BARI – Fare il punto, a 5 anni dall’attivazione della Rete Reumatologica Pugliese, sui risultati ottenuti dal processo riorganizzativo. Questo lo scopo del tavolo di lavoro ‘Reumarete. La Rete reumatologica pugliese’, organizzato da Motore Sanità, in collaborazione con Regione Puglia ed AReSS, con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb.
I cittadini pugliesi affetti dall’artrite reumatoide sono circa 40.000 con una presa in carico sempre più precoce e con un trattamento che utilizza anche i recenti farmaci innovativi e i biosimilari che adeguatamente utilizzati permettono a parità di efficacia un risparmio economico per un reimpiego delle risorse per una precoce assunzione regionale delle terapie innovative attuali e future.
“L’istituzione delle Reti di assistenza specialistica sta divenendo una esigenza sempre più pressante nei sistemi sanitari ed è posta tra le priorità del programma dallo stesso Ministero della Salute. I vantaggi di una Rete Reumatologica Regionale sono intuitivi consentendo, infatti, l’integrazione dei percorsi assistenziali tra Ospedale e Territorio e nell’ambito dello stesso territorio, l’avvio di percorsi per la diagnosi precoce, l’appropriatezza delle cure e l’accesso alle terapie ad alto costo. Un sistema Rete siffatto è pero carente degli strumenti per la valutazione degli “outcome” delle terapie e, quindi della sostenibilità delle cure. A tal fine appare necessario che la Rete sia completata da un registro per la raccolta dei dati. A tal fine, la Rete Reumatologica Pugliese si è dotata di registro (BIOPURE) che ha prodotto numerose pubblicazioni scientifiche”, ha dichiarato Florenzo Iannone, Professore Ordinario di Reumatologia, Università di Bari, Coordinatore Comitato Scientifico GISEA
“La medicina moderna va sempre più discostandosi dalla logica dei protocolli di trattamento che è stata utilizzata in passato. La spersonalizzazione del rapporto con le persone malate e la brutta abitudine di identificare il paziente semplicemente con la sua patologia (“l’artrite del letto 1” o “la gastrite del 2”) stanno lasciando spazio a nuove pratiche, non solo più adatte alla comunicazione fra esseri umani, ma anche più efficaci sul piano pratico. La medicina di precisione e la medicina “personalizzata” rappresenta una delle metodologie più all’avanguardia in questo ambito, riconoscendo a ogni paziente la propria unicità. Ogni persona è diversa dall’altra e diverso deve essere l’approccio del medico che deve considerare che il modo in cui ciascuno reagisce alla propria patologia, sia dal punto di vista fisico che psicologico è sicuramente diverso e deve tener conto anche dell’ambiente in cui il paziente è immerso e al tipo di vita che conduce. Solo integrando tra loro tutte le informazioni si possono comprendere le caratteristiche uniche di patologie complesse, per poi curarle in maniera più mirata. In pratica, la medicina di precisione si propone di trovare la terapia giusta per il paziente giusto e al momento giusto. Non più tentativi inutili, ma cure intelligenti”, ha detto Giovanni Lapadula, Presidente del Gruppo Italiano di Studio sulla Early Arthritis GISEA.