MILANO - Era ad un passo dalla finale il giovane cantante Jacopo Ottonello, grande protagonista di questa edizione di Amici, appena conclusa. All'interno della scuola, il nuovo idolo delle teenager ha conquistato il cuore dei professori e del pubblico, ma soprattutto di Maria De Filippi che alla sua uscita, non ha trattenuto le lacrime. ''Vorrei rivederla per darle quell'abbraccio che non ci siamo dati - ci ha raccontato. 'Colori' è il titolo del suo ep di debutto, pubblicato per Sony Music Italia.
Partiamo dall'esperienza nella scuola di Amici...
E' stata una vera e propria esperienza di vita, oltre che la partecipazione ad un talent. Mi ha dato tantissimo, a livello artistico ma soprattutto a livello umano. Prima del programma ero convinto di essere una persona molto aperta a qualsiasi tipo di conoscenza e ad esternare le mie emozioni. Però nel momento in cui si trattava di emozionarsi ed emozionare, quando cantavo e dovevo aprirmi, rispetto alla vita reale, in cui mi riesce piuttosto facile farlo, lì dentro all’inizio non riuscivo e non so perché.
Cosa ti bloccava?
Forse dovevo abituarmi all'ambiente, alle telecamere, rimanevo più chiuso. Però alla fine, finalmente, sono riuscito ad aprirmi e a far uscire veramente Jacopo. A livello artistico penso di aver imparato tantissimo ed essere migliorato: prima di “Amici” ero abituato a cantare e basta. Nella scuola di Amici invece, ho imparato a cantare e a interpretare e a raccontare una storia.
Meritavi la finale?
Sì, la meritavo come l’hanno meritata i ragazzi che ci sono arrivati. Il percorso che ho fatto è stato bello e nel momento in cui si doveva gareggiare per la semifinale ritengo di essere stato bravo, mi sono sentito padrone del palco e di quello che mi circondava, cosa che nelle altre puntate non trovavo o trovavo in parte. Nella prima puntata non mi sono sentito molto me stesso, ero impaurito, dovevo ancora abituarmi, poi ci ho preso la mano e ho iniziato a sentirmi più padrone di quello che facevo e penso che mi sarei meritato la finale.
E' i rapporti all'interno della scuola com'erano?
Il rapporto con tutti è stato stupendo. Con i ragazzi mi sono trovato bene, in particolare con Nyv, Stefano, Martina. Ovviamente tendevi a legarti con persone con cui avevi più interessi in comune. In particolare, io passavo molto tempo con Nyv, perché è una persona opposta ma affine a me. Mi dava dei consigli che ho messo in pratica e che si sono rivelati utili, e la cosa era reciproca. Anche con Javier c’è stato un bellissimo rapporto.
Con i professori?
Ovviamente ho legato in particolare con Anna Pettinelli, la ringrazierò per sempre. Nonostante mi “martellasse” ogni giorno, quelle martellate mi sono servite un sacco. La ringrazierò sempre e spero di vederla presto.
Hai fatto commuovere anche Maria quando sei stato eliminato dal programma...
Mi piacerebbe tanto rivederla per darle quell’abbraccio che non ci siamo potuti dare quando sono uscito. Mi manca il suo abbraccio ma aspetterò tempi migliori che ci auguriamo tutti. Colgo l’occasione per ricordare a tutti di stare a casa e di ascoltare la musica...preferibilmente il mio album!
(Nel serale di Amici ha duettato con Alessandra Amoroso) |
Mi rispecchia in parte. Enrico scrive un testo in cui un ragazzo è innamorato della sua ragazza, ma la storia sta finendo o forse è già finita. Il succo della storia è “all’amore non si sfugge”. Noi uomini cerchiamo sempre di fare i forti quando troviamo l’amore, ma quando si incontra davvero l’amore si diventa fragili, vulnerabili e di fatti il brano si conclude dicendo “credevo di essere diverso, ma in fondo chi lo è?”.
Pensavo di essere una persona forte, ma alla fine non lo è nessuno di fronte all’amore, perché all'amore non si sfugge. Con Enrico da subito c’è stato un rapporto stupendo, l’ho visto subito come un fratello maggiore, dal primo momento mi ha dato dei consigli che mi sono portato dietro per tutto il percorso. Mi ha fatto capire cosa vuol dire veramente interpretare un testo oltre che cantarlo.
Facciamo un salto indietro. Quando hai avuto il tuo primo approccio con la musica?
Mi sono avvicinato alla musica quando ero alle scuole medie. È stato grazie alla mia maestra Ivana, che ho imparato a suonare la chitarra. Il canto è arrivato un paio di anni dopo, perché la maestra mi stava insegnando a suonare “Hey Jude” dei Beatles e ha sentito che la stavo canticchiando, allora mi ha detto di cantarla. Poi ho continuato per un po' a studiare, anche quando crescendo ho cambiato la voce. Poi tra la scuola e il lavoro non sono più riuscito ad andare a studiare da lei e mi sono un po' autogestito.
Cosa cerchi di trasmettere nelle tue esibizioni?
Cerco di esprimermi e mettere me stesso in ogni brano. In ogni esibizione cerco di far capire a chi mi ascolta, quello che sto provando e come ho cercato di avvicinarmi a quello che canto.
Hai tentato anche la carta X Factor ma non è andata...
Sì, feci il provino ma non andò. Sono contento però di aver avuto la possibilità di farmi conoscere con Amici, che è stata un'esperienza meravigliosa e indimenticabile.
Se ti dovessi descrivere in tre aggettivi?
Sensibile, emotivo ed esplosivo. Sono una bomba pronta ad esplodere, mi lascio coinvolgere dalle emozioni.
Chi è adesso Jacopo?
Una persona molto più consapevole di cosa può fare con la sua voce e cosa può raccontare; più matura sicuramente e più consapevole di chi sia Jacopo come artista e come persona. Sono innamorato di quello che faccio.
Sicuramente avrai dei sogni che vorresti realizzare...
Sono sempre dell’idea che il mio grande sogno sia di duettare con Tiziano Ferro. E ovviamente di fare grandi dischi.
Il Festival di Sanremo?
Sarebbe un altro bellissimo traguardo. Spero di meritarmelo il più presto possibile. Sarebbe bellissimo!