(credits: Quirinale.it) |
ROMA - Questa mattina, a sorpresa, Sergio Mattarella ha visitato l'altare della Patria. Da solo e con la mascherina il presidente della Repubblica ha salito la scalinata ed ha reso onore al milite ignoto. In cima ha trovato due corazzieri, anch'essi con la mascherina, che hanno portato una corona al sacello del milite ignoto. Un trombettiere dei carabinieri ha suonato il silenzio.
In una giornata di ricordo e celebrazione che il Covid-19 ha tolto dalle piazze per confinarla nelle case, il presidente della Repubblica interviene con nettezza sulla festa della Liberazione smussando ogni polemica, preferendo piuttosto usare quel serbatoio di valori che nacque dalla lotta di liberazione come propulsore ideale di una ripresa dall'emergenza coronavirus. Una ripartenza che dovrà per forza essere simile a quella che l'Italia seppe mettere in campo sin dal primo dopoguerra.
Per questo nessuno si azzardi a subdole opere di rimozione del significato originale del 25 aprile che rimane pilastro intoccabile della Repubblica: "Il settantacinquesimo anniversario della Liberazione è - sottolinea il presidente - data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione".
"Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore". L'Italia, ricorda Mattarella, si è dotata "di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista".
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E se a quei tempi, scrive Mattarella in un continuo rimando tra passato e presente, "con tenacia, con spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla comunità nazionale, l'Italia ha superato ostacoli che sembravano insormontabili", oggi "la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite".
Uniti e solidali quindi per passare ben oltre la Fase 2: "serve una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale e a questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore".
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