di VITTORIO POLITO - Maria Callas (1923-1977), celebre soprano statunitense di origine greca, scomparsa nel 1977, fu colpita da una delle massime sfortune per una cantante: perdere la voce. La diagnosi tardivamente formulata fu di “dermatomiosite”, una malattia che colpisce i tessuti connettivi e nel caso della Callas colpì proprio l’organo della fonazione, la laringe, che le procurava improvvisi abbassamenti di voce.
I soliti detrattori attribuivano il fenomeno alle vicende sentimentali della cantante che tanto la angosciavano. La diagnosi fu fatta tardivamente ma fu introdotta una accurata terapia cortisonica che contribuì a migliorare i toni vocali. Un anno dopo Maria Callas si spense, forse a causa di un infarto del miocardio, compatibile con la stessa dermatomiosite della quale era portatrice.
Maria Callas, nome d’arte di Maria Kalogeropoulos, fu regina indiscussa della lirica. La sua infanzia non fu molto tranquilla, a soli cinque anni fu investita e rimase in coma per ventidue giorni. Maria coltiva la passione per il bel canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decide di ritornare in Grecia, portando la ragazza con sé.
Nel 1937 entra al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfeziona nel greco e nel francese. Non saranno anni facili per la Callas, solo dopo la guerra la sua esistenza fu finalmente tranquilla e agiata. I primi successi sono proprio in Grecia con la “Cavalleria Rusticana” nel ruolo di Santuzza e poi “Tosca”.
La Callas anela New York e, soprattutto, suo padre, che raggiunse negli Stati Uniti e dopo due anni non facili, ma la sua meta era l’Italia, dove avrebbe conosciuto il suo futuro marito, Giovanni Battista Meneghini, amante delle opere d’arte che, forse, non amò mai ma lo sposò nel 1949.
L'Italia porta fortuna alla Callas: Verona, Milano, Venezia hanno il privilegio di ascoltare la “Gioconda”, “Tristano e Isotta”, “Norma”, “I Puritani”, “Aida”, “I Vespri siciliani”, ecc. Nascono amicizie importanti, fondamentali per la sua carriera e la sua vita. Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, e Arturo Toscanini, il celebre direttore d’orchestra che rimase stupito e meravigliato dalla voce del grande soprano al punto che avrebbe voluto dirigerla nel “Macbeth”, ma il capolavoro verdiano, purtroppo, non fu programmato alla Scala.
L’Italia non è l'unica patria d’elezione del celebre soprano. Trionfi e consensi entusiasti si susseguono in tutto il mondo. Londra, Vienna, Berlino, Amburgo, Stoccarda, Parigi, New York (Metropolitan), Chicago, Philadelphia, Dallas, Kansas City. La sua voce incanta, commuove, stupisce.
Il 1959 è l’anno della rottura con il marito e conosce l’armatore greco Aristotele Onassis. Il loro sarà un amore “brutto e violento” come lei stesso lo definì. Anni di passione, di amori sfrenati, di lusso e sregolatezza. Un uomo che farà soffrire moltissimo la Callas.
Dopo il 1964 inizia il declino della cantante, anche se forse più in senso psicologico che artistico. Onassis l’abbandona per Jacqueline Kennedy. La notizia la raggiunse attraverso i quotidiani e fu un colpo terribile e da quel momento sarà una continua discesa verso l’oblio. La sua voce comincia a perdere smalto e intensità , così “la divina” si ritira dal mondo e si rifugia a Parigi. Muore giovanissima il 16 settembre 1977, a soli 53 anni. Accanto a lei un maggiordomo e Maria, la fedele governante.
Alcune delle notizie su riportate sono state riprese dal volume di Luciano Sterpellone “Famosi e malati” (Società Editrice Internazionale).
I soliti detrattori attribuivano il fenomeno alle vicende sentimentali della cantante che tanto la angosciavano. La diagnosi fu fatta tardivamente ma fu introdotta una accurata terapia cortisonica che contribuì a migliorare i toni vocali. Un anno dopo Maria Callas si spense, forse a causa di un infarto del miocardio, compatibile con la stessa dermatomiosite della quale era portatrice.
Maria Callas, nome d’arte di Maria Kalogeropoulos, fu regina indiscussa della lirica. La sua infanzia non fu molto tranquilla, a soli cinque anni fu investita e rimase in coma per ventidue giorni. Maria coltiva la passione per il bel canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decide di ritornare in Grecia, portando la ragazza con sé.
Nel 1937 entra al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfeziona nel greco e nel francese. Non saranno anni facili per la Callas, solo dopo la guerra la sua esistenza fu finalmente tranquilla e agiata. I primi successi sono proprio in Grecia con la “Cavalleria Rusticana” nel ruolo di Santuzza e poi “Tosca”.
La Callas anela New York e, soprattutto, suo padre, che raggiunse negli Stati Uniti e dopo due anni non facili, ma la sua meta era l’Italia, dove avrebbe conosciuto il suo futuro marito, Giovanni Battista Meneghini, amante delle opere d’arte che, forse, non amò mai ma lo sposò nel 1949.
L'Italia porta fortuna alla Callas: Verona, Milano, Venezia hanno il privilegio di ascoltare la “Gioconda”, “Tristano e Isotta”, “Norma”, “I Puritani”, “Aida”, “I Vespri siciliani”, ecc. Nascono amicizie importanti, fondamentali per la sua carriera e la sua vita. Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, e Arturo Toscanini, il celebre direttore d’orchestra che rimase stupito e meravigliato dalla voce del grande soprano al punto che avrebbe voluto dirigerla nel “Macbeth”, ma il capolavoro verdiano, purtroppo, non fu programmato alla Scala.
L’Italia non è l'unica patria d’elezione del celebre soprano. Trionfi e consensi entusiasti si susseguono in tutto il mondo. Londra, Vienna, Berlino, Amburgo, Stoccarda, Parigi, New York (Metropolitan), Chicago, Philadelphia, Dallas, Kansas City. La sua voce incanta, commuove, stupisce.
Il 1959 è l’anno della rottura con il marito e conosce l’armatore greco Aristotele Onassis. Il loro sarà un amore “brutto e violento” come lei stesso lo definì. Anni di passione, di amori sfrenati, di lusso e sregolatezza. Un uomo che farà soffrire moltissimo la Callas.
Dopo il 1964 inizia il declino della cantante, anche se forse più in senso psicologico che artistico. Onassis l’abbandona per Jacqueline Kennedy. La notizia la raggiunse attraverso i quotidiani e fu un colpo terribile e da quel momento sarà una continua discesa verso l’oblio. La sua voce comincia a perdere smalto e intensità , così “la divina” si ritira dal mondo e si rifugia a Parigi. Muore giovanissima il 16 settembre 1977, a soli 53 anni. Accanto a lei un maggiordomo e Maria, la fedele governante.
Alcune delle notizie su riportate sono state riprese dal volume di Luciano Sterpellone “Famosi e malati” (Società Editrice Internazionale).
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Cultura e Spettacoli