Al centro dell’attenzione dell’Arpa ci sono la fonderia di alluminio di Muro Leccese e il depuratore di Maglie, ma l’Agenzia non esclude il contributo di singoli focolai costituiti dalla combustione di piccole biomasse legnose e altri materiali.
“È da più di un anno che seguo con attenzione la questione, - prosegue Casili - e avevo anche presentato un’interrogazione per sollecitare la Regione e l’Arpa a predisporre attività di monitoraggio degli impianti che potrebbero essere causa dei miasmi, oltre ad una richiesta ad Arpa proprio per approfondire i fenomeni di superamento dei valori limite. Non è possibile che i cittadini siano ancora costretti a convivere con emissioni di cui non si conosce l’origine e la potenziale pericolosità. Particolarmente allarmanti sono i dati del PM2,5 i cui valori limite sono stati superati per ben 13 volte nel solo mese di gennaio 2020. Continui sforamenti si sono verificati anche nei mesi successivi. Finalmente è stata svolta un’attività di indagine sulla base delle segnalazioni dei cittadini e dei dati delle centraline che avrebbe portato ad individuare come potenzialmente critica la zona a sud-est di Maglie al confine con Muro Leccese.
Considerata la concentrazione delle emissioni in questa determinata zona sembra quasi certa la loro origine industriale anche perché l’eventuale contributo della combustione da biomasse dovrebbe essere al più considerata quale fattore cumulativo visto che il fenomeno è particolarmente diffuso su tutto il territorio regionale. Ora non c’è più tempo da perdere - incalza il consigliere - alla ripresa dell’attività produttiva Arpa si è impegnata ad effettuare rilievi direttamente al camino della fonderia di alluminio. Vigileremo perché sia fatto entro tempi certi. Ritengo che sia indispensabile anche ampliare la rete di monitoraggio, magari attraverso la predisposizione di punti di monitoraggio mobili posti in prossimità degli impianti interessati e soprattutto garantire la massima trasparenza e pubblicità di tutti i dati di controllo e la partecipazione dei comitati dei cittadini che non sono stati ammessi a partecipare all’ultimo incontro con Arpa.
Con questa finalità ho proposto e fatto stanziare dalla Regione 270mila euro proprio per realizzare e sviluppare sistemi informatici interoperabili per l’elaborazione e la gestione dei dati ambientali derivanti dalle attività di controllo di competenza di ARPA Puglia e dalle attività di controllo delle emissioni degli impianti previste dalle AIA. Se le autorizzazioni degli impianti situati nella zona individuata da Arpa necessitano di un riesame è importante che l’Autorità Competente provveda a riavviarlo al più presto al fine di aggiornare l’autorizzazione rispetto alle migliori tecniche disponibili con particolare riferimento agli interventi utili per l’abbattimento delle emissione inquinanti. Tutti i soggetti coinvolti – conclude Casili - devono assumersi le proprie responsabilità e dare risposte concrete ai cittadini di Maglie e Muro Leccese.”
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