di FREDERIC PASCALI - Il differente approccio dell’animo umano nella capacità di lottare per trasformare il Mondo attorno a lui è il trait d’union che caratterizza la scelta dei due film di questa settimana.
Il primo, programmato giovedì 9 alle 21 su Iris, canale 22, è “Il colore viola”. Una pellicola del 1985, tratta dall’omonimo romanzo di Alice Walker, diretta da Steven Spielberg con protagonisti principali Whoopi Goldberg, “Celie”, e Danny Glover, “Albert”.
Una storia drammatica di emancipazione femminile che lambisce costantemente gli estremi della sopravvivenza con il violento confronto tra uomini e donne di una comunità afroamericana della Georgia dei primi anni del Novecento. La regia tecnicamente ineccepibile di Spielberg, con qualche inciampo melodrammatico, si cala nel profondo della mentalità di questa umanità schiacciata in una dimensione di retroguardia, incapace di comprendere il vento del cambiamento e pronta a fermare il tempo con la violenza a spese della forza e del coraggio di due sorelle e delle donne a loro sodali.
Meritano una citazione Margaret Avery e Oprah Winfrey, tra le non protagoniste, la fotografia di Allen Daviau e le musiche curate da Quincy Jones. Il film ottenne 11 Nomination agli Oscar del 1986 ma clamorosamente non portò a casa nessuna statuetta.
Il secondo, del 1988, in visione sabato 11 alle 21,10 su Rai Storia, canale 54, è “I ragazzi di via Panisperna”.
La pellicola, diretta da Gianni Amelio con la consueta attenzione per l’umanità dei personaggi, racconta della storia vera di un manipolo di brillanti e giovani studenti che nei primissimi anni ’30 diedero lustro alla neonata cattedra di fisica teorica affidata all’enfant prodige Enrico Fermi. A Roma, in via Panisperna, presso il Regio Istituto di Fisica si ritrovarono tutti assieme ottenendo le prime scoperte decisive per lo sviluppo dell’energia nucleare. Tra di essi, il più geniale di tutti era Ettore Maiorana, dal carattere ombroso e dallo studio matto di leopardiana memoria.
La macchina da presa di Amelio scandisce la storia con movimenti classici ed eleganti adagiandosi sulla fotografia di Tonino Nardi che descrive ma non detta i passaggi della sceneggiatura. Le parti principiali sono affidate ad Andrea Prodan, “Maiorana”, ed Ennio Fantastichini, “Enrico Fermi”. Le musiche sono di Riz Ortolani mentre tra le interpreti ci sono Laura Morante, Virna Lisi e una giovanissima Sabina Guzzanti.
Il primo, programmato giovedì 9 alle 21 su Iris, canale 22, è “Il colore viola”. Una pellicola del 1985, tratta dall’omonimo romanzo di Alice Walker, diretta da Steven Spielberg con protagonisti principali Whoopi Goldberg, “Celie”, e Danny Glover, “Albert”.
Una storia drammatica di emancipazione femminile che lambisce costantemente gli estremi della sopravvivenza con il violento confronto tra uomini e donne di una comunità afroamericana della Georgia dei primi anni del Novecento. La regia tecnicamente ineccepibile di Spielberg, con qualche inciampo melodrammatico, si cala nel profondo della mentalità di questa umanità schiacciata in una dimensione di retroguardia, incapace di comprendere il vento del cambiamento e pronta a fermare il tempo con la violenza a spese della forza e del coraggio di due sorelle e delle donne a loro sodali.
Meritano una citazione Margaret Avery e Oprah Winfrey, tra le non protagoniste, la fotografia di Allen Daviau e le musiche curate da Quincy Jones. Il film ottenne 11 Nomination agli Oscar del 1986 ma clamorosamente non portò a casa nessuna statuetta.
Il secondo, del 1988, in visione sabato 11 alle 21,10 su Rai Storia, canale 54, è “I ragazzi di via Panisperna”.
La pellicola, diretta da Gianni Amelio con la consueta attenzione per l’umanità dei personaggi, racconta della storia vera di un manipolo di brillanti e giovani studenti che nei primissimi anni ’30 diedero lustro alla neonata cattedra di fisica teorica affidata all’enfant prodige Enrico Fermi. A Roma, in via Panisperna, presso il Regio Istituto di Fisica si ritrovarono tutti assieme ottenendo le prime scoperte decisive per lo sviluppo dell’energia nucleare. Tra di essi, il più geniale di tutti era Ettore Maiorana, dal carattere ombroso e dallo studio matto di leopardiana memoria.
La macchina da presa di Amelio scandisce la storia con movimenti classici ed eleganti adagiandosi sulla fotografia di Tonino Nardi che descrive ma non detta i passaggi della sceneggiatura. Le parti principiali sono affidate ad Andrea Prodan, “Maiorana”, ed Ennio Fantastichini, “Enrico Fermi”. Le musiche sono di Riz Ortolani mentre tra le interpreti ci sono Laura Morante, Virna Lisi e una giovanissima Sabina Guzzanti.