BARI - La riabilitazione cardiovascolare gioca un ruolo fondamentale nel percorso di cura di un paziente cardiopatico dopo un evento acuto, come l’infarto o in seguito ad un intervento cardiochirurgico. Recenti evidenze scientifiche documentano infatti che un percorso di cardiologia riabilitativa contribuisce a ridurre del 30% il tasso di mortalità e nello stesso tempo abbassa il rischio di andare incontro ad una successiva terapia e/o ricovero per disturbi legati al cuore.
Eppure in Italia solo un paziente su tre, tra quelli dimessi dopo un infarto del miocardio o dopo un intervento di cardiochirurgia, viene avviato ad un percorso di riabilitazione cardiologica. In questo ambito ancora tanto sottovalutato, l’Ospedale di Terlizzi, con il suo Centro di Cardiologia riabilitativa, rappresenta invece un esempio virtuoso. L’Unità operativa - inserita nel dipartimento cardiologico - oggi può contare su 8 posti letto, gestiti da 6 medici, 15 infermieri e 2 fisioterapisti e opera in stretto collegamento con i reparti di cardiologia per acuti della ASL di Bari.
Il programma riabilitativo prevede una serie di prestazioni che facilitano l’iter terapeutico dei cardiopatici: la progressiva mobilizzazione dei pazienti allettati o con bassa capacità motoria, attività fisica individuale personalizzata sul singolo paziente, test di valutazione funzionale all'ingresso e alla dimissione (Barthel, 6MWT); monitoraggio telemetrico, elettrocardiogramma Holter, ecocardiogramma, ecoDoppler dei TSA, test da sforzo al cicloergometro se indicato. Programmi specifici di ottimizzazione terapeutica e counseling sono predisposti anche per pazienti fumatori e in sovrappeso.
Alla attività di ricovero si aggiunge una intensa attività ambulatoriale rivolta a pazienti esterni che possono sottoporsi a visita cardiologica e ad esami diagnostici come ecg, ecg dinamico sec. Holter, ecocardiogramma transtoracico, ecoDoppler TSA, test da sforzo al cicloergometro, tilt test. Di recente sono stati attivati inoltre ambulatori dedicati allo scompenso cardiaco e al progetto ponte rivolto a pazienti post-ischemici.
“Se un paziente cardiopatico non viene avviato dopo un evento acuto ad un programma di cardiologia riabilitativa significa esporlo ad un rischio di riospedalizzazione aumentato sino al 30-40% - spiega il dottor Michele Stufano, dirigente medico della Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica – stiamo organizzando una collaborazione multidisciplinare con diabetologi, nutrizionisti, psicologi, per assicurare anche un adeguato approccio di prevenzione secondaria”.
Intanto la Direzione generale della Asl di Bari è al lavoro per aumentare il numero di posti letto, rinforzare l’organico con medici, infermieri e fisioterapisti. E’ inoltre previsto un piano di potenziamento tecnologico con l’acquisto di un nuovo ecocardiografo di alta fascia e di un nuovo sistema telemetrico, oltre che l’allestimento di una palestra attrezzata.
Eppure in Italia solo un paziente su tre, tra quelli dimessi dopo un infarto del miocardio o dopo un intervento di cardiochirurgia, viene avviato ad un percorso di riabilitazione cardiologica. In questo ambito ancora tanto sottovalutato, l’Ospedale di Terlizzi, con il suo Centro di Cardiologia riabilitativa, rappresenta invece un esempio virtuoso. L’Unità operativa - inserita nel dipartimento cardiologico - oggi può contare su 8 posti letto, gestiti da 6 medici, 15 infermieri e 2 fisioterapisti e opera in stretto collegamento con i reparti di cardiologia per acuti della ASL di Bari.
Il programma riabilitativo prevede una serie di prestazioni che facilitano l’iter terapeutico dei cardiopatici: la progressiva mobilizzazione dei pazienti allettati o con bassa capacità motoria, attività fisica individuale personalizzata sul singolo paziente, test di valutazione funzionale all'ingresso e alla dimissione (Barthel, 6MWT); monitoraggio telemetrico, elettrocardiogramma Holter, ecocardiogramma, ecoDoppler dei TSA, test da sforzo al cicloergometro se indicato. Programmi specifici di ottimizzazione terapeutica e counseling sono predisposti anche per pazienti fumatori e in sovrappeso.
Alla attività di ricovero si aggiunge una intensa attività ambulatoriale rivolta a pazienti esterni che possono sottoporsi a visita cardiologica e ad esami diagnostici come ecg, ecg dinamico sec. Holter, ecocardiogramma transtoracico, ecoDoppler TSA, test da sforzo al cicloergometro, tilt test. Di recente sono stati attivati inoltre ambulatori dedicati allo scompenso cardiaco e al progetto ponte rivolto a pazienti post-ischemici.
“Se un paziente cardiopatico non viene avviato dopo un evento acuto ad un programma di cardiologia riabilitativa significa esporlo ad un rischio di riospedalizzazione aumentato sino al 30-40% - spiega il dottor Michele Stufano, dirigente medico della Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica – stiamo organizzando una collaborazione multidisciplinare con diabetologi, nutrizionisti, psicologi, per assicurare anche un adeguato approccio di prevenzione secondaria”.
Intanto la Direzione generale della Asl di Bari è al lavoro per aumentare il numero di posti letto, rinforzare l’organico con medici, infermieri e fisioterapisti. E’ inoltre previsto un piano di potenziamento tecnologico con l’acquisto di un nuovo ecocardiografo di alta fascia e di un nuovo sistema telemetrico, oltre che l’allestimento di una palestra attrezzata.