18 aprile 1948, l'Italia in coda per il voto

di NICOLA ZUCCARO - Il 18 e 19 aprile 1948, a distanza di 2 anni dal Referendum per la scelta fra Monarchia e Repubblica, gli italiani furono nuovamente convocati per eleggere i parlamentari componenti la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica.

Dalla due giorni di voto - distribuita fra una domenica e un lunedì - uscì vincitrice la Democrazia Cristiana che, con il 48,51% delle preferenze, conquistò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi; un caso unico nella storia della Repubblica. In virtù di questo risultato straordinario, il partito guidato all'epoca da Alcide De Gasperi divenne il punto di riferimento dell'elettorato anticomunista e un soggetto di primo piano della politica italiana.

Di contro, fu netta la sconfitta del Fronte Popolare composto dal Partito Comunista e dal Partito Socialista che si fermò al 30%, probabilmente a causa della scissione dell'area cosiddetta riformista che determinò nel 1947 la nascita del Partito Socialdemocratico.

Mediocri furono i risultati a destra, su un fronte diviso fra liberali, monarchici e i neonati missini. Ma al di là dei risultati scaturiti da quelle urne, il dato più rilevante fu rappresentato dall'elevata affluenza ai seggi e che costrinse i numerosi elettori italiani a mettersi in coda per poter esercitare il proprio diritto di voto.

Già, la coda, questa entità che sembrava essere definitivamente consegnata agli archivi fotografici, ma che nei tempi odierni per l'emergenza legata al Coronavirus, fra supermercati, poste e farmacie, è tornata prepotentemente alla ribalta delle cronache. Sarà così anche per i prossimi appuntamenti elettorali? Agli elettori, ancora una volta, l'ardua sentenza.
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