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"Finalmente si riparte" ma guai ad archiviare "l'angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus o il fatto che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime".
Prudenza e ancora prudenza: è questo il cuore del messaggio del presidente della Repubblica agli italiani che provati da due mesi di confinamento scalpitano per un ritorno alla normalità. Mattarella lo lancia non a caso il Primo maggio, quasi a voler coniugare sicurezza e lavoro che non sono - e mai devono essere - in contrapposizione tra loro. L'uscita dal tunnel è possibile ma non è certo il momento di "vanificare i sacrifici fin qui fatti".
Non manca poi un richiamo diretto alle responsabilità dell'esecutivo che in questa fase ha il dovere di illuminare e rassicurare il Paese con poche, efficaci norme: "sono necessarie indicazioni, ragionevoli e chiare, da parte delle istituzioni di governo". Una bacchettata diretta all'esecutivo nel suo complesso che ha l'obiettivo di serrare le fila per gestire questa difficilissima fase 2. L'Italia sta attraversando un "passaggio d'epoca pieno di difficoltà", ripete più volte Mattarella spingendo sul tasto dell'unità nazionale, esaltando il comportamento "ammirevole" dei cittadini che non devono mollare proprio adesso.
"La ripresa è possibile perché nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosità dell'epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute", sottolina il presidente della Repubblica, preoccupato da un clima da "liberi tutti" che potrebbe portare alla catastrofe.