(Pixabay) |
Solo nella provincia ionica, i servizi alla persona rappresentano 2289 imprese per una forza lavoro complessiva di 5725 lavoratori. Dietro questi numeri ci sono imprenditori che rischiano di non alzare più la saracinesca della loro attività, ci sono famiglie che non sanno più cosa dare da mangiare ai loro figli. Ma ci sono anche enormi sacrifici che non vogliamo, né possiamo, passino inosservati. È dunque incomprensibile ed inaccettabile che nei confronti di questa gente ci sia una totale disattenzione da parte del Governo.
«Fino ad oggi con senso di responsabilità abbiamo rispettato le disposizioni ben consapevoli dell'emergenza sanitaria che stavamo vivendo.- spiega il segretario interprovinciale di Casartigiani Stefano Castronuovo - Ma con l'avvio della cosiddetta Fase 2 presentata dal Premier Conte, non possiamo non ripartire anche noi. La prospettiva di un altro mese fermi non possiamo accettarlo. La misura è colma. Così si uccide un'intera categoria».
Da più parti d'Italia assistiamo a proteste di parrucchieri ed estetiste per manifestare sconcerto e rabbia, per una decisione sbagliata prima ancora che ingiusta. «Non si capisce perché potranno riaprire altre tipologie di attività che prevedono la presenza di più persone nello stesso spazio e noi no. - commentano gli operatori del settore - Vogliamo infatti ricordare che non diversamente da altre attività, le disposizioni sanitarie sul distanziamento, l’utilizzo dei DPI, e le regole di sanificazione dei nostri ambienti appaiono sufficienti a garantire la necessaria sicurezza per la nostra clientela e i lavoratori».
Casartigiani ha già chiesto con forza, nei giorni scorsi, che il Governo riveda i provvedimenti che ha adottato e consenta l’immediata apertura delle attività di settore.
Attraverso un accorato appello alle istituzioni regionali e locali, la categoria pretende ora un'ordinanza di apertura delle attività al 18 maggio 2020 previa elaborazione di un protocollo contenente procedure uniche di sicurezza per la prevenzione da covid19.
Casartigiani già da diverse settimane è infatti a lavoro per organizzare misure straordinarie che rendano il lavoro di parrucchieri ed estetiste più sicuro, per se e per gli altri (lavorare solo su appuntamento, con un cliente alla volta nel salone, oltre ovviamente all’utilizzo di mascherine, guanti, kimono monouso, igienizzanti).
«Fino ad oggi con senso di responsabilità abbiamo rispettato le disposizioni ben consapevoli dell'emergenza sanitaria che stavamo vivendo.- spiega il segretario interprovinciale di Casartigiani Stefano Castronuovo - Ma con l'avvio della cosiddetta Fase 2 presentata dal Premier Conte, non possiamo non ripartire anche noi. La prospettiva di un altro mese fermi non possiamo accettarlo. La misura è colma. Così si uccide un'intera categoria».
Da più parti d'Italia assistiamo a proteste di parrucchieri ed estetiste per manifestare sconcerto e rabbia, per una decisione sbagliata prima ancora che ingiusta. «Non si capisce perché potranno riaprire altre tipologie di attività che prevedono la presenza di più persone nello stesso spazio e noi no. - commentano gli operatori del settore - Vogliamo infatti ricordare che non diversamente da altre attività, le disposizioni sanitarie sul distanziamento, l’utilizzo dei DPI, e le regole di sanificazione dei nostri ambienti appaiono sufficienti a garantire la necessaria sicurezza per la nostra clientela e i lavoratori».
Casartigiani ha già chiesto con forza, nei giorni scorsi, che il Governo riveda i provvedimenti che ha adottato e consenta l’immediata apertura delle attività di settore.
Attraverso un accorato appello alle istituzioni regionali e locali, la categoria pretende ora un'ordinanza di apertura delle attività al 18 maggio 2020 previa elaborazione di un protocollo contenente procedure uniche di sicurezza per la prevenzione da covid19.
Casartigiani già da diverse settimane è infatti a lavoro per organizzare misure straordinarie che rendano il lavoro di parrucchieri ed estetiste più sicuro, per se e per gli altri (lavorare solo su appuntamento, con un cliente alla volta nel salone, oltre ovviamente all’utilizzo di mascherine, guanti, kimono monouso, igienizzanti).
«Le nostre imprese sono già pronte ad offrire tutte le garanzie necessarie per riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza e nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie. - riferisce Castronuovo - Siamo tuttavia disponibili ad un confronto per la definizione di ulteriori condizioni che fossero ritenute necessarie con regole aggiuntive, ancor più stringenti, rispetto a quelle che gli operatori già applicano in ragione delle normative di settore».
A ciò si aggiunge anche la richiesta di un più concreto sostegno economico a favore delle imprese (contributi a fondo perduto per il periodo transitorio) per sostenere i costi di esercizio e permettere a migliaia di imprese di sopravvivere alla crisi economica.
L'associazione chiede inoltre di intensificare i controlli e prendere, una volta per tutte, immediati e severi provvedimenti per contrastare il fenomeno dell'abusivismo a garanzia che il contagio non avvenga nelle abitazioni civili.
Ed ancora auspicano l'allungamento dei tempi di ammortamento dei debiti; l'annullamento Tasi – Tosap – Imposta sulla pubblicità e l'abbassamento dell'IRAP.
Casartigiani Taranto-Brindisi invita infine le istituzioni a farsi portavoce presso il Governo anche di ulteriori istante:
· finanziamento Fondo FSBA e Cassa in Deroga per garantire ai nostri dipendenti sostegno al reddito alla riapertura visto che sarà prevista la riduzione di orario lavorativo e la turnazione;
· abbassamento del costo del lavoro;
· reddito di sussistenza per le famiglie;
· eliminazione dell’IVA
«In assenza di adeguate rassicurazione, non si escludono, a livello provinciale, altre azioni di protesta a sostegno delle nostre richieste. Sentiamo ripetere ogni giorno che “Andrà tutto bene!”, ma se non si fermerà l'illegalità, se non ci metteranno nelle condizioni di ripartire, se non si darà la giusta attenzione alle nostre imprese e non alzeremo in fretta le saracinesche non andrà bene proprio niente».
A ciò si aggiunge anche la richiesta di un più concreto sostegno economico a favore delle imprese (contributi a fondo perduto per il periodo transitorio) per sostenere i costi di esercizio e permettere a migliaia di imprese di sopravvivere alla crisi economica.
L'associazione chiede inoltre di intensificare i controlli e prendere, una volta per tutte, immediati e severi provvedimenti per contrastare il fenomeno dell'abusivismo a garanzia che il contagio non avvenga nelle abitazioni civili.
Ed ancora auspicano l'allungamento dei tempi di ammortamento dei debiti; l'annullamento Tasi – Tosap – Imposta sulla pubblicità e l'abbassamento dell'IRAP.
Casartigiani Taranto-Brindisi invita infine le istituzioni a farsi portavoce presso il Governo anche di ulteriori istante:
· finanziamento Fondo FSBA e Cassa in Deroga per garantire ai nostri dipendenti sostegno al reddito alla riapertura visto che sarà prevista la riduzione di orario lavorativo e la turnazione;
· abbassamento del costo del lavoro;
· reddito di sussistenza per le famiglie;
· eliminazione dell’IVA
«In assenza di adeguate rassicurazione, non si escludono, a livello provinciale, altre azioni di protesta a sostegno delle nostre richieste. Sentiamo ripetere ogni giorno che “Andrà tutto bene!”, ma se non si fermerà l'illegalità, se non ci metteranno nelle condizioni di ripartire, se non si darà la giusta attenzione alle nostre imprese e non alzeremo in fretta le saracinesche non andrà bene proprio niente».