FOGGIA - “Ci sono dei momenti in cui l’amore per la gente, la solidarietà, il sentimento di appartenenza alla stessa comunità, devono farci superare ogni steccato, ogni divisione, ogni riserva mentale, ogni pregiudizio. Perchè questo è, e deve essere, il momento della condivisione e dell’unione, del senso vero delle responsabilità, senza distinzioni di alcuna sorta.
E’ in virtù di tanto che rivolgo un appello accorato al presidente Emiliano, anche nella sua veste di assessore alla Sanità, chiedendogli di coinvolgere, nella guerra frontale contro questo nemico invisibile e letale per la nostra gente, l’ospedale di Manfredonia, che oggi può dare un fattivo contributo a questa lotta. Avanzo, pertanto, questa proposta, non demagogica, ma concretamente attuabile, perchè frutto di studio e confronto anche con esperti del settore.
Le misure previste nel Piano di Emergenza indicato nella circolare del Ministero della Salute, prevedono un incremento del 50% dei posti letto per le Rianimazioni ed il 100% per le Terapie Subintensive. Ebbene, in tempi brevi sarebbe possibile attrezzare l’ospedale di Manfredonia per cura intensiva e semintensiva per l’emergenza da “Coronavirus”. “Come?”, si chiederà qualcuno.
Attualmente presso il nosocomio sipontino vi sono circa 120 posti letto, unità operative non più funzionanti (gastroenterologia ed ortopedia) ed altre poco utilizzate (ginecologia), che possono, dopo idonea trasformazione (acquisto di respiratori e “cpap”) essere trasformati in posti letto (camere singole) per cura intensiva e semintensiva. In particolare, il reparto di Ginecologia, sia per predisposizioni già esistenti (sale operatorie nello stesso reparto, terminate e mai utilizzate), sia per l’ottima ubicazione (è isolato da tutti gli altri reparti, ubicato al di sotto delle sale operatorie e al di sopra del pronto soccorso), sia perché collegato ai suddetti reparti da ascensore, scala interna e scala esterna, potrebbe essere riconvertito in brevissimo tempo in Rianimazione o Terapia Sub-intensiva.
Ritengo che il presidente Emiliano non possa non tenere in considerazione questa proposta, che trae fondamento dalla Circolare del Ministero della Salute pubblicata il 1 marzo u.s., in virtù della quale altre regioni, come il Piemonte con l’ospedale di Tortona, la Lombardia con quelli di Lodi, Crema e Seriate, hanno dato vita alla rimodulazione locale delle attività ospedaliere, primo passo per una Sanità che voglia fronteggiare efficacemente il pericolo a cui tutti siamo esposti. Siamo di fronte ad una vera emergenza sanitaria e il nosocomio di Manfredonia serve una popolazione di quasi centomila unità che ha bisogno di scelte coraggiose ed intelligenti, quelle che il governo regionale ha il dovere di fare”.
E’ in virtù di tanto che rivolgo un appello accorato al presidente Emiliano, anche nella sua veste di assessore alla Sanità, chiedendogli di coinvolgere, nella guerra frontale contro questo nemico invisibile e letale per la nostra gente, l’ospedale di Manfredonia, che oggi può dare un fattivo contributo a questa lotta. Avanzo, pertanto, questa proposta, non demagogica, ma concretamente attuabile, perchè frutto di studio e confronto anche con esperti del settore.
Le misure previste nel Piano di Emergenza indicato nella circolare del Ministero della Salute, prevedono un incremento del 50% dei posti letto per le Rianimazioni ed il 100% per le Terapie Subintensive. Ebbene, in tempi brevi sarebbe possibile attrezzare l’ospedale di Manfredonia per cura intensiva e semintensiva per l’emergenza da “Coronavirus”. “Come?”, si chiederà qualcuno.
Attualmente presso il nosocomio sipontino vi sono circa 120 posti letto, unità operative non più funzionanti (gastroenterologia ed ortopedia) ed altre poco utilizzate (ginecologia), che possono, dopo idonea trasformazione (acquisto di respiratori e “cpap”) essere trasformati in posti letto (camere singole) per cura intensiva e semintensiva. In particolare, il reparto di Ginecologia, sia per predisposizioni già esistenti (sale operatorie nello stesso reparto, terminate e mai utilizzate), sia per l’ottima ubicazione (è isolato da tutti gli altri reparti, ubicato al di sotto delle sale operatorie e al di sopra del pronto soccorso), sia perché collegato ai suddetti reparti da ascensore, scala interna e scala esterna, potrebbe essere riconvertito in brevissimo tempo in Rianimazione o Terapia Sub-intensiva.
Ritengo che il presidente Emiliano non possa non tenere in considerazione questa proposta, che trae fondamento dalla Circolare del Ministero della Salute pubblicata il 1 marzo u.s., in virtù della quale altre regioni, come il Piemonte con l’ospedale di Tortona, la Lombardia con quelli di Lodi, Crema e Seriate, hanno dato vita alla rimodulazione locale delle attività ospedaliere, primo passo per una Sanità che voglia fronteggiare efficacemente il pericolo a cui tutti siamo esposti. Siamo di fronte ad una vera emergenza sanitaria e il nosocomio di Manfredonia serve una popolazione di quasi centomila unità che ha bisogno di scelte coraggiose ed intelligenti, quelle che il governo regionale ha il dovere di fare”.