LONDRA - Anche in Gran Bretagna si è abbattuto lo tsunami coronavirus che sta già mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale d’Oltremanica. A comprova della situazione di gravissima crisi sanitaria è l’annuncio dell'Hampshire Hospital NHS Foundation Trust, l’omologa della nostra ASL nella contea meridionale dell’Inghilterra, rivolto a veterinari infermieri e veterinari con il quale si chiede a queste categorie di professionisti di unirsi al fronte per combattere COVID-19.
La descrizione del lavoro, che incoraggia gli addetti alla cura degli animali a fare domanda per lavoro retribuito o volontario, consiste nel supportare i pazienti, che sono in terapia intensiva e necessitano di trattamento, monitorandone il polso e la respirazione, la saturazione di ossigeno, la temperatura, la pressione sanguigna - venosa e cannulazione venepuntura, solo se sono addestrati a farlo.
Una situazione senza precedenti che richiede un impegno mai visto prima di uomini e mezzi che sembra stia raccogliendo il favore di tantissimi veterinari e personale delle cliniche veterinarie pronti ad “arruolarsi” in questa battaglia, per quanto è stato riportato anche sul sito di una delle più note agenzie interinali per il reclutamento di personale sanitario in Gran Bretagna al seguente link https://www.zenopa.com/news/2231/veterinary-nurses-and-veterinarians-asked-to-join-the-frontline-to-battle-covid-19 Un’idea che non sembra del tutto campata in aria per combattere in una guerra, quale quella che stiamo vivendo, in cui serve il contributo di tutti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
È chiaro, infatti, che nell’intenzione dei responsabili dell'Hampshire Hospital NHS Foundation Trust e di coloro che lo seguiranno in Gran Bretagna non vi è la volontà di sostituire il prezioso lavoro di medici e personale infermieristico, ma di affiancare quest’ultimi nella battaglia e cercare di evitare il più possibile carenza di uomini nei prossimi giorni che appaiono assai duri per l’intero Regno Unito.
La descrizione del lavoro, che incoraggia gli addetti alla cura degli animali a fare domanda per lavoro retribuito o volontario, consiste nel supportare i pazienti, che sono in terapia intensiva e necessitano di trattamento, monitorandone il polso e la respirazione, la saturazione di ossigeno, la temperatura, la pressione sanguigna - venosa e cannulazione venepuntura, solo se sono addestrati a farlo.
Una situazione senza precedenti che richiede un impegno mai visto prima di uomini e mezzi che sembra stia raccogliendo il favore di tantissimi veterinari e personale delle cliniche veterinarie pronti ad “arruolarsi” in questa battaglia, per quanto è stato riportato anche sul sito di una delle più note agenzie interinali per il reclutamento di personale sanitario in Gran Bretagna al seguente link https://www.zenopa.com/news/2231/veterinary-nurses-and-veterinarians-asked-to-join-the-frontline-to-battle-covid-19 Un’idea che non sembra del tutto campata in aria per combattere in una guerra, quale quella che stiamo vivendo, in cui serve il contributo di tutti, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
È chiaro, infatti, che nell’intenzione dei responsabili dell'Hampshire Hospital NHS Foundation Trust e di coloro che lo seguiranno in Gran Bretagna non vi è la volontà di sostituire il prezioso lavoro di medici e personale infermieristico, ma di affiancare quest’ultimi nella battaglia e cercare di evitare il più possibile carenza di uomini nei prossimi giorni che appaiono assai duri per l’intero Regno Unito.
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