ROMA - Quanto successo in Italia in merito alle speculazioni relative alla vendita online di comuni prodotti di igiene venduti come disinfettanti ma senza alcuna certificazione, mascherine, e financo farmaci spacciati per curativi o aventi natura preventiva rispetto al covid-19, si sta propagando anche nel resto d’Europa. Per tale ragione l’attività dell’Antitrust italiano è stata citata dalla Commissione UE che, in accordo con le Autorità degli Stati membri competenti in materia di protezione dei consumatori, ha deciso, sulla scorta delle iniziative italiane del 27 febbraio 2020 dell'avvio di un'indagine relativa alla vendita online di prodotti igienizzanti e mascherine, di coordinare le rispettive attività di enforcement in materia di repressione delle pratiche commerciali sleali.
Per affrontare tali attività illecite, particolarmente odiose in un periodo di emergenza sanitaria come quello attuale, la Commissione UE e le Autorità nazionali competenti suddette hanno lanciato un’Azione comune. Secondo tale Azione, le varie Autorità cominceranno a scambiarsi rapidamente le informazioni sulle pratiche commerciali sleali registrate a livello nazionale, in modo da utilizzare un approccio comune che permetta di agire prontamente ed evitare così che i consumatori siano ingannati da siti illegali. Il coordinamento di tali azioni prevede anche di rendere edotti i consumatori dell’esistenza e della diffusione di tali pratiche illecite, attraverso specifiche campagne di sensibilizzazione.
Secondo quanto affermato da Didier Reynders, Commissario Ue responsabile di giustizia e protezione dei consumatori: “Noi non accetteremo che commercianti senza scrupoli giochino sulla paura causata ai consumatori dall’emergenza covid-19. Alcune piattaforme, quali Amazon e Facebook, hanno già volontariamente preso iniziative contro queste forme di pubblicità illegale. Le Associazioni dei consumatori stanno intensificando il loro lavoro. Questa è la via da percorrere. Chiedo urgentemente a tutti gli stakeholders, inclusi i marketplace e le piattaforme che ospitano i media di aiutarci a combattere questi comportamenti di natura predatoria. Da parte mia assicuro che la Commissione europea e le Autorità nazionali competenti useranno tutto il potere a loro disposizione per reprimere tali illeciti.” La prima azione comune sarà quella di elaborare delle linee guida per la rapida identificazione delle pratiche commerciali “problematiche”.
Tali linee guida aiuteranno anche il coordinamento tra Autorità nazionali, siti legali e piattaforme in modo da fornire le occorrenti indicazioni ai Governi per eliminare velocemente le pubblicità ingannevoli che appaiono in rete. Data l’urgenza della situazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere ogni specifica misura esecutiva attraverso decisioni aventi carattere di priorità. Allo stesso tempo, conclude il comunicato della Commissione, tutte le piattaforme online devono intensificare i loro sforzi al fine di scoprire e cancellare rapidamente tutti i messaggi pubblicitari ingannevoli.
Per affrontare tali attività illecite, particolarmente odiose in un periodo di emergenza sanitaria come quello attuale, la Commissione UE e le Autorità nazionali competenti suddette hanno lanciato un’Azione comune. Secondo tale Azione, le varie Autorità cominceranno a scambiarsi rapidamente le informazioni sulle pratiche commerciali sleali registrate a livello nazionale, in modo da utilizzare un approccio comune che permetta di agire prontamente ed evitare così che i consumatori siano ingannati da siti illegali. Il coordinamento di tali azioni prevede anche di rendere edotti i consumatori dell’esistenza e della diffusione di tali pratiche illecite, attraverso specifiche campagne di sensibilizzazione.
Secondo quanto affermato da Didier Reynders, Commissario Ue responsabile di giustizia e protezione dei consumatori: “Noi non accetteremo che commercianti senza scrupoli giochino sulla paura causata ai consumatori dall’emergenza covid-19. Alcune piattaforme, quali Amazon e Facebook, hanno già volontariamente preso iniziative contro queste forme di pubblicità illegale. Le Associazioni dei consumatori stanno intensificando il loro lavoro. Questa è la via da percorrere. Chiedo urgentemente a tutti gli stakeholders, inclusi i marketplace e le piattaforme che ospitano i media di aiutarci a combattere questi comportamenti di natura predatoria. Da parte mia assicuro che la Commissione europea e le Autorità nazionali competenti useranno tutto il potere a loro disposizione per reprimere tali illeciti.” La prima azione comune sarà quella di elaborare delle linee guida per la rapida identificazione delle pratiche commerciali “problematiche”.
Tali linee guida aiuteranno anche il coordinamento tra Autorità nazionali, siti legali e piattaforme in modo da fornire le occorrenti indicazioni ai Governi per eliminare velocemente le pubblicità ingannevoli che appaiono in rete. Data l’urgenza della situazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere ogni specifica misura esecutiva attraverso decisioni aventi carattere di priorità. Allo stesso tempo, conclude il comunicato della Commissione, tutte le piattaforme online devono intensificare i loro sforzi al fine di scoprire e cancellare rapidamente tutti i messaggi pubblicitari ingannevoli.
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