I Santi Patroni di Bari. Storia e curiosità
di VITTORIO POLITO - È arcinoto che la Diocesi di Bari ha sempre venerato come patroni principali Maria Santissima di Costantinopoli o Odegitria, San Nicola e come patrono secondario San Sabino.
Grazie agli storici del tempo, Giulio Petroni e del canonico Niccolò Putignani ed altri, si sa che il 1° novembre 1630 si intuì la necessità di annoverare fra i celesti soccorritori anche Santa Teresa di Gesù e, nel verbale, risulta che l’arcivescovo della città, che era monsignor Ascanio Gesualdo, si adoperò attivamente per fare anteporre San Sabino a San Nicola nell’elenco dei protettori di Bari. Della scelta del monsignore non se ne avvidero i due sindaci, pur presenti insieme ad altre autorità. Ne nacque un bel putiferio, quando i devoti a conoscenza del fatto, divulgarono la notizia ed il giorno successivo, il sindaco dei nobili, Ferdinando Doppula, e il rappresentante del ceto popolare, Ottavio Melioti, furono costretti a rivolgersi al regio giudice Nicola Antonio Traversa e al notaio Antonio Colajanni, insieme ai testimoni Orazio Visconte, Giuseppe Ventura, Nicola Fanelli, Nicola Donato Carducci, Asdrubale Avanzati, Giovanni di Giacomo Galeota, chierico Leonardo Corregia Penta, per fare verbalizzare le loro giustificazioni, facendo ammenda della loro imperdonabile disattenzione, chiedendo di riportare San Nicola al primo posto, come era sempre stato per centinaia d’anni.
Vediamo con l’aiuto di Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), come sono andati i fatti nel tempo, tenendo conto che i patroni erano eletti in virtù delle calamità che sopravvenivano.
Il 23 giugno 1744 gli amministratori comunali dichiararono la Madonna Addolorata Patrona della città e si festeggiava la terza domenica di settembre, mentre l’arcivescovo Muzio Gaeta l’aveva riconosciuta patrona principale di Bari già dal 1709, con l’assenso pontificio.
Il 1° marzo 1751, a causa della caduta di fulmini, ci si affidò a Santa Irene, la cui capacità di allontanare le scariche elettriche era nota per cui il Decurionato il 16 maggio dello stesso anno, incluse la santa tra i Patroni di Bari, chiedendo l’assenso a papa Urbano VIII.
Il 7 marzo 1763, lo stesso Decurionato, stabilì di combattere “le miserie dei tempi correnti e le morti repentine”, e decise di affidarsi a San Gaetano da Thiene ed a Sant’Andrea Avellino. Il 18 maggio 1781 toccò a San Francesco d’Assisi, il 14 marzo 1782 a San Francesco di Paola e il 23 marzo 1784 a San Vincenzo de’ Paoli.
Un posto in prima fila era riservato sempre a San Nicola, anche se dal XVII secolo, a causa dei vari dissensi di natura giurisdizionale, fra il capitolo metropolitano e quello di San Nicola, si aggiunse San Sabino in opposizione a San Nicola.
Un altro episodio si verificò nel 1785, quando il priore di San Nicola, Antonio Pignatelli, si rivolse alla Reale Camera di Santa Chiara di Napoli, per denunciare l’operato di diversi vescovi della città per far prevalere San Sabino a San Nicola. La questione destò molto scalpore e nel segreto dell’urna elettorale si votò con il risultato di 24 voti a favore di San Nicola e 3 a favore di San Sabino.
La Sacra Congregazione dei Riti decretò, il 30 gennaio 1793, entrambi i potentissimi santi “patroni aeque principales” della città di Bari.
È il caso di ricordare che oggi sono considerati patroni della nostra città la Madonna di Costantinopoli o Odegitria, insieme a San Nicola, San Sabino e a Maria SS. Immacolata.
In ogni caso nella devozione dei baresi il favorito rimane San Nicola, che tutti ritengono essere l’unico protettore, anche se la Sacra Congregazione dei Riti ebbe a dichiarare, il 14 febbraio 1961, che San Nicola è quello principale e San Sabino quello minore. Quindi “Ubi maior minor cessat”.
Grazie agli storici del tempo, Giulio Petroni e del canonico Niccolò Putignani ed altri, si sa che il 1° novembre 1630 si intuì la necessità di annoverare fra i celesti soccorritori anche Santa Teresa di Gesù e, nel verbale, risulta che l’arcivescovo della città, che era monsignor Ascanio Gesualdo, si adoperò attivamente per fare anteporre San Sabino a San Nicola nell’elenco dei protettori di Bari. Della scelta del monsignore non se ne avvidero i due sindaci, pur presenti insieme ad altre autorità. Ne nacque un bel putiferio, quando i devoti a conoscenza del fatto, divulgarono la notizia ed il giorno successivo, il sindaco dei nobili, Ferdinando Doppula, e il rappresentante del ceto popolare, Ottavio Melioti, furono costretti a rivolgersi al regio giudice Nicola Antonio Traversa e al notaio Antonio Colajanni, insieme ai testimoni Orazio Visconte, Giuseppe Ventura, Nicola Fanelli, Nicola Donato Carducci, Asdrubale Avanzati, Giovanni di Giacomo Galeota, chierico Leonardo Corregia Penta, per fare verbalizzare le loro giustificazioni, facendo ammenda della loro imperdonabile disattenzione, chiedendo di riportare San Nicola al primo posto, come era sempre stato per centinaia d’anni.
Vediamo con l’aiuto di Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), come sono andati i fatti nel tempo, tenendo conto che i patroni erano eletti in virtù delle calamità che sopravvenivano.
Il 23 giugno 1744 gli amministratori comunali dichiararono la Madonna Addolorata Patrona della città e si festeggiava la terza domenica di settembre, mentre l’arcivescovo Muzio Gaeta l’aveva riconosciuta patrona principale di Bari già dal 1709, con l’assenso pontificio.
Il 1° marzo 1751, a causa della caduta di fulmini, ci si affidò a Santa Irene, la cui capacità di allontanare le scariche elettriche era nota per cui il Decurionato il 16 maggio dello stesso anno, incluse la santa tra i Patroni di Bari, chiedendo l’assenso a papa Urbano VIII.
Il 7 marzo 1763, lo stesso Decurionato, stabilì di combattere “le miserie dei tempi correnti e le morti repentine”, e decise di affidarsi a San Gaetano da Thiene ed a Sant’Andrea Avellino. Il 18 maggio 1781 toccò a San Francesco d’Assisi, il 14 marzo 1782 a San Francesco di Paola e il 23 marzo 1784 a San Vincenzo de’ Paoli.
Un posto in prima fila era riservato sempre a San Nicola, anche se dal XVII secolo, a causa dei vari dissensi di natura giurisdizionale, fra il capitolo metropolitano e quello di San Nicola, si aggiunse San Sabino in opposizione a San Nicola.
Un altro episodio si verificò nel 1785, quando il priore di San Nicola, Antonio Pignatelli, si rivolse alla Reale Camera di Santa Chiara di Napoli, per denunciare l’operato di diversi vescovi della città per far prevalere San Sabino a San Nicola. La questione destò molto scalpore e nel segreto dell’urna elettorale si votò con il risultato di 24 voti a favore di San Nicola e 3 a favore di San Sabino.
La Sacra Congregazione dei Riti decretò, il 30 gennaio 1793, entrambi i potentissimi santi “patroni aeque principales” della città di Bari.
È il caso di ricordare che oggi sono considerati patroni della nostra città la Madonna di Costantinopoli o Odegitria, insieme a San Nicola, San Sabino e a Maria SS. Immacolata.
In ogni caso nella devozione dei baresi il favorito rimane San Nicola, che tutti ritengono essere l’unico protettore, anche se la Sacra Congregazione dei Riti ebbe a dichiarare, il 14 febbraio 1961, che San Nicola è quello principale e San Sabino quello minore. Quindi “Ubi maior minor cessat”.