SAN SEVERO (FG) – A volte le strisce pedonali non ci sono proprio, come nei pressi delle tante rotatorie di San Severo, in altre situazioni sono difficilmente visibili dagli automobilisti, quasi del tutto cancellate o posizionate in punti pressoché ingoiati dal buio, come lungo la quasi totalità di Viale Michelangelo a Foggia: per i pedoni, attraversare le strade nelle città della Capitanata è sempre più rischioso. Per non parlare degli anziani, dei bambini e dei disabili, costretti a gimkane e percorsi a ostacoli tra marciapiedi e scivoli occupati dalle automobili. E’ un quadro piuttosto desolante quello uscito dalla conferenza che si è svolta venerdì 7 febbraio, a San Severo, per la campagna nazionale denominata “Siamo tutti pedoni: la sicurezza degli utenti vulnerabili della strada” che lo SPI Cgil, il Sindacato dei Pensionati, sta portando in oltre 100 città italiane. Sala Cappuccini gremita, tanti i cittadini, gli esponenti del mondo dell’associazionismo e le personalità presenti, con un unico assente, il Comune di San Severo: “L’Amministrazione comunale di San Severo non ha avuto il coraggio di confrontarsi, peccato, un’altra occasione che si è lasciata sfuggire”, ha dichiarato Franco Persiano, segretario provinciale SPI Cgil Foggia.
I DATI - Sembra un bollettino di guerra quello relativo agli incidenti stradali degli ultimi 10 anni in Italia: 6mila morti e 210mila feriti, con il 50% delle vittime costituito da over 65enni. Sono solo alcuni dei dati pubblicati su www.siamotuttipedoni.it, il portale della campagna nazionale che vede insieme SPI Cgil, Centro Antartide di Bologna, FNP Cisl e UILP Uil con il patrocinio di Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Salute. Dal 1° al 31 gennaio 2020, in Italia sono morti 46 pedoni, 26 uomini e 20 donne. La media è spaventosa: 1 morto ogni 14 ore. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio Pedoni di Asaps, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale. Uno dei 46 casi riguarda San Severo, con un uomo travolto da un’auto in corsa lungo la statale 16 lo scorso 26 gennaio. Sono stati moltissimi nel 2019 e, più in generale, negli ultimi anni, gli episodi che hanno visto vittime della strada pedoni e persone in bicicletta nei maggiori centri della Capitanata, sia in città che lungo le strade provinciali. Vie di collegamento spesso ribattezzate come “strade della morte”, spesso costellate di fiori e perfino lapidi che ricordano chi ha perso la vita per la disattenzione o il comportamento non corretto di un automobilista.
GLI INTERVENTI - Aumentare la sicurezza delle strade cittadine e di quelle extraurbane è possibile. Servono non solo interventi infrastrutturali, l’implementazione di nuove tecnologie e l’attuazione di piani urbanistici e del traffico più mirati, ma anche un cambiamento culturale nel segno del rispetto: il rispetto della sicurezza propria e altrui, innanzitutto, assieme all’osservanza delle misure di sicurezza. Di questo hanno parlato, portando la loro esperienza, Pasquale Mininno, già dirigente del Comune di San Severo; Aldo Modonesi, già assessore alla Mobilità del Comune di Ferrara; Marco Pollastri, direttore Centro studi e comunicazione ambientale “Antartide” di Bologna. Sono intervenuti Franco Persiano, segretario provinciale dello SPI Cgil; Maurizio Carmeno, segretario generale provinciale Cgil Foggia; Mina Cilloni, segretaria nazionale Spi Cgil. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Geppe Inserra.
L’IRRESPONSABILITA’ AL VOLANTE - Secondo quanto rilevato da Asaps, la maggior parte degli incidenti con conseguenze mortali per i pedoni sono causati dall’irresponsabilità o dall’imprudenza di chi è al volante: sui 46 casi accertati nei primi 31 giorni del 2020, ben 11 volte il conducente è stato sorpreso in stato di ebrezza alcolica; in 2 casi, chi ha investito il pedone era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; in altri 6, l’investitore è fuggito senza prestare soccorso alla vittima.
Spesso non è rispettata la distanza di sicurezza, in molti casi si effettuano manovre irregolari, non si rallenta e non ci si ferma al passaggio di un pedone. Sono molti i casi in cui è proprio il pedone ad avere responsabilità non rispettando l'alt al semaforo. Molte responsabilità sono da imputare anche a enti e amministratori locali: tra le principali cause d'incidente c'è la presenza di buche o altri ostacoli sull'asfalto.
I DATI - Sembra un bollettino di guerra quello relativo agli incidenti stradali degli ultimi 10 anni in Italia: 6mila morti e 210mila feriti, con il 50% delle vittime costituito da over 65enni. Sono solo alcuni dei dati pubblicati su www.siamotuttipedoni.it, il portale della campagna nazionale che vede insieme SPI Cgil, Centro Antartide di Bologna, FNP Cisl e UILP Uil con il patrocinio di Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Salute. Dal 1° al 31 gennaio 2020, in Italia sono morti 46 pedoni, 26 uomini e 20 donne. La media è spaventosa: 1 morto ogni 14 ore. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio Pedoni di Asaps, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale. Uno dei 46 casi riguarda San Severo, con un uomo travolto da un’auto in corsa lungo la statale 16 lo scorso 26 gennaio. Sono stati moltissimi nel 2019 e, più in generale, negli ultimi anni, gli episodi che hanno visto vittime della strada pedoni e persone in bicicletta nei maggiori centri della Capitanata, sia in città che lungo le strade provinciali. Vie di collegamento spesso ribattezzate come “strade della morte”, spesso costellate di fiori e perfino lapidi che ricordano chi ha perso la vita per la disattenzione o il comportamento non corretto di un automobilista.
GLI INTERVENTI - Aumentare la sicurezza delle strade cittadine e di quelle extraurbane è possibile. Servono non solo interventi infrastrutturali, l’implementazione di nuove tecnologie e l’attuazione di piani urbanistici e del traffico più mirati, ma anche un cambiamento culturale nel segno del rispetto: il rispetto della sicurezza propria e altrui, innanzitutto, assieme all’osservanza delle misure di sicurezza. Di questo hanno parlato, portando la loro esperienza, Pasquale Mininno, già dirigente del Comune di San Severo; Aldo Modonesi, già assessore alla Mobilità del Comune di Ferrara; Marco Pollastri, direttore Centro studi e comunicazione ambientale “Antartide” di Bologna. Sono intervenuti Franco Persiano, segretario provinciale dello SPI Cgil; Maurizio Carmeno, segretario generale provinciale Cgil Foggia; Mina Cilloni, segretaria nazionale Spi Cgil. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Geppe Inserra.
L’IRRESPONSABILITA’ AL VOLANTE - Secondo quanto rilevato da Asaps, la maggior parte degli incidenti con conseguenze mortali per i pedoni sono causati dall’irresponsabilità o dall’imprudenza di chi è al volante: sui 46 casi accertati nei primi 31 giorni del 2020, ben 11 volte il conducente è stato sorpreso in stato di ebrezza alcolica; in 2 casi, chi ha investito il pedone era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; in altri 6, l’investitore è fuggito senza prestare soccorso alla vittima.
Spesso non è rispettata la distanza di sicurezza, in molti casi si effettuano manovre irregolari, non si rallenta e non ci si ferma al passaggio di un pedone. Sono molti i casi in cui è proprio il pedone ad avere responsabilità non rispettando l'alt al semaforo. Molte responsabilità sono da imputare anche a enti e amministratori locali: tra le principali cause d'incidente c'è la presenza di buche o altri ostacoli sull'asfalto.