di ANGELA QUATRARO - Coronavirus: leggo articoli da giorni, anche perché è l’unica e sola notizia presente al momento, ma continuo a svegliarmi ogni mattino aspettando di trovare almeno una sola notizia positiva, che sia uno spiraglio di luce per tutti noi. Ebbene sì, dormire risulta impossibile, così come continuare a vivere la mia quotidianità australiana, mentre nella mia Italia, da giorni, si respira un’aria triste e devastante alla quale nessuno di noi era preparato.
Parlo ancor più del solito con la mia famiglia e i miei amici, per sentirli più vicini ed io per essere più vicina a loro, per cercare di rassicurarli, ed in parte di rassicurare anche me, e tanti altri che come me, dall’altra parte del mondo stanno vivendo il tutto così lontani ed in maniera esageratamente amplificata dall’enorme quantità di informazioni che circolano sui social da settimane, alcune veritiere, altre inutili, ed altre ancora, spesso condivise senza criterio o evidenza scientifica da poter essere considerate attendibili, ma con lo stesso potere mediatico e comunicativo di tutte le altre, informazioni che a mio modesto parere hanno generato un iniziale terrorismo psicologico, senza effettivi riscontri risolutivi, e che in un secondo momento hanno portato al panico, che sembra essere a tratti inevitabile. Ma la comunicazione ed il potere dei social dovrebbe essere un altro: questo è il momento per condividere notizie rassicuranti, se pur siano poche, per confortare la popolazione italiana e mondiale, per dare soluzioni ad un problema che sembra essere più grande di noi, e che sta colpendo pian piano tutti, per continuare ad accumulare fondi per aiutare le strutture ospedaliere ad essere preparate, le farmacie a rifornirsi e per pensare ad un eventuale collasso economico a cui stiamo iniziando ad assistere.
Non so di cosa si tratti purtroppo, non essendo virologa, medico o scienziata, ed è questa la cosa che più fa paura e sta spaventando tutti noi, non permettendoci di essere sempre lucidi. Nel 1981, Dean Koontz scriveva nel libro “The eyes of Darkness” riguardo un’epidemia che avrebbe colpito l’umanità intorno al 2020, chiamata Wuhan-400 proprio perché sarebbe iniziata fuori dalla città di Wuhan, e ahimè ci ritroviamo qui a vivere qualcosa che sembra fosse stato già scritto.
Non so se si tratti di un terribile piano studiato dai governi a livello mondiale per far collassare gli Stati interessati, ma se così fosse, è proprio a voi che mi rivolgo, capi di Stato, se c’è una soluzione, vi prego, rendetela pubblica. Ora. Non tra giorni, non tra settimane. Ma ora, in questo momento. I contagi stanno aumentando e la situazione sta peggiorando ogni giorno di più, sta avvenendo una guerra senza l’uso di armi, e siamo noi a farne parte. So che è difficile andare contro i vostri interessi, ma adesso è il momento di farlo, se avete un piccolo pezzo di cuore che non sia di pietra o di denaro, adesso è il momento di pensare al popolo, a tutti i pazienti immunodepressi che stanno combattendo giorno dopo giorno per sopravvivere, a tutti i bambini che hanno il diritto di vivere la vita che è stata loro donata, agli anziani che hanno già dovuto affrontare tanto e ce l’hanno fatta fin ora, a tutte le famiglie che hanno lottato una vita per arrivare sin qui, a tutti quelli che hanno dovuto già scontrarsi con la crisi economica del 2008 e che ora si ritrovano senza le risorse per poterne superare un’altra ancor più grave, ai giovani che lottano ogni giorno per avere un futuro migliore e che adesso si ritrovano a casa, isolati, divisi dalla proprie famiglie e sparsi nelle diverse città italiane dove vivono con la speranza di riabbracciare i propri cari al più presto, a tutti i dipendenti sanitari che ogni giorno stanno offrendo il loro servizio con tanta forza, nonostante l’alto rischio a cui sono esposti, alle forze dell’ordine che controllano centinaia di persone senza tregua, a tutti coloro che continuano a fare ricerche per trovare l’antidoto che risolva tutto e così potrei continuare.
Se così non fosse, se invece non si trattasse di un piano studiato, da ragazza italiana ventiseienne quale sono, cittadina di un piccolo paese della meravigliosa Puglia, che se pur possa sembrare assurdo, l’unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe essere lì, vicina alle persone che amo , piuttosto che ritrovarmi qui, a Sydney, a 16000 km di distanza, fortunatamente con uno dei miei due fratelli accanto, ma senza la certezza di sapere quando sarà possibile per noi riprendere un volo di ritorno a casa per poter riabbracciare tutti, impotente e invasa dalla stessa paura che sta coprendo l’Italia, divisa da un fuso ora ancor più difficile da accettare, avrei un’altra richiesta per Lei, caro Stato italiano.
Le precauzioni prese, l’#iorestoacasa, se pur drastiche, sono certamente le più giuste per far si che i contagi pian piano diminuiscano, ma inevitabilmente queste settimane di congelamento totale avranno un altro riscontro negativo, a livello psicologico ed economico alla quale si dovrà far fronte, pertanto, per una sola volta, pensi al nostro Paese, che Le ricordo, é anche il Suo, e lotti per farlo guarire. Sii prepari per aiutare chi avrà bisogno, per poter pagare le spese di chi non avrà un’entrata e non saprà come fronteggiare la quotidianità, per essere dalla nostra parte, per pensare che uno dei paesi più belli al mondo non può crollare, non deve crollare, e adesso più che mai, molto dipenderà da Lei. Non sono nessuno per poter dare soluzioni, ma da questa quasi irreale vicenda, la Cina ci ha insegnato che se si vuole ottenere qualcosa lo si può fare, costruendo due nuovi ospedali nell’arco di due settimane.
Abbiamo bisogno del Suo aiuto, quello che non farà oggi per noi, qualcuno al suo posto non lo farà per le future generazioni che Le staranno a cuore.
Qui in Australia, da Gennaio le istituzioni e le compagnie di ogni genere si sono adoperate affinché informassero tutti sui rischi e le precauzioni da prendere per proteggersi dal COVID-19, ma con una importante nota a pie’ di pagina scritta in grassetto -Please do not panic but stay alert- e non vi nego che se pur la preoccupazione mi abbia assalita, quelle righe l’hanno placata.
Un paio di settimane fa, mentre purtroppo nel Nord Italia c’erano già zone segnalate come rosse, la quale notizia iniziava a turbarmi, qui i supermercati erano pieni zeppi di gente, ma con scaffali vuoti. La prima cosa ad essere terminata quasi ovunque è stata ed è tutt’oggi la carta igienica, cosa assurda da pensare ma vera, e poi pasta, saponi, detergenti e via dicendo. Quando mi sono permessa di chiedere il motivo di questo stock finito, mi è stato risposto con un sorriso sarcastico:- La gente si sta preparando al virus!-. In quel momento mi è sembrato tutto così strano e fuori dal normale, ma ad oggi, a conoscenza del decreto che è stato emanato nel Mio Paese, capisco a cosa il commesso si riferisse e immagino ed aspetto che a breve, anche qui, la situazioni peggiori. In questa settimana diverse celebrazioni prenotate e pagate sono state annullate e così annullate le giornate lavorative di chi doveva offrire il proprio servizio, me compresa.
Concludo con una dedica a tutti voi, a cui sono vicina con il cuore, oggi più che mai, e a te mia amata Italia, perché io credo nella tua forza!Adesso è il momento di combattere, e uniti possiamo farcela. Nord, Centro, Sud devono essere un’unica realtà, dobbiamo aiutarci a vicenda, dobbiamo farci compagnia se pur costretti a star lontani, dobbiamo ritornare a credere nell’amore come la più forte delle armi e amarci ancor più di sempre, dobbiamo rispettare le regole per poi ritornare a sorridere più forti di prima, con sorrisi che nasconderanno lacrime e giorni di paura, ma che saranno, spero, solo un lontano ricordo.
Usiamo la metafora giapponese del Kintsugi, per parlare di noi, dove un vaso rotto viene riparato con della resina piena di polvere di oro, ed una volta riscaldato quel vaso sarà più bello e prezioso rispetto all’originale. Questa rottura ci renderà più forti, dobbiamo crederci, dobbiamo restare uniti, non dobbiamo arrenderci, non possiamo permetterci di mollare. Io qui, dall’altra parte del mondo, credo in tutti voi, noi!
Dobbiamo cercare di essere tranquilli, mantenere la calma, e pensare che dopo la tempesta, i colori dell’arcobaleno illumineranno ogni nostro giorno, cerchiamo di alimentare il fuoco che è dentro di noi e non permettiamogli di affievolirsi, cerchiamo di sostituire la paura, che è un qualcosa di incontrollabile, con il coraggio e la forza di affrontare questa inaspettata realtà. Dedichiamo del tempo alle cose per cui non c’era mai tempo a disposizione, facciamo tesoro di ogni pranzo ed ogni cena assaporato accanto a chi ci ama, di ogni risveglio ed ogni buonanotte sussurrata con la speranza che “domani sia un giorno migliore”.
Italia mia, sei così meravigliosa da meritare di brillare di una tua luce, alimentiamo questa luce tutti insieme e tutto passerà più in fretta.
ANDRA' TUTTO BENE, dobbiamo crederci, io sono con tutti voi!
Parlo ancor più del solito con la mia famiglia e i miei amici, per sentirli più vicini ed io per essere più vicina a loro, per cercare di rassicurarli, ed in parte di rassicurare anche me, e tanti altri che come me, dall’altra parte del mondo stanno vivendo il tutto così lontani ed in maniera esageratamente amplificata dall’enorme quantità di informazioni che circolano sui social da settimane, alcune veritiere, altre inutili, ed altre ancora, spesso condivise senza criterio o evidenza scientifica da poter essere considerate attendibili, ma con lo stesso potere mediatico e comunicativo di tutte le altre, informazioni che a mio modesto parere hanno generato un iniziale terrorismo psicologico, senza effettivi riscontri risolutivi, e che in un secondo momento hanno portato al panico, che sembra essere a tratti inevitabile. Ma la comunicazione ed il potere dei social dovrebbe essere un altro: questo è il momento per condividere notizie rassicuranti, se pur siano poche, per confortare la popolazione italiana e mondiale, per dare soluzioni ad un problema che sembra essere più grande di noi, e che sta colpendo pian piano tutti, per continuare ad accumulare fondi per aiutare le strutture ospedaliere ad essere preparate, le farmacie a rifornirsi e per pensare ad un eventuale collasso economico a cui stiamo iniziando ad assistere.
Non so di cosa si tratti purtroppo, non essendo virologa, medico o scienziata, ed è questa la cosa che più fa paura e sta spaventando tutti noi, non permettendoci di essere sempre lucidi. Nel 1981, Dean Koontz scriveva nel libro “The eyes of Darkness” riguardo un’epidemia che avrebbe colpito l’umanità intorno al 2020, chiamata Wuhan-400 proprio perché sarebbe iniziata fuori dalla città di Wuhan, e ahimè ci ritroviamo qui a vivere qualcosa che sembra fosse stato già scritto.
Non so se si tratti di un terribile piano studiato dai governi a livello mondiale per far collassare gli Stati interessati, ma se così fosse, è proprio a voi che mi rivolgo, capi di Stato, se c’è una soluzione, vi prego, rendetela pubblica. Ora. Non tra giorni, non tra settimane. Ma ora, in questo momento. I contagi stanno aumentando e la situazione sta peggiorando ogni giorno di più, sta avvenendo una guerra senza l’uso di armi, e siamo noi a farne parte. So che è difficile andare contro i vostri interessi, ma adesso è il momento di farlo, se avete un piccolo pezzo di cuore che non sia di pietra o di denaro, adesso è il momento di pensare al popolo, a tutti i pazienti immunodepressi che stanno combattendo giorno dopo giorno per sopravvivere, a tutti i bambini che hanno il diritto di vivere la vita che è stata loro donata, agli anziani che hanno già dovuto affrontare tanto e ce l’hanno fatta fin ora, a tutte le famiglie che hanno lottato una vita per arrivare sin qui, a tutti quelli che hanno dovuto già scontrarsi con la crisi economica del 2008 e che ora si ritrovano senza le risorse per poterne superare un’altra ancor più grave, ai giovani che lottano ogni giorno per avere un futuro migliore e che adesso si ritrovano a casa, isolati, divisi dalla proprie famiglie e sparsi nelle diverse città italiane dove vivono con la speranza di riabbracciare i propri cari al più presto, a tutti i dipendenti sanitari che ogni giorno stanno offrendo il loro servizio con tanta forza, nonostante l’alto rischio a cui sono esposti, alle forze dell’ordine che controllano centinaia di persone senza tregua, a tutti coloro che continuano a fare ricerche per trovare l’antidoto che risolva tutto e così potrei continuare.
Se così non fosse, se invece non si trattasse di un piano studiato, da ragazza italiana ventiseienne quale sono, cittadina di un piccolo paese della meravigliosa Puglia, che se pur possa sembrare assurdo, l’unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe essere lì, vicina alle persone che amo , piuttosto che ritrovarmi qui, a Sydney, a 16000 km di distanza, fortunatamente con uno dei miei due fratelli accanto, ma senza la certezza di sapere quando sarà possibile per noi riprendere un volo di ritorno a casa per poter riabbracciare tutti, impotente e invasa dalla stessa paura che sta coprendo l’Italia, divisa da un fuso ora ancor più difficile da accettare, avrei un’altra richiesta per Lei, caro Stato italiano.
Le precauzioni prese, l’#iorestoacasa, se pur drastiche, sono certamente le più giuste per far si che i contagi pian piano diminuiscano, ma inevitabilmente queste settimane di congelamento totale avranno un altro riscontro negativo, a livello psicologico ed economico alla quale si dovrà far fronte, pertanto, per una sola volta, pensi al nostro Paese, che Le ricordo, é anche il Suo, e lotti per farlo guarire. Sii prepari per aiutare chi avrà bisogno, per poter pagare le spese di chi non avrà un’entrata e non saprà come fronteggiare la quotidianità, per essere dalla nostra parte, per pensare che uno dei paesi più belli al mondo non può crollare, non deve crollare, e adesso più che mai, molto dipenderà da Lei. Non sono nessuno per poter dare soluzioni, ma da questa quasi irreale vicenda, la Cina ci ha insegnato che se si vuole ottenere qualcosa lo si può fare, costruendo due nuovi ospedali nell’arco di due settimane.
Abbiamo bisogno del Suo aiuto, quello che non farà oggi per noi, qualcuno al suo posto non lo farà per le future generazioni che Le staranno a cuore.
Qui in Australia, da Gennaio le istituzioni e le compagnie di ogni genere si sono adoperate affinché informassero tutti sui rischi e le precauzioni da prendere per proteggersi dal COVID-19, ma con una importante nota a pie’ di pagina scritta in grassetto -Please do not panic but stay alert- e non vi nego che se pur la preoccupazione mi abbia assalita, quelle righe l’hanno placata.
Un paio di settimane fa, mentre purtroppo nel Nord Italia c’erano già zone segnalate come rosse, la quale notizia iniziava a turbarmi, qui i supermercati erano pieni zeppi di gente, ma con scaffali vuoti. La prima cosa ad essere terminata quasi ovunque è stata ed è tutt’oggi la carta igienica, cosa assurda da pensare ma vera, e poi pasta, saponi, detergenti e via dicendo. Quando mi sono permessa di chiedere il motivo di questo stock finito, mi è stato risposto con un sorriso sarcastico:- La gente si sta preparando al virus!-. In quel momento mi è sembrato tutto così strano e fuori dal normale, ma ad oggi, a conoscenza del decreto che è stato emanato nel Mio Paese, capisco a cosa il commesso si riferisse e immagino ed aspetto che a breve, anche qui, la situazioni peggiori. In questa settimana diverse celebrazioni prenotate e pagate sono state annullate e così annullate le giornate lavorative di chi doveva offrire il proprio servizio, me compresa.
Concludo con una dedica a tutti voi, a cui sono vicina con il cuore, oggi più che mai, e a te mia amata Italia, perché io credo nella tua forza!Adesso è il momento di combattere, e uniti possiamo farcela. Nord, Centro, Sud devono essere un’unica realtà, dobbiamo aiutarci a vicenda, dobbiamo farci compagnia se pur costretti a star lontani, dobbiamo ritornare a credere nell’amore come la più forte delle armi e amarci ancor più di sempre, dobbiamo rispettare le regole per poi ritornare a sorridere più forti di prima, con sorrisi che nasconderanno lacrime e giorni di paura, ma che saranno, spero, solo un lontano ricordo.
Usiamo la metafora giapponese del Kintsugi, per parlare di noi, dove un vaso rotto viene riparato con della resina piena di polvere di oro, ed una volta riscaldato quel vaso sarà più bello e prezioso rispetto all’originale. Questa rottura ci renderà più forti, dobbiamo crederci, dobbiamo restare uniti, non dobbiamo arrenderci, non possiamo permetterci di mollare. Io qui, dall’altra parte del mondo, credo in tutti voi, noi!
Dobbiamo cercare di essere tranquilli, mantenere la calma, e pensare che dopo la tempesta, i colori dell’arcobaleno illumineranno ogni nostro giorno, cerchiamo di alimentare il fuoco che è dentro di noi e non permettiamogli di affievolirsi, cerchiamo di sostituire la paura, che è un qualcosa di incontrollabile, con il coraggio e la forza di affrontare questa inaspettata realtà. Dedichiamo del tempo alle cose per cui non c’era mai tempo a disposizione, facciamo tesoro di ogni pranzo ed ogni cena assaporato accanto a chi ci ama, di ogni risveglio ed ogni buonanotte sussurrata con la speranza che “domani sia un giorno migliore”.
Italia mia, sei così meravigliosa da meritare di brillare di una tua luce, alimentiamo questa luce tutti insieme e tutto passerà più in fretta.
ANDRA' TUTTO BENE, dobbiamo crederci, io sono con tutti voi!
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Lettera al direttore