BARI - La giustizia è lenta, ma arriva sempre in fondo a ristabilire le verità ! Come nel caso delle cinque sentenze del Tribunale di Bari con cui sono stati condannati per diffamazione nei riguardi dell’allora Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, "Il Fatto Quotidiano", "Libero", "Il Giornale", "Il Giornale d'Italia". Così in una nota Mino Borraccino, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia.
"Le sentenze - prosegue Borraccino - si riferiscono all’aggressiva campagna mediatica e politica contro Nichi Vendola, che all’epoca era anche presidente nazionale di SEL. Era l’autunno del 2013, quando esplose questa campagna furiosa e tuttavia - come oggi dimostrano le sentenze - infondata.
Ricordo che fui l’unico politico tarantino ad accettare di essere negli studi televisivi in diretta per difendere il suo operato, perché ero realmente convinto, (e lo sono tutt’ora) della sua assoluta buona fede".
"Fui raggiunto - spiega - da decine di telefonate offensive. Ma io ero tranquillo e determinato, perché avevo conosciuto bene Nichi e lo avevo apprezzato prima come uomo e poi come politico onesto e lungimirante. Ma il tempo è galantuomo e queste sentenze hanno ripristinato la realtà dei fatti. C’è solo da sperare – e in alcuni casi per fortuna questo è avvenuto - che col tempo certe testate giornalistiche abbiano imparato a informarsi bene, prima di avventurarsi in campagne denigratorie.
Spiace soltanto che raramente al clamore suscitato dal presunto scandalo corrisponda altrettanto clamore quando lo stesso scandalo si rivela una bolla di sapone.Tuttavia, il tempo viene per chi lo sa aspettare e Nichi Vendola ha saputo aspettare con la sua proverbiale pazienza e oggi può guadagnare un pezzo di meritata serenità ", conclude Borraccino.
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