GINOSA (TA) - Era il 20 febbraio quando la stilista Carmen Clemente annulla l'appuntamento più importante dell'anno “Milano Fashion Week” che l’ha sempre vista protagonista insieme a sua figlia Dalila Recchia ogni anno in passerella con creazioni sposa e altamoda: non ci pensa un attimo perché la salute viene prima di tutto anche se il lavoro programmato da mesi tra collezioni e investimenti lavorativi sono andati in fumo.
Il tempo passa e la situazione peggiora: ormai Milano è zona rossa e si sente più spesso della scarsa disponibilità di mascherine protettive; la stilista verifica in magazzino la disponibilità di cotone per camice che usa per la sua collezione uomo, per intenderci quelle indossate da Antonio Zequila al Grande Fratello Vip, e parte con i prototipi, parte la squadra familiare a catena di montaggio con il marito Benito al taglio, Dalila e Carmen al cucito, Walter e Christian allo stiro; cuciono anche di notte, senza fermarsi un attimo.
La quarantena presso l’atelier di abiti da sposa e da cerimonia serve per dedicarsi alla realizzazione di mascherine protettive in cotone: più di mille prodotte ininterrottamente finora per medici, Croce Rossa, Protezione Civile, Carcere di Matera, anziani della Casa Famiglia di Ginosa e tanta gente comune che non è riuscita ancora a procurarsi uno schermo di protezione dal contagio.
"La stilista dal cuore d'oro" le distribuisce soprattutto ad anziani, persone sole o più esposte al virus; per i bambini ci sono anche quelle realizzate con fantasie gioiose.
In questo laboratorio è stata creata una catena di montaggio familiare, anche con un paio di sarte in regime di totale sicurezza per la realizzazione di mascherine in cotone 100% lavabili, un tessuto facilmente sterilizzabile a qualunque temperatura.
Coronavirus, mascherine esaurite ovunque: «Vanno bene anche di stoffa»
In questo laboratorio la macchina da cucire non si ferma un attimo per sfornare mascherine protettive: la notizia è virale e anche i farmacisti ne fanno richiesta perché sono rimasti sprovvisti di questi ausili protettivi sempre più richiesti.
«Questa domenica abbiamo finito le prime mille mascherine – racconta la stilista – Da quando mi è venuta l’idea di come potermi rendere utile in un momento così drammatico per la vita sociale di tutta la nostra comunità, non mi fermo un attimo per produrne il più possibile. Siamo stanchi ma soprattutto molto soddisfatti: ci bastano solo poche ore di sonno e per il resto siamo pronti a questa missione che facciamo con immenso piacere, mettendo a disposizione la nostra arma migliore, un lavoro che amo e che è al servizio di tutti, perché tutti insieme ne usciremo più consapevoli e orgogliosi di vivere nella grande Nazione. L'Italia in questo periodo così surreale ha vinto: l'orgoglio di essere italiana e prendere consapevolezza che noi italiani siamo un grande popolo».
Il tempo passa e la situazione peggiora: ormai Milano è zona rossa e si sente più spesso della scarsa disponibilità di mascherine protettive; la stilista verifica in magazzino la disponibilità di cotone per camice che usa per la sua collezione uomo, per intenderci quelle indossate da Antonio Zequila al Grande Fratello Vip, e parte con i prototipi, parte la squadra familiare a catena di montaggio con il marito Benito al taglio, Dalila e Carmen al cucito, Walter e Christian allo stiro; cuciono anche di notte, senza fermarsi un attimo.
La quarantena presso l’atelier di abiti da sposa e da cerimonia serve per dedicarsi alla realizzazione di mascherine protettive in cotone: più di mille prodotte ininterrottamente finora per medici, Croce Rossa, Protezione Civile, Carcere di Matera, anziani della Casa Famiglia di Ginosa e tanta gente comune che non è riuscita ancora a procurarsi uno schermo di protezione dal contagio.
"La stilista dal cuore d'oro" le distribuisce soprattutto ad anziani, persone sole o più esposte al virus; per i bambini ci sono anche quelle realizzate con fantasie gioiose.
In questo laboratorio è stata creata una catena di montaggio familiare, anche con un paio di sarte in regime di totale sicurezza per la realizzazione di mascherine in cotone 100% lavabili, un tessuto facilmente sterilizzabile a qualunque temperatura.
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In questo laboratorio la macchina da cucire non si ferma un attimo per sfornare mascherine protettive: la notizia è virale e anche i farmacisti ne fanno richiesta perché sono rimasti sprovvisti di questi ausili protettivi sempre più richiesti.
«Questa domenica abbiamo finito le prime mille mascherine – racconta la stilista – Da quando mi è venuta l’idea di come potermi rendere utile in un momento così drammatico per la vita sociale di tutta la nostra comunità, non mi fermo un attimo per produrne il più possibile. Siamo stanchi ma soprattutto molto soddisfatti: ci bastano solo poche ore di sonno e per il resto siamo pronti a questa missione che facciamo con immenso piacere, mettendo a disposizione la nostra arma migliore, un lavoro che amo e che è al servizio di tutti, perché tutti insieme ne usciremo più consapevoli e orgogliosi di vivere nella grande Nazione. L'Italia in questo periodo così surreale ha vinto: l'orgoglio di essere italiana e prendere consapevolezza che noi italiani siamo un grande popolo».
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