglio più filosofico. Può davvero immaginarsi la totale compressione della discrezionalità nei processi decisionali e, in particolare, nei processi valutativi che supportano la decisione giurisdizionale? Si può rinunziare alla giustizia del caso concreto in nome di una garanzia - presunta - di certezza del diritto?”.
“L’intelligenza artificiale - aggiunge Gianni Stefanì, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari - e un tema attuale e di grande interesse per la comunità dei giuristi. La sua applicabilità alla giustizia ci porta ad affrontarla con grande attenzione tenuto conto della particolate importanza della funzione primaria dello Stato di diritto”.
“La scelta del titolo del convegno - sostiene Roberto Voza, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari - ha il senso di una scommessa sulle opportunità derivanti dall’applicazione della intelligenza artificiale al diritto. Con riguardo al profilo della decisione, si contendono il campo coloro che ritengono che il giudice “automa”, in quanto privo di emozioni, sia maggiormente in grado di assicurare, appunto, la massima imparzialità, e coloro che, invece, sostengono l’irrinunciabilità dell’apporto umano per il conseguimento di soluzioni “giuste”. Il discorso, quindi, investe anche l’attività della pubblica amministrazione”.
Claudio Caldarola, Presidente dell’Associazione GP4AI - Global Professionals for Artificial Intelligence.
“Nell’evoluzione della specie umana il nuovo ha sempre spaventato, ma in circa 315.000 di anni evolutivi, dopo ogni approdo scientifico raggiunto, ci siamo sempre resi conto di come sarebbe stato pericoloso restare fermi. Al contrario della diffusa tendenza all’omologazione di massa, che personalmente lascerei alle macchine, sul nostro pianeta siamo circa 7 miliardi e mezzo tutti assolutamente unici e irripetibili, non c’è, quindi, bisogno di “fare la differenza” a tutti i costi, basterebbe essere “naturalmente" se stessi e liberare la creatività che è dentro ciascuno di noi”.
“Il “decisum robotico”: un tema avvincente - spiega Giacinta Serlenga, Consigliere del T.A.R. Puglia e Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi - se riguardato dal punto di vista dell’evoluzione scientifica, diventa inquietante se affrontato con un taglio più filosofico. Può davvero immaginarsi la totale compressione della discrezionalità nei processi decisionali e, in particolare, nei processi valutativi che supportano la decisione giurisdizionale? Si può rinunziare alla giustizia del caso concreto in nome di una garanzia - presunta - di certezza del diritto?”.
“L’intelligenza artificiale - aggiunge Gianni Stefanì, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari - e un tema attuale e di grande interesse per la comunità dei giuristi. La sua applicabilità alla giustizia ci porta ad affrontarla con grande attenzione tenuto conto della particolate importanza della funzione primaria dello Stato di diritto”.
“La scelta del titolo del convegno - sostiene Roberto Voza, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari - ha il senso di una scommessa sulle opportunità derivanti dall’applicazione della intelligenza artificiale al diritto. Con riguardo al profilo della decisione, si contendono il campo coloro che ritengono che il giudice “automa”, in quanto privo di emozioni, sia maggiormente in grado di assicurare, appunto, la massima imparzialità, e coloro che, invece, sostengono l’irrinunciabilità dell’apporto umano per il conseguimento di soluzioni “giuste”. Il discorso, quindi, investe anche l’attività della pubblica amministrazione”.
Claudio Caldarola, Presidente dell’Associazione GP4AI - Global Professionals for Artificial Intelligence.
“Nell’evoluzione della specie umana il nuovo ha sempre spaventato, ma in circa 315.000 di anni evolutivi, dopo ogni approdo scientifico raggiunto, ci siamo sempre resi conto di come sarebbe stato pericoloso restare fermi. Al contrario della diffusa tendenza all’omologazione di massa, che personalmente lascerei alle macchine, sul nostro pianeta siamo circa 7 miliardi e mezzo tutti assolutamente unici e irripetibili, non c’è, quindi, bisogno di “fare la differenza” a tutti i costi, basterebbe essere “naturalmente" se stessi e liberare la creatività che è dentro ciascuno di noi”.