Sardine di Puglia: "Buoni si, derubati no! Il Sud non deve restare indietro"

BARI - Apprendiamo dalla stampa della bozza definita nei giorni scorsi dal Dipe, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede una nuova ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) e la sospensione del 34 per cento degli investimenti pubblici alle regioni meridionali. Questa ipotesi, che pure servirebbe a supportare le regioni settentrionali maggiormente colpite dall’emergenza Covid-19 rischia, però, di affossare definitivamente il Mezzogiorno. Così in una nota le Sardine pugliesi.

Per questo - prosegue la nota delle Sardine - chiediamo che ci siano fornite informazioni chiare e precise sui finanziamenti e i sostegni che puntelleranno la Fase 2, a partire dai 46,6 miliardi di euro destinati al Sud e che caratterizzano il plafond dei Fondi europei per il Mezzogiorno che l’emergenza Covid-19 ha consentito di rimodulare. Quei fondi, infatti, sono fondamentali per ridurre la diseguaglianza tra nord e sud, per garantire che i servizi raggiungano gli standard minimi di qualità (Livelli Essenziali di Prestazione) sui settori fondamentali come Sanità, Istruzione e Trasporti, e per avere delle infrastrutture fisiche e digitali in grado di consentire alle nostre aziende ed enti di ricerca di essere competitivi in un mercato nazionale e globale.

Crediamo in un’unica Italia, un’Italia unita, ma chiediamo che si tenga conto delle singole differenze territoriali prima della ripartenza. Da sempre Sud è sinonimo di solidarietà, lo abbiamo visto in questi giorni tragici in cui tantissimi medici, infermieri e OSS del Meridione hanno risposto senza colpo ferire all’appello degli ospedali settentrionali martoriati dalla pandemia, ma abbiamo il dovere di pensare al futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti. E non accettiamo chi, ancora oggi, come Vittorio Feltri e Pietro Senaldi (citando solo gli ultimi commenti discriminatori) continua a seminare odio e luoghi comuni contro il Mezzogiorno.

Non c’è stato nord e non c’è stato sud in questi giorni di pandemia facciamo, allora, che questo valga anche per il futuro, costruiamo un patto per un’unica “Italia solidale”, e non solo per fronteggiare la momentanea emergenza Covid. Facciamo che diventi uno strumento imprescindibile per rilanciare una nuova Unità Nazionale, in virtù dei principi cardine della nostra Costituzione, nata dai valori della Resistenza, che celebreremo anche senza scendere in piazza il prossimo 25 aprile.

Rifiutiamo fermamente, però, che quelle risorse indispensabili e salvifiche per il Mezzogiorno possano andare altrove, in particolare dove, per anni la classe politica e dirigente ha fossilizzato il proprio operato verso la “privatizzazione” della sanità a discapito del sistema pubblico, attraverso la retorica dell’eccellenza lombarda.

Per questo facciamo appello al Ministro Provenzano affinché si sgomberi al più presto il campo da queste ombre o ambiguità sull’utilizzo dei fondi europei e delle risorse assegnate nell’ambito del Patto per il Sud, concludono le Sardine.
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