LECCE - "Se è vero come è probabile e come riportato poco fa sul sito on line Corriere salentino che ci siano stati tifosi dell'Atalanta nel locale di proprietà dell'uomo positivo al Covid 19, ancora una volta ci convinciamo della superficialità con cui il sindaco ha affrontato il pericolo del coronavirus nella nostra città . Ricordiamo la totale incuranza in consiglio comunale quando, per tempo, ponemmo il problema della prevenzione preoccupati del messaggio di assoluta superficialità che proveniva dalla sorridente foto del sindaco e dell'intera giunta in un ristorante cinese, quasi a sottolineare una forma di scherno verso chi avvertiva una giusta e corretta preoccupazione. Fare adesso post categorici è come mettersi l'anima in pace dopo essersi assolutamente spogliato delle sue prerogative di autorità sanitaria che al di là delle direttive nazionali e regionali avrebbe dovuto autonomamente mettere in atto in modo categorico e risoluto per la sicurezza dei cittadini e a tutela della loro salute". Così in una nota la sen.Adriana Poli Bortone.
Mentre il virus si diffondeva in città (anche sabato e domenica i locali erano pieni zeppi di gente senza controlli di alcun tipo) lui era impegnato a discutere una delibera di dubbia legittimità sulla costruzione di un impianto di rifiuti", conclude Poli Bortone.
"All'epoca, mi riferisco all'ingresso dei tifosi dell'Atalanta, avrebbe dovuto insistere in tutte le sedi opportune per evitare che venissero in città tifosi e persone provenienti da quelle che ormai erano zone rosse. Ma nessun cenno abbiamo avuto di questa sua importante competenza e funzione tant'è che tra le altre cose, non abbiamo notato nessun intervento di igienizzazione e sanificazione in città . Né precauzione alcuna, a partire dalla compresenza di almeno 30 persone in commissione, stampa compresa, in ambienti di pochi metri quadri. Insomma una superficialità totale di cui stiamo cominciando a pagare le conseguenze. Salvemini dovrebbe amettere la sua incapacità , fare una doverosa ammissione e un unico proclama: dimissioni.
Mentre il virus si diffondeva in città (anche sabato e domenica i locali erano pieni zeppi di gente senza controlli di alcun tipo) lui era impegnato a discutere una delibera di dubbia legittimità sulla costruzione di un impianto di rifiuti", conclude Poli Bortone.