LECCE - “In provincia di Lecce manca una unità operativa specifica per la cura del tumore alla mammella, malgrado costituisca la neoplasia più frequente tra le donne pugliesi. Una carenza molto grave che disorienta le donne malate e avvantaggia il privato, perché della Rete Oncologica Pugliese per la provincia di Lecce fanno parte anche la Casa di Cura Città di Lecce Hospital e l’Ospedale Panico di Tricase, due strutture private”. È la denuncia della candidata presidente del M5S alla Regione Puglia Antonella Laricchia che questa mattina assieme ai consiglieri regionali Cristian Casili e Antonio Trevisi, ha tenuto una conferenza stampa davanti all’ex dispensario antitubercolare della Asl di Lecce, dove era prevista la nascita del Punto Rosa.
In Puglia ogni anno si ammalano di tumore circa 20.000 persone, di cui il 45% donne, ovvero circa 9.000 persone. Nella popolazione femminile, il tumore della mammella è quello più frequente (29% del totale), seguito dal tumore del colon retto (13%). La Rete Oncologica pugliese è organizzata per Dipartimenti e nell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce ha sede il Dipartimento Integrato di Oncologia Salentino che si articola in unità oncologiche che hanno il compito di erogare le prestazioni in maniera coordinata sul singolo caso dai gruppi di patologia interdisciplinari e centri di orientamento oncologico che devono supportare e orientare il paziente nel suo percorso. Nel prospetto organizzativo della riorganizzazione aziendale dell’Asl di Lecce è assente una unità operativa specifica per il tumore alla mammella.
“Il Punto Rosa - ha continuato Laricchia - doveva essere il punto di riferimento per il supporto alle donne con tumore alla mammella, con 9 mammografi che avrebbero anche abbattuto le liste d’attesa, mentre al primo piano avrebbe dovuto esserci il consultorio. Chi vive il dramma legato alla malattia deve sentirsi seguito dalla sanità pubblica e non essere costretto ad affidarsi ai privati. Per questo abbiamo depositato un'interrogazione per chiedere spiegazioni a Emiliano sulla scelta dell’Asl Lecce di non istituire una unità operativa specifica per la cura del tumore alla mammella. Sperando che tra un giro elettorale e l’altro dedichi del tempo anche ai problemi dei pugliesi”
“Noi abbiamo una sanità non a servizio dei cittadini - ha dichiarato Trevisi - Emiliano quando deve tagliare posti letto lo fa in men che non si dica, ma quando si tratta di implementare l’assistenza continua ad essere assente. Da tempo denunciamo i problemi del pronto soccorso del Vito Fazzi e chiediamo interventi, che garantirebbero una migliore assistenza e anche più sicurezza agli operatori sanitari. Purtroppo sì continua a lavorare in emergenza” .
“Se Emiliano ha deciso di dare la sanità ai privati - ha concluso Casili - i direttori generali delle Asl dovrebbero porre rimedio a questo scempio e non essere complici delle campagne elettorali del presidente. Invece continua a esserci mancanza di trasparenza e la totale assenza di medicina territoriale. La sanità deve lavorare a servizio dei cittadini. Il punto rosa dovrebbe funzionare e servire come prevenzione, invece si continua a favorire le strutture private”.
In Puglia ogni anno si ammalano di tumore circa 20.000 persone, di cui il 45% donne, ovvero circa 9.000 persone. Nella popolazione femminile, il tumore della mammella è quello più frequente (29% del totale), seguito dal tumore del colon retto (13%). La Rete Oncologica pugliese è organizzata per Dipartimenti e nell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce ha sede il Dipartimento Integrato di Oncologia Salentino che si articola in unità oncologiche che hanno il compito di erogare le prestazioni in maniera coordinata sul singolo caso dai gruppi di patologia interdisciplinari e centri di orientamento oncologico che devono supportare e orientare il paziente nel suo percorso. Nel prospetto organizzativo della riorganizzazione aziendale dell’Asl di Lecce è assente una unità operativa specifica per il tumore alla mammella.
“Il Punto Rosa - ha continuato Laricchia - doveva essere il punto di riferimento per il supporto alle donne con tumore alla mammella, con 9 mammografi che avrebbero anche abbattuto le liste d’attesa, mentre al primo piano avrebbe dovuto esserci il consultorio. Chi vive il dramma legato alla malattia deve sentirsi seguito dalla sanità pubblica e non essere costretto ad affidarsi ai privati. Per questo abbiamo depositato un'interrogazione per chiedere spiegazioni a Emiliano sulla scelta dell’Asl Lecce di non istituire una unità operativa specifica per la cura del tumore alla mammella. Sperando che tra un giro elettorale e l’altro dedichi del tempo anche ai problemi dei pugliesi”
“Noi abbiamo una sanità non a servizio dei cittadini - ha dichiarato Trevisi - Emiliano quando deve tagliare posti letto lo fa in men che non si dica, ma quando si tratta di implementare l’assistenza continua ad essere assente. Da tempo denunciamo i problemi del pronto soccorso del Vito Fazzi e chiediamo interventi, che garantirebbero una migliore assistenza e anche più sicurezza agli operatori sanitari. Purtroppo sì continua a lavorare in emergenza” .
“Se Emiliano ha deciso di dare la sanità ai privati - ha concluso Casili - i direttori generali delle Asl dovrebbero porre rimedio a questo scempio e non essere complici delle campagne elettorali del presidente. Invece continua a esserci mancanza di trasparenza e la totale assenza di medicina territoriale. La sanità deve lavorare a servizio dei cittadini. Il punto rosa dovrebbe funzionare e servire come prevenzione, invece si continua a favorire le strutture private”.
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